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Cinema

San Valentino non ti temo: 7 film in cui l’amore NON trionfa12 minuti di lettura

La festa degli innamorati vi fa venire il diabete? Non ne potete già più di cuoricini, frasi romantiche e proposte turistiche per coppiette? Non siete soli. Se anche per voi San Valentino è un momento in cui dovete tenere sotto controllo l’indice glicemico, ecco una selezione da parte della nostra cinica redazione di 7 film in cui l’amore non vince, ma perde miseramente in favore di una narrazione più realistica di come gira il mondo.

Eyes Wide Shut (1999)

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Tom Cruise all’inizio del film al fianco di due modelle durante la sfarzosa festa

È il 1999 quando Nicole Kidman e Tom Cruise, felicemente sposati e amati da tutto il mondo, sono la coppia protagonista del nuovo film di Kubrick, Eyes wide shut.

Peccato, però, che dopo solo un anno la loro storia arriva al capolinea e neanche nel film i due vivono una storia d’amore così rosea. 

La pellicola è liberamente tratta dal romanzo Doppio Sogno di Arthur Schnitzler e ha inizio con una coppia di coniugi dell’alta borghesia di New York, Bill e Alice Harford, invitati a una sfarzosa festa di Natale di un ricco amico di Bill. Durante la festa, flirtano e ricevono molte avance e s’inizia subito a percepire la precarietà della relazione tra i due e la noia causata ormai dalla monotonia di una vita di coppia piena di crepe e non così solida come finge di apparire. 

Nel corso del film, Bill si troverà a girovagare per la città notturna, subendo non poche tentazioni e scoprendo un mondo nascosto che non pensava potesse esistere.

È il sesso che gioca un ruolo decisivo nel film e si unisce al potente mondo dei sogni, tra deliri, fantasie e immaginazione, arrivando alla fine a sottolineare quanto sia così potente da poter creare e distruggere insieme. 

Non è di certo un film da vedere con la propria dolce metà la notte di San Valentino, ma non temete, si potrebbe sempre provare a riparare un matrimonio facendo ricorso alle ultime parole di Nicole Kidman nel film:

-C’è una cosa molto importante che noi dobbiamo fare il prima possibile…

-Cosa?

-Scopare. 

Fabiola Miccoli

(500) giorni insieme

“Questa è la storia di un lui e di una lei. Ma vale la pena chiarirlo subito…non è una storia d’amore”.

Si apre così, con questa sincera confessione allo spettatore, il film del 2009 che vede protagonista Tom (Joseph Gordon-Levitt) e  Summer / Sole (Zooey Deschanel). Questa piccola perla dal sapore indie diretta da Marc Webb, parte dal semplice meccanismo per cui due personalità agli antipodi si attraggono: lui romantico, timido e sognatore, lei anticonformista, indipendente e frizzante.

Il film ci lascia con un retrogusto decisamente dolceamaro, ma ci regala anche una riflessione disincantata sui rapporti umani e sull’innamoramento, portandoci a rivalutare le aspettative che spesso riversiamo sull’altro, la nostra insensata attrazione per chi rimane distante da ciò che siamo realmente. Ci rende consapevoli, attraverso il non-lieto fine, del potere che possono avere i sentimenti, dell’influenza di questi sul nostro modo di percepire la nostra realtà e le persone che abbiamo accanto, di quanto sia importante ripartire da ciò che siamo e che vogliamo diventare. Anche per amare meglio chi arriverà.

La colonna sonora è da montagne russe: un mix perfetto tra romanticismo pop-rock e malinconia da abbandono.

Rachele Bettinelli

Weekend (2011)

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Nottingham. Londra. Dopo aver cenato con i suoi amici, Russel decide di andare in un locale gay con l’intenzione di non passare la notte da solo. Incontra Glen, uno studente di arte. La chimica è tutta lì fin dal primo sguardo, e i due finiscono a letto a casa di Russel. Nei due giorni successivi Glen e Russell continuano a vedersi e a scoprire sé stessi, condividendo esperienze e alimentando la loro connessione. La spigliatezza e la tranquillità di Glen con la sua omosessualità è d’ispirazione per Russel, che invece preferisce mantenere un profilo basso.

