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Scolpite. La statuaria femminile si prende il suo spazio a Palazzo Reale4 minuti di lettura

La mostra Scolpite vuole favorire, attraverso il lavoro di 35 artiste appartenenti all’Associazione donne fotografe, una riconsiderazione critica della figura della donna, sia all’interno del mondo artistico sia nell’immaginario comune. Il percorso rappresenta anche il punto di partenza per un’importante rivoluzione della statuaria pubblica. La mostra sottolinea come, tra le centinaia di sculture dedicate a personaggi di rilievo nella storia, quasi nessuna sia dedicata ad una donna. 

L’esibizione sarà presente all’interno delle Sale degli Arazzi del Palazzo Reale di Milano fino al 5 settembre. Il tutto è organizzato dall’Associazione donne fotografe insieme a Terre des Hommes ed è inserita nel palinsesto culturale “La bella Estate” del Comune di Milano.

Rivoluzionare i modelli della statuaria

Subito notiamo come la mostra non voglia esporre il problema della mancanza di simboli e icone femminili all’interno della statuaria milanese in maniera vittimistica. L’esibizione, infatti, riesce a mostrare tutta la positività con la quale le fotografe hanno immortalato l’universo femminile nel pieno della sua energia e vitalità. 

L’indagine sul rapporto della statuaria pubblica con le donne del passato e del presente sottolinea in maniera chiara l’enorme sproporzionalità all’interno della statuaria e non solo. Per dare un’idea del problema basti pensare che solamente all’interno dei Giardini pubblici a Porta Venezia di Milano, sono presenti ben 14 statue di uomini. L’unica figura femminile non è per celebrare una donna ma una rappresentazione allegorica dell’Italia.

E, come sottolinea Gigliola Foschi nel testo critico della mostra, è molto probabile che sia donna solamente perché “Italia” finisce con la lettera “a”.

Tra i pannelli della mostra possiamo trovare molte storie di donne, diverse tra loro ma accomunate da un unico destino, l’essere state dimenticate. Donne nascoste dal palcoscenico della storia poiché rifiutarono un sistema di regole e ideali che non potevano più accettare.

È il caso, ad esempio, della scultrice Camille Claudel, che Raffaella Benetti riesce ad omaggiare fotografando un ritratto della scultrice creato da colui che amava, Auguste Rodin. Ma, in questo caso, il suo ritratto risulta inciso, graffiato, ferito. Segni che sottolineano la brutale violenza con la quale Camille è stata prima rifiutata dalla società e poi nascosta dal mondo. Camille fu infatti rinchiusa in un manicomio fino alla sua morte in quanto donna forte ed emancipata, troppo per la società del tempo. Ma quello di Camille non è l’unico racconto presente all’interno della mostra, ogni fotografia racconta infatti una storia diversa e che vale la pena conoscere.

Ritratto di Camille Claudel- Scolpite
Ritratto di Camille Claudel, Raffaella Benetti, 2020.

La missione e i protagonisti

L’intento, perfettamente raggiunto, di Scolpite e delle fotografe si unisce alla campagna Indifesa che la fondazione Terre des Hommes porta avanti ormai da dieci anni. Una missione volta alla difesa per i diritti delle bambine e ragazze che nel luglio del 2020 ha visto la nascita dell’iniziativa #UnaStatuaPerLeBambine , che vuole spingere i cittadini milanesi a soffermarsi concretamente sulla questione dell’identità di genere, oggi più che mai necessaria.

Tutto ciò in ottica di una revisione della scelta e proposizione di modelli e figure di rilievo per le nuove generazioni attraverso la dedica di statue e monumenti a donne che nel loro campo hanno fatto la storia. Una missione di grande importanza a cui tutti possono partecipare lasciando una firma sul sito dell’organizzazione.

Scolpite, l’Associazione Donne Fotografe e Terre des Hommes riescono a raccogliere una serie di fotografie capaci di indirizzarci verso una riflessione sulla figura e alla presenza della donna nella nostra società. E lo fanno mostrandoci immagini e storie di donne che finalmente trovano lo spazio che meritano. Figure femminili che troppo a lungo sono rimaste nascoste, dimenticate o lasciate nell’ombra. Queste storie riescono ora ad emergere e a raccontare le proprie vite attraverso il lavoro di 35 fotografe. Artiste che hanno saputo cogliere nel migliore dei modi l’intento e gli obiettivi di questa mostra.

Ogni fotografa riesce nel suo intento utilizzando approcci e stili costantemente diversi che danno origine a percorsi concettuali e teorici sempre interessanti. Percorsi differenti che nascono automaticamente durante il percorso e che generano un universo di possibilità e stimoli. Spunti utili per favorire un cambiamento concreto nella visione del corpo femminile e la sua rappresentazione pubblica.

Artiste per Scolpite:

Vittoria Amati, Tiziana Arici, Alessandra Attianese, Lucia Baldini, Isabella Balena, Raffaella Benetti, Patrizia Bonanzinga, Marianna Cappelli, Loredana Celano, Isabella Colonnello, Antonietta Corvetti, Giovanna Dal Magro, Margherita Dametti, Colomba D’Apolito, Isabella De Maddalena, Flavia Faranda, Fulvia Farassino, Simona Filippini, Antonella Gandini, Claudia Ioan, Silvia Lelli, Sonia Lenzi, Marzia Malli, Giuliana Mariniello, Paola Mattioli, Melania Messina, Rosetta Messori, Antonella Monzoni, Bruna Orlandi, Nicoletta Prandi, Patrizia Pulga, Patrizia Riviera, Anna Rosati, Margherita Verdi, Amalia Violi. 

Info pratiche

Scolpite. Riflessioni fotografiche intorno alla statuaria femminile

una mostra Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale in collaborazione con Terre des Hommes

A cura di Associazione Donne Fotografe

Photo editing di Paola Riccardi

Testo critico di Gigliola Foschi

Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12, Milano

Orari:

  • Da martedì a domenica dalle 10 alle 19:30
  • Giovedì chiusura alle 22:30
  • Lunedì chiuso

Biglietti:

Ingresso gratuito

Mi chiamo Marco Celi, laureato in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Milano ho da sempre avuto un forte interesse per l’arte e i musei in tutte le loro forme.