
Titanic: la verità riposa in fondo al mare4 minuti di lettura
Titanic è probabilmente uno dei film più famosi e più visti nella storia del cinema, detiene record di incassi, Oscar e Nomination, ma tutto questo successo non è dovuto a eccezionali doti attoriali dei protagonisti. Molto spesso viene dimenticata l’accuratezza impiegata da James Cameron per ricostruire il naufragio del Titanic. Vennero eseguite numerose immersioni per studiare il relitto, che legate agli enormi set realizzati per girare la pellicola, rendono questo film un capolavoro del realismo cinematografico.
“Stavamo facendo rivivere la storia, era quindi essenziale curare ogni particolare, dovevamo la verità a tutte quelle anime scomparse nel 1912”
James Cameron
Titanic: una tragedia che ancora sconvolge

Il Titanic naufragò durante il suo viaggio innaugurale da Southampton a New York. Alle 23.40 del 14 aprile 1912 collise contro un iceberg che provocò piccole erosioni sulla fiancata destra della nave. Affondò 2 ore e 40 minuti più tardi. La nave era il più grande transatlantico mai costruito, costò infatti circa 7 milioni di dollari (400 milioni di oggi), i biglietti in prima classe avevano un valore di 70 mila dollari odierni e quelli della terza classe di 700 dollari. Quella notte, morirono 1523 dei 2223 passeggeri fra cui 800 uomini dell’equipaggio.
Fu Robert Ballard nel 1985 a scoprire il Titanic, in una missione segreta per conto della marina americana. Lo scopo di Ballard era quello di ritrovare due sottomarini scomparsi durante la Seconda guerra mondiale, ci impiegò così poco tempo che utilizzò i restanti 12 giorni per cercare il relitto del Titanic. La nave si rivelò conservata in condizioni eccezionali e venne fortemente utilizzata da James Cameron per la realizzazione del film del 1997.
James Cameron e la sua ossessione

Le riprese per Titanic iniziarono nel luglio del 1996 in Nuova Scozia, a bordo di una nave oceanografica russa. Una volta studiato il relitto le riprese si spostarono nella baia di Rosarito in Messico. Venne costruita una cisterna esagonale di circa 37,000 metri quadri capace di contenere 76 milioni di litri d’acqua, dove venne infine ricostruito a grandezza naturale il 90% del Titanic, nonché parte del molo di Southampton, presente nelle prime sequenze del film.
La nave venne costruita solo da un lato, e poi grazie alla computer grafica rovesciata di 180 gradi e fatta specchiare alla perfezione, in modo da renderla completa nei campi lunghi sul transatlantico. Le riprese durarono sei mesi, periodo in cui l’intero cast fu sottoposto a forte stress: molte persone si ammalarono o rischiarono la vita durante le scene del naufragio, alcuni attori vennero colpiti da polmonite perché costretti a lunghe scene nell’acqua ghiacciata.

Gli oggetti di scena: tappezzeria, mobili, vestiti, posate… furono ricostruiti sulla base dei veri reperti recuperarti durante le spedizioni al relitto. Cameron volle seguire con cura maniacale ogni fase dell’elaborazione dei set affidandosi ai disegni originali della White Star Line. Inoltre, vennero assunti due storici del Titanic, ed un esperto di galateo di inizio ‘900, che aiutò gli attori nell’interpretazione dei personaggi.
Tutto il film venne realizzato il più possibile ricostruendo l’accaduto, utilizzando il digitale solo se strettamente necessario. Ne risulta un film così ben girato che a occhi meno attenti sembra essere quasi interamente realizzato in computer grafica, a eliminare il grande impegno speso per la costruzione dei set.
Va elogiata la grande forza di volontà di James Cameron per aver studiato con enorme passione la notte di quel 14 aprile 1912. Una passione che forse aveva radici più profonde, visto il record raggiunto dallo stesso regista il 26 marzo 2012, con la sua immersione in solitaria a 10.908 metri sotto la superficie dell’Oceano Pacifico. Ma questa è un’altra storia.