Glen rivela che l’indomani partirà per trasferirsi in Oregon, per iniziare un corso d’arte biennale. Nonostante questo, il loro legame continua a crescere. Glen confessa anche di essere contrario alle relazioni, in seguito a una storia finita male. Questo argomento fa scattare una discussione accesa tra i due, dalla quale entrambi imparano qualcosa. Anche in così poco tempo, è chiaro che tra i due potrebbe nascere un amore che garantirebbe a entrambi reciproco miglioramento e crescita. Ma ahimè. Il treno di Glen arriva. E i due si salutano per sempre.

Il potere di Weekend sta tutto nella lucidità con cui viene mostrato un germoglio d’amore non destinato a sbocciare. È un resoconto estremamente realistico della vita di oggi, così veloce, spesso e volentieri fatta di semplici momenti, incontri non destinati a durare ma nondimeno importanti. Rovesciamento della cultura cinematografica mainstream (punto il dito contro te, Disney) che ha “corrotto” molteplici generazioni con gli ideali dell’amore eterno e del “E vissero per sempre felici e contenti”, Weekend è un film dal retrogusto amaro.

Difficile non desiderare una relazione per Glen e Russell. Eppure, è proprio così che a volte va la vita. È perversamente liberatorio, in fondo, realizzare che non tutte le persone che incontriamo sono destinate a restare nella nostra vita, per quanto lo vorremmo o ci possano sembrare “quelle giuste”. Prima lo accettiamo meglio è. E soprattutto, è “meno” amore se non dura per sempre?

Massimo Vispo

La guerra dei Roses

Oliver (Micheal Douglas) e Barbara (Kathleen Turner) in una scena del film

La tagline con cui questo film venne annunciato nel 1989 non lasciava adito a dubbi: “Una volta nella vita capita un film che ti fa sentire come se ti innamorassi di nuovo per la prima volta. Questo non è quel film“.

La Guerra dei Roses, diretto da Danny De Vito, che si ritaglia anche un ruolo all’interno della pellicola, è un cinico e spietato ritratto di un matrimonio finito nel peggiore dei modi. Oliver (Micheal Douglas) e Barbara (Kathleen Turner) Rose sono una coppia perfetta: belli, ricchi, di successo e innamorati. All’apice delle carriere di entrambi, la coppia acquista una gigantesca villa, che Barbara sistema e arreda con amore. Dopo poco tempo però le cose tra i due iniziano a incrinarsi, tanto che dopo un ricovero in ospedale di Oliver, Barbara ammette al marito che la sua morte l’avrebbe resa felice.

La richiesta di divorzio arriva insieme a una richiesta: la donna vuole a tutti i costi la casa, nella quale ha riversato tutto il suo impegno. Oliver non ci sta e non solo non cede alle richieste della moglie, ma si rifiuta di abbandonare la villa. Inizia così una vera e propria guerra, fatta di dispetti crudeli, nel tentativo di annientare (in senso letterale) l’altro, fino a un epilogo che non lascia un briciolo di spazio al lieto fine.

Il film di Danny De Vito gioca sull’umorismo nero e sui cliché della vita di coppia. Barbara e Oliver si umiliano, si insultano e attentano alle rispettive vite, in un vortice che lascia lo spettatore tanto incredulo quanto divertito, pensando con un sospiro di sollievo che, per quanto tragico, il proprio matrimonio non arriverà mai a un simile livello. Forse.

Beatrice Curti

Promises (2021)

Un mercante di libri antichi, una gallerista e poi lui: il tempo non a caso sono presenti dei riferimenti al celebre romanzo di Proust: Alla ricerca del tempo perduto. Il tempo che si interpone prepotentemente tra i due protagonisti fin dal primo incontro e per il resto della loro vita.

Noi visualizziamo il tempo come una linea retta; invece è una spirale.

Un destino avverso quello che lega Alexander e Laura in un continuo rincorrersi lungo anni. Due vite che, salvo toccarsi in alcuni momenti che sembrano attimi fugaci di fronte all’ineluttabile fluire del tempo, finiscono sempre, inesorabilmente per allontanarsi e scorrere come due rette parallele. Un’alchimia istantanea, una passione che accende i due amanti sempre a un passo da quell’amore che di fatto non riesce mai a decollare