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Cinema

Soul: Pixar conquista di nuovo gli Oscar4 minuti di lettura

Soul è l’ultimo film Disney candidato all’Oscar e il 27esimo per la casa cinematografica. Questa volta l’indirizzo intrapreso sembra essere più marcato, un film adulto, volto a confrontarsi con i più grandi successi Dreamworks.

Soul indaga prima, durante e dopo la vita

Soul racconta la storia di Joe Gardner (Jamie Foxx), un maestro di musica che sogna di diventare un pianista jazz, il nuovo Thelonious Monk. Finalmente grazie ad un amico, riesce ad ottenere un provino per la grande Dorothea Williams. Tutto va come deve andare. La serata è pronta, il vestito è stirato e le scarpe sono lucide, ma Joe fa un passo falso.

Finito sul ponte dell’Oltremondo tenta in ogni modo di scappare, e riesce fortuitamente ad arrivare nell’Antemondo, luogo dove le nuove anime vengono plasmate per il loro arrivo sulla Terra. Joe viene scambiato per un mentore, gli viene così assegnata 22 (Tina Fey), un’anima cinica che non ha nessuna intenzione di andare sulla terra. I due stringono un patto, Joe aiuterà 22 a trovare la sua “scintilla” (uno scopo nella vita) in modo da poter essere libera, mentre 22 una volta ottenuto, consegnerà a Joe il pass per tornare sulla terra. Le cose non vanno come previsto e le loro anime vengono catapultate sulla terra, ma nei corpi sbagliati. I due tenteranno di sistemare le cose, iniziando un viaggio alla scoperta di quello che realmente la vita dovrebbe essere.

Soul è mosso dal sentimento, la storia non è sicuramente per bambini e questa è probabilmente l’unica critica che gli si potrebbe muovere. Ma se il fine giustifica il mezzo, allora l’intento ha raggiunto il risultato desiderato. Non siamo davanti al Re Leone o La Bella e la Bestia ed una scelta del genere oggi non è così banale, come neanche la domanda da porsi. I bambini di oggi guardano ancora i film d’animazione? Probabilmente no, ed è per questo che persino la Disney ha intrapreso la strada che anni fa aveva portato alla nascita della Dreamworks. Film d’animazione che abbiano un pubblico totale, dal neonato all’anziano. Questa pellicola ne è l’esempio più esemplificativo ed è un piacere vedere che anche cambiando rotta, la qualità non faccia che crescere.

Soul cammina sulla tastiera di un pianoforte, ogni nota è dolce e amara: narra di depressione, della paura di non farcela, e di felicità. Di come non si riesca a trovare un senso a questa vita, ma anche di come averne uno a volte ti riesca a portare in alto, per poi farti cadere e frantumare in mille pezzi. 

La musica come filo conduttore

La musica è la voce che guida questa pellicola, Jon Bastiste e Trent Renzor e Atticus Ross compongono il trio che ha ideato le colonne sonore del film, il primo per lo schema jazz e gli altri per le sequenze elettroniche nell’Antemondo. Il trio ha conquistato questa notte l’Oscar alla Miglior Colonna Sonora, scalzando film di altissimo livello come Sound of Metal.

Fino alla conclusione del film, con It’s All Right cantata da Celeste, è evidente quanto siano le note le vere protagoniste del film. Il mondo di perdizione in cui si trova un musicista mentre suona è rappresentato fantasticamente nelle sequenze di pianoforte di Joe, ed è anche la linea guida che porta a comprendere quanto il desiderio se portato all’estremo sia il motivo dell’infelicità. Infatti, Joe alla fine riesce a realizzare il suo sogno, ma non prova la sensazione che si aspettava, ha passato la vita con un obbiettivo e ora non ha più niente che lo spinga ad andare avanti.

Forse perché non serve andare in cerca di una “scintilla” quando il mondo intero è elettricità, e persino un pezzo di pizza o una foglia che cade, nascondono il senso della vita.

Laureato in Relazioni Internazionali, scrive da alcuni anni per testate specializzate in Cinema, Arte e Musica. Nel 2021 fonda Art Shapes, per dare voce a chiunque avesse voglia di raccontare la vita a modo suo.