
La scuola cattolica: un film per ragazzi, vietato ai minori5 minuti di lettura
Ispirandosi al libro di Edoardo Albinati (Premio Strega nel 2016), il regista Stefano Mordini riporta in luce un fatto di cronaca italiana, conosciuto come il massacro del Circeo del 1975. La scuola cattolica, viene presentato in anteprima fuori concorso alla 78esima mostra del cinema di Venezia ed è uscito al cinema lo scorso 7 Ottobre.
Un film destinato ai giovani, che denuncia la violenza sulle donne, è stato però censurato ai minori di 18 anni. Un controsenso.

Il delitto del Circeo e la Roma bene
Il film racconta dello stupro e della violenza subita per ore dalle due giovani donne Donatella Colasanti e Rosaria Lopez (rispettivamente 17 e 19 anni). La notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975, da parte di tre coetanei provenienti da famiglie della borghesia romana, Andrea Ghira, Angelo Izzo e Giovanni Guido, conosciuti poco tempo prima.
La notte del 30 settembre dal bagagliaio di una Fiat bianca 127, emergeva il volto insanguinato e stravolto di Donatella, sopravvissuta solamente per essersi finta morta. Accanto a lei, giaceva immobile e sfigurato il corpo dell’amica Rosaria, vittima innocente della furia omicida di quella notte.
Il grido di aiuto di Donatella, venne fortunatamente sentito da una guardia notturna, che portò così alla luce un orrore che altrimenti sarebbe rimasto sepolto insieme a quei due corpi offesi e straziati.
Il film inizia, e si conclude, con l’immagine di quell’auto, status symbol della classe medio borghese di quegli anni, nella quale si nascondeva però l’immoralità criminale di quella stessa società.
Società che viene descritta attraverso gli occhi del giovane Edoardo, studente di una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della Roma bene, tra i quali ritroviamo due dei tre assassini.

La censura del film “La scuola cattolica”
Il film ha affrontato la sua uscita nelle sale italiane con il divieto ai minori di 18 anni imposto dalla commissione per la censura. Le cause principalmente, oltre alle “scene assai violente degli ultimi 20 minuti”, ricadono su un’altra scena del film. Il professore di teologia spiega ai suoi studenti, tra i quali gli assassini del Circeo, l’origine del bene e del male attraverso un quadro rappresentante la flagellazione di Cristo.
Nelle parole provocatorie dell’insegnante emerge, secondo la critica, la volontà di mettere sullo stesso piano Gesù e i flagellanti, trasmettendo così ai ragazzi il pensiero che non ci possa essere bene senza male, e che non ci possa essere una vittima senza un carnefice.
Le motivazioni ufficiali della Commissione sono le seguenti:
“Il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti.”
Le diverse risposte dei protagonisti
Un’interpretazione dalla quale prende nettamente le distanze il regista Mordini:
“Questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, pur provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male.”
La censura è stata accolta da numerose critiche, soprattutto da parte della casa di produzione cinematografica Warner Bros, e denunciata sui social dall’attrice Benedetta Porcaroli (nel film Donatella), e Federica Torchetti (Rosaria).
Scrive così Benedetta sotto ad un suo post:
“Inutile esprimere il mio rammarico e il mio dolore, in quanto donna e in quanto essere umano. Stiamo facendo enormi passi indietro.”
Anche i familiari delle vittime, nonostante il grandissimo sforzo emotivo nel rivivere quei drammatici eventi, hanno apprezzato il film per:
“la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni”.
Dal carcere invece, Angelo Izzo, condannato a due ergastoli per questo ed altri delitti, prende le distanze da chi vuole attribuire le responsabilità delle sue azioni ai preti della scuola cattolica e alla società dell’epoca:
«Lo vogliono far passare come un fatto storico. Fu una porcheria, punto e basta», ammette, aggiungendo anche di aver invitato il suo avvocato a muovere causa contro la stessa casa produttrice.

Le nostre conclusioni sul film “La scuola cattolica”
Nel suo complesso, la trama in alcuni momenti appare confusa, troppo ricca di dettagli superflui e fini a se stessi. Le trame secondarie sono poco chiare e lasciate tutte in sospeso: madri poligame, genitori segretamente omosessuali, ragazzi deviati, la morte improvvisa di una bimba. Insomma, delle tragedie nella tragedia.
Sembra quasi che l’intento fosse di arrivare alla fatidica ora e mezza di pellicola, riempiendo di storie vuote la strada che porta al finale del film, ovvero la strage in se, togliendo invece spazio all’approfondimento delle vite e delle caratteristiche dei protagonisti.
In ogni caso è impressionante come ai giovani di oggi, abituati a conoscere ogni genere di violenza attraverso tutti i mezzi a loro disposizione, venga proibito di poter conoscere la ricostruzione di una storia vera, riguardante delle loro coetanee.
Da ricordare che a febbraio 2021, il ministro della Cultura Dario Franceschini, aveva firmato il decreto che avrebbe dovuto cancellare la censura in Italia, così da lasciare la libertà agli artisti di esprimersi. L’ultimo film vietato ai minori di 18 anni in Italia risale al 1998.
Sogliono essere odiatissimi coloro che chiamano le cose con i loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa il male né il male stesso, quanto chi lo nomina.
Giacomo Leopardi

