
Timothée Chalamet: la nascita di una promessa4 minuti di lettura
Quando si parla di cinema, l’immaginario collettivo è profondamente influenzato dai volti che caratterizzano le diverse ere evolutive della Settima Arte. Siamo in un periodo in cui le grandi stelle del cinema classico lasciano la loro eredità a più giovani interpreti. Alcuni di essi si sono negli ultimi anni fatti strada verso il panorama cinematografico contemporaneo: uno di loro è Timothée Chalamet.

La nascita di una stella
Giovane attore franco-americano, conta ormai alla giovane età di 27 anni quasi tante pellicole quanti sono i suoi anni di vita. H regalato al pubblico svariate, sempre diverse interpretazioni di differenti personaggi, ai quali però dona una comune identità grazie alla sue uniche, magistrali doti interpretative. Nel 2017 lo vediamo in Interstellar, capolavoro del maestro del cinema contemporaneo Christopher Nolan. Il ruolo di Casey Affleck lo convinse ad abbandonare la Columbia University e dedicarsi interamente alla sua carriera attoriale.
viene successivamente “adottato” dalla direzione di Greta Gerwig, giovane regista e sceneggiatrice californiana che legge nello stile recitativo di Chalamet qualità quali la giovane freschezza e profondità d’animo necessarie ad interpretare Theodore “Laurie” Laurence, nel suo recente remake nonché seconda trasposizione cinematografica di “Piccole Donne” (2019) tratto dal romanzo di Louisa May Alcott, e Kyle Scheible, giovane co-protagonista di Saoirse Ronan nella pellicola “Lady Bird”.
Già dalla collaborazione con Greta Gerwig è subito evidente la sensibilità esegetica di Chalamet nel dar vita ai protagonisti delle pellicole della regista: Chalamet non ricalca infatti gli stereotipi ormai abbattuti di una mascolinità non realisticamente dura, ma si presta a rappresentazioni di personalità più morbide, tracciando lungo le esperienze dei suoi personaggi una ricerca della delicatezza. In una società la cui missione è abbattere il pregiudizio e istruire all’empatia, le intense performance interpretative di Timothée Chalamet sono un potente — seppur mai esagerato — strumento di comunicazione e di divulgazione di un’immagine del maschile che non è tenuto ad attenersi a decorsi schemi sociali di quella che potremmo chiamare “mascolinità tossica”, ma al contrario regala dignità umana alle infinite possibilità e diverse sfaccettature dei quali noi tutti, come individui, siamo dotati.

Giovane la carriera, grandi le collaborazioni
Il vero, grande successo di Chalamet nasce però in concomitanza con l’inizio della sua collaborazione con Luca Guadagnino, regista Italiano che ha ormai da tempo esportato il suo talento negli Stati Uniti, interpretando il giovane Elio in Call Me By Your Name, la cui sceneggiatura non originale è tratta dall’omonimo romanzo di André Aciman. In “Call Me By Your Name” Timothée Chalamet raggiunge l’apice delle sue prestazioni attoriali: nel raccontarci la storia d’amore tra Elio e Oliver durante una calda estate Italiana del 1983, Chalamet dimostra — nonostante la sua giovane età — un’incredibile capacità di immedesimarsi in vite e storie che solo cinematograficamente gli appartengono, conquistando definitivamente il pubblico e la critica grazie a questa definitiva seppur precoce dimostrazione della sua maturità come interprete.
Alla collaborazione con Guadagnino, da cui recentemente nasce l’ultima fatica del regista “Bones And All” (pellicola della quale Chalamet non si limita ad essere interprete ma anche, per la prima volta nella sua carriera, produttore), l’attore non deve esclusivamente il riconoscimento del suo talento ma anche, di conseguenza, la candidatura a diversi premi tra cui quella al Premio Oscar per la categoria “migliore attore protagonista” alla giovane età di soli 22 anni.
La carriera del giovane attore è adornata di collaborazioni con grandi nomi dell’industria cinematografica, tra i quali i precedentemente citati Christopher Nolan, Greta Gerwig, Luca Guadagnino e non solo: nel 2019 collabora con niente poco di meno che Woody Allen recitando in “Un Giorno Di Pioggia A New York”, e nel 2021 ottiene il suo primo vero ruolo da protagonista in un colossal interpretando Paul Atreides in “Dune” diretto da Denis Villeneuve.

Un futuro che sa di promessa
E’ proprio la capacità di passare da una produzione di stampo indipendente ad un colossal cinematografico ad aver permesso a Chalamet di essere consacrato icona di un’era a cavallo tra due generazioni, oltre al carisma e al magnetismo che traspone in ogni ruolo da lui interpretato. Nel giorno del suo ventisettesimo compleanno, auguriamo al giovane attore un futuro che sappiamo di certo essere già scritto, ricco di produzioni ed occasioni interpretative che siamo sicuri ci regaleranno sempre nuove emozioni, e di questo, già da ora, siamo infinitamente grati.

