
Spiderhead. La recensione del film distribuito da Netflix4 minuti di lettura
Il 17 giugno 2022 Netflix distribuisce un nuovo film sulle sperimentazioni farmaceutiche di uno ‘scienziato pazzo’. Spiderhead è l’adattamento cinematografico del racconto fantascientifico Fuga dall’aracnotesta (Escape From Spiderhead) di George Saunders, pubblicato sul New York Times. Joseph Kosinski dirige ancora una volta Miles Teller, visto in Top Gun: Maverick, affiancato da un sorprendente Chris Hemsworth.
La trama
L’Aracnotesta è un penitenziario situato all’interno di un arcipelago in una località sperduta. Steve Abnesti (Chris Hemsworth) è il direttore del penitenziario, ma l’Aracnotesta non è un semplice carcere: è anche un centro di ricerca sperimentale nel quale i detenuti si offrono volontari per la sperimentazione di importanti farmaci. O almeno è cosi che il direttore ha presentato la struttura ai detenuti-pazienti.

Miles Teller è Jeff, un giovane ragazzo che sconta un pena per omicidio dopo aver fatto un incidente in macchina che ha provocato la morte del suo migliore amico. Sono numerosi i detenuti all’interno del centro di ricerca, sia donne che uomini e Jeff ha instaurato un profondo legame di amicizia con la detenuta Lizzy. Entrambi condividono l’incarico della preparazione dei pasti per gli altri detenuti.
La quotidianità e i rapporti sociali all’interno del penitenziario sono anomali: regna l’armonia e la cordialità fra quasi tutti i detenuti. Il direttore ha imposto una tipologia di relazione molto informale tra sé e i detenuti; vive anch’egli nel penitenziario e si serve dalla cucina dei detenuti, i quali possiedono oggetti e strumenti di gioco o di lavoro concessi dal direttore. In un ordinario penitenziario tale trattamento non è previsto.

Il farmaco N.40
Lo spettatore è quindi già in allerta: il possesso di tali oggetti non può essere stato concesso senza niente in cambio. Infatti i detenuti sono continuamente sottoposti a degli strani test. Il loro corpo è stato modificato: sulla parte inferiore della schiena è stato posto un dispositivo che consente al direttore di controllare a distanza, tramite un cellulare, l’eventuale iniezione dei farmaci in via di sperimentazione.
Uno di questi farmaci è chiamato N. 40 e agisce sul controllo emozioni. Steve ha già pensato al nome commerciale di questo farmaco: Instatamor. L’iniezione di tale farmaco agisce sulla sfera erotica, producendo nei pazienti delle reazioni fisiche violente, di cui il paziente, una volta smaltito l’effetto, conserva una spiacevole sensazione.
Jeff è sottoposto spesso a iniezioni di questo tipo. Steve osserva il suo comportamento con l’intenzione di scoprire se l’N. 40 lascia un effetto residuo. Jeff è posto a confronto con un’altra detenuta alla quale viene somministrato l’N. 40: improvvisamente entrambi si rendono protagonisti di un amplesso sessuale violento, al quale Steve assiste con la speranza che i due detenuti si desiderino anche dopo averne smaltito l’effetto.

In realtà accade l’opposto: quando i due pazienti ritornano in sé provano una sensazione di disagio, come se avessero subito un abuso, tale da evitarsi reciprocamente più che cercarsi. Questa scoperta suscita la disperazione di Steve: ora lo spettatore può rendersi conto di quanto il direttore sia subdolo e cinico.
«La pressione forma i diamanti»
Steve coinvolge i detenuti nei suoi folli test attraverso il ricatto e insistendo sul senso di colpa che essi provano nei confronti degli atti che hanno portato alla loro condanna. I detenuti-pazienti come Jeff e l’amica Lizzy pensano che, acconsentendo alle richieste di Steve, possano in parte liberarsi del fardello delle loro colpe.
Steve in modo astuto trasforma il senso di colpa dei detenuti in libero arbitrio: il detenuto ritiene di meritare il dolore che prova e che ha scelto di provare. Ma la svolta è dietro l’angolo, non appena Jeff si renderà conto che le logiche di Steve e quelle della convivenza all’interno della struttura non sono come sembrano.
Chris Hemsworth nei panni dello ‘scienziato pazzo’ sorprende; un ruolo per lui inusuale ma che vince e convince. Spiderhead è un buon film di fantascienza anche se il finale scontato e sbrigativo rovina, in parte, il clima di tensione creatosi e le aspettative dello spettatore.

