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Arte

Tamara de Lempicka: icona carismatica dell’arte anni ‘205 minuti di lettura

Algida, emancipata, libera, anticonformista, trasgressiva. Questi sono gli aggettivi che meglio delineano la personalità di Tamara de Lempicka. Tamara Rosalia Gurwik Górska nacque a Varsavia nel 1898, da una famiglia di aristocratici polacco russi.

Esponente di punta del movimento artistico dell’Art Déco, seppe immortalare su tela il contesto storico degli anni Ruggenti e tutti i mutamenti sociali, artistici e culturali ad essi correlati.

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Lo spirito di un ritorno alla normalità dopo la Prima guerra mondiale portò con sé prosperità, modernità, sviluppo industriale ed una nuova generazione di donne, svincolate dalla morale sessuale del tempo.

Ecco dunque che figure femminili eleganti, sofisticate, sensuali, ma pur sempre con uno sguardo rivolto altrove velato di malinconia, divennero le protagoniste assolute delle opere di Tamara. Il celebre Autoritratto nella Bugatti verde, datato 1929, è il simbolo di un’epoca.

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Autoritratto nella Bugatti verde, Tamara de Lempicka

L’artista si ritrasse alla guida di un’auto di lusso, status di ricchezza ed emancipazione femminile. Il trucco impeccabile, le labbra rosso fuoco, i guanti di daino a ricoprire le mani sul volante, il caschetto dal quale sfugge ribelle un ricciolo biondo, restituiscono l’immagine determinata e indipendente di una donna artefice del proprio destino. I grandi occhi catturano con prepotenza l’attenzione dell’osservatore. La sciarpa riempie interamente tutto lo spazio visibile dell’abitacolo, quasi a sottolineare l’ego della pittrice, rimarcando che vi è posto esclusivamente per lei. L’autoritratto fu commissionato per la copertina della rivista tedesca Die Dame.

Lo stile pittorico di Tamara de Lempicka rivela l’influenza del cubismo e dei maestri rinascimentali studiati durante i suoi viaggi. Le figure dai volti spigolosi sono definite attraverso contrasti netti di luci ed ombre. Nelle sue opere il colore, a dispetto di una gamma cromatica ristretta, assume un ruolo centrale. L’intento dell’artista era quello di essere originale ed immediatamente riconoscibile.

“Tra un centinaio di dipinti, si potrebbe riconoscere il mio, il mio obiettivo era: non copiare. Creare un stile nuovo, colori chiari, luminosi; scoprire l’eleganza nascosta nei miei modelli”.

Tamara de Lempicka: una vita sopra le righe

Dopo la prematura scomparsa del padre, Tamara de Lempicka trascorse la sua infanzia con la madre ed i suoi due fratelli. Nel 1907 il viaggio con la nonna materna Clementine in Italia ed in Francia, le fece scoprire la passione artistica e la pittura rinascimentale e all’età di 10 anni iniziò a dipingere con gli acquarelli.

Studiò presso prestigiosi college svizzeri e polacchi ed assorbì dagli ambienti frequentati il culto della nobiltà e dell’aristocrazia, dal quale non si libererà mai più. A San Pietroburgo dove si trasferì, conobbe Tadeusz Lempicki, nobile avvocato che diventerà suo marito, prima dello scoppio rivoluzione russa. Da questa unione nascerà la figlia di Tamara, Kizette, più volte ritratta dall’artista.

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Kizette al balcone, Tamara de Lempicka

Scampato all’arresto da parte dei bolscevichi per la sua militanza controrivoluzionaria, il consorte e Tamara si rifugiarono a Parigi, dove l’artista si iscrisse all’Académie de la Grande Chaumière e conobbe i maestri Maurice Denis e André Lhote.

La sua vita mondana, tra feste e salotti dell’alta borghesia, procedette di pari passo con la sua fame di notorietà ed affermazione. Nel 1922 espose presso il Salon d’Automne e 3 anni dopo si tenne la sua prima mostra personale a Milano. E proprio durante la sua permanenza in Italia, si narra sia stata oggetto di avances da parte di Gabriele D’Annunzio, al quale tuttavia non cedette.

La pittrice non fece mai mistero della sua bisessualità ed intrattenne incontri e relazioni con mecenati e modelle.

“Io ho sempre amato le persone che ho ritratto, donne o uomini che fossero! Naturalmente occorrerebbe mettersi d’accordo sul termine amare.”

Tra queste, la più celebre è probabilmente Rafaëla, musa di numerosi ritratti sensuali.

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Le Rêve, Tamara de Lempicka

L’artista descrisse così il loro primo incontro.

“Improvvisamente, noto che una donna cammina pochi metri davanti a me. Tutte le persone provenienti dalla direzione opposta si fermano a guardarla. Girano la testa quando passa. Sono curiosa, cosa c’è di così straordinario? Decido di camminare a passo svelto per superarla, mi giro e cammino lungo il sentiero nella direzione opposta, e capisco perché tutti si fermano. È la donna più bella che abbia mai visto: grandi occhi neri, una bocca sensuale, un bel corpo. La chiamo e dico: “Signorina, sono una pittrice e vorrei che posasse per me. Lo farebbe? Lei risponde “Sì. Perché no?”.

Nel 1928 Tamara divorziò dal marito ed iniziò una nuova relazione con il barone Kuffner, che sposerà nel 1933, con il quale si trasferì a New York. La pittrice nel corso degli anni ‘60 rivolse la propria attenzione verso l’arte astratta e adottò una nuova tecnica pittorica che prevedeva l’utilizzo della spatola. Tuttavia, questa svolta non incontrò il favore della critica e del pubblico.

Tamara de Lempicka morì a Cuernavaca, in Messico, nel 1980. Le sue volontà testamentarie vennero rispettate: il suo corpo fu cremato e le sue ceneri sparse sul cratere del vulcano Popocatepetl.

Copywriter e redattrice freelance, appassionata di libri e scrittura, spero un giorno di poter produrre narrativa per ragazzi. Il mio motto è "Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo".