
The Adam Project. La recensione del film originale Netflix3 minuti di lettura
Diretto da Shawn Levy e prodotto da Netflix: “The Adam Project” è un film di azione che conserva una vena romantica. Ricorda, sotto alcuni aspetti, la celebre trilogia di “Ritorno al futuro”. Una storia di fantascienza che ha molto del classico di genere per ragazzi Anni ‘80, solo che in questo caso le leggi dei viaggi nel tempo vengono infrante. Disponibile sulla piattaforma dall’11 marzo, questo film, che vanta un cast stellare: Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Walker Scobell, Catherine Keener e Zoe Saldaña, racconta l’elaborazione del lutto da parte di un uomo in seguito alla perdita del padre.

Trama
2050. Da qualche parte nell’atmosfera del pianeta Terra: un pilota, Adam Reed (Ryan Reynolds) si trova su un velivolo dell’aviazione ed è inseguito dalla corporazione di Maya Sorin (Catherine Keener).
Improvvisamente, attraverso un dispositivo sul suo aeroplano, apre un wormhole e torna nel 2022.
Qui incontra sé stesso dodicenne (Walker Scobell). Un ragazzino gracile, solo e con la lingua troppo lunga. Per il suo modo di fare si trova spesso nei guai a scuola e da circa un anno anche il rapporto con la madre Ellie (Jennifer Garner) si è tinto di insofferenza e isolamento, una reazione avversa alla perdita del padre Louis Reed (Mark Ruffalo), morto in un incidente.
Sarà difficile per Adam adulto scendere a patti con le proprie emozioni, ma solo grazie al piccolo Adam riuscirà a risolvere la situazione, creando con lui un’intesa fatta di amore ed odio, che porterà i due ad una consapevolezza differente.

Tornato dal futuro per salvare la moglie Laura (Zoe Saldaña), doveva andare nel 2018, ma a causa di un danno al velivolo è finito nel periodo sbagliato.
Come ogni storia che si rispetti, i colpi di scena permettono al protagonista di scoprire molto di più sul passato e di conseguenza anche sul futuro. Una missione per scongiurare un futuro apocalittico, causato da Maya Sorin, ex finanziatrice delle ricerche di Louis Reed. Colui che con le sue intuizioni di fisica teorica ha praticamente compiuto il primo passo per lo sviluppo della futura tecnologia temporale, ma anche un desiderio di voler impedire la morte dello stesso.

Conclusioni
Evidente come The Adam Project metta rapidamente da parte elucubrazioni e timori su paradossi, time-line e multiversi per mettere in scena una visione scanzonata di questo sottogenere sci-fi.
Pur affrontando la scienza del viaggio nel tempo in modo dichiaratamente leggero, gli spettatori curiosi potrebbero rimanere delusi per la carenza di particolari, soprattutto per quanto riguarda il terribile futuro che Adam vuole a tutti i costi prevenire.
Visivamente il film si presenta in modo spettacolare, con effetti speciali in abbondanza e combattimenti dalle buone coreografie. Eppure la sceneggiatura presenta delle lacune, alcuni personaggi sono stati scritti approssimativamente. Al ruolo di Laura viene dedicato davvero poco spazio se non un fortissimo, ma mai davvero approfondito legame con l’Adam adulto, mentre l’antagonista Maya Sorin purtroppo rimane totalmente anonima e spinta da motivazioni banali.
The Adam Project è una commedia d’azione dissacrante e ironica, dai toni leggeri chiaramente indirizzata a tutta la famiglia. Una storia che sa far ridere, ma che fa riflettere su come ci relazioniamo con la parte più pura di noi stessi, e spingerci ad abbattere le distanze che nascono tra genitori e figli.

