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Cinema

SIC: su Sky il docufilm a 11 anni dalla morte di Marco Simoncelli3 minuti di lettura

Esce su Sky il docufilm “SIC” firmato da Alice Filippi, sul compianto pilota Marco Simoncelli, oggi lo ricordiamo nel giorno del suo 35esimo compleanno.

L’infanzia su una moto

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Scena del film “SIC”

“World Champion”, Marco lo scrive sui banchi sin da bambino, vuole correre con le moto, e diciamo che se nasci in quella regione lì, un po’ ce l’hai dentro. 

Il padre Paolo lo mette in sella sin dai 3 anni, e il bambino rimane folgorato dalla bellezza delle due ruote. Si capisce che il ragazzo ha la stoffa, si diverte e vince tanto, la strada è breve per i campionati che contano. In quegli anni, poco più grande di lui, c’è un altro ragazzo che sta andando forte, Valentino Rossi, anche lui romagnolo di origini. Il pilota lo prende sotto la sua ala, e i due iniziano ad allenarsi insieme con le moto da cross in una cava.

Simoncelli però ha un problema, è alto. Non ha il fisico da motociclista, è robusto, ha le gambe lunghe e sulla moto quasi non ci sta. Però va forte davvero.

Arrivato nel campionato 250cc debutta con l’Aprilia, da li comincia il rapporto difficile con il nuovo team, ma soprattutto con la moto, che non riesce a cucirsi addosso. Nel 2006 dopo solo poche gare sembra già “bollito”, Aprilia decide di focalizzarsi su un altro pilota e lo manda nel gruppo “clienti”, per i meno addentro la questione, gli assegnano la moto meno competitiva.

Da qui nasce il “SIC”, Sbattiamonecene i Co***oni, perché la storia la fanno le persone, e Marco l’ha dimostrato. Con la nuova moto, Simoncelli riesce ad essere fin da subito competitivo, e a togliersi qualche soddisfazione.

Un docufilm familiare

Marco Simoncelli

La cifra stilistica scelta per “SIC” è molto simile a un docufilm da poco uscito sulla vita del Maestro Ennio Morricone, vi lasciamo qui la recensione

La storia è raccontata dalle interviste alle figure importanti della vita del pilota: il padre Paolo, la fidanzata Kate, il contendente al titolo Alvaro Bautista, gli amici e Valentino Rossi. Nonché dalle parole dello stesso Simoncelli, che a colpi di “Diobo”, porta tutta la sua genuinità a favore di camera. 

Il filo conduttore di SIC è proprio la semplicità, per quanto la vicenda di questa leggenda abbia un epilogo straziante, il film si concentra sulla bellezza della storia sportiva. Sarebbe stato semplice fare del pietismo, perché si tende a dimenticare come ha vissuto qualcuno, una volta che non c’è più. In questa storia si vuole invece ricordare con un sorriso, innondati dall’affetto che le persone intorno a Marco sembrano aver provato per lui.

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Marco Simoncelli

Per quanto sia un film sincero e vero, a volte risulta un po’ essenziale nella sua forma. Soprattutto se non si è appassionati al mondo del motociclismo, forse tutta questa familiarità nei racconti può risultare vuota di contenuti. Nonostante ciò, questa genuinità è molto più vera di quanto possa fare qualunque speculazione sul dolore, volta a favorire la straordinarietà della vicenda.

Ancora oggi rimane nel cuore degli amanti delle due ruote, ma anche di chi è stato rapito dalla sua simpatia, e da quei ricci impazziti. 

Tanti auguri Sic.

Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera

Marco Simoncelli

Laureato in Relazioni Internazionali, scrive da alcuni anni per testate specializzate in Cinema, Arte e Musica. Nel 2021 fonda Art Shapes, per dare voce a chiunque avesse voglia di raccontare la vita a modo suo.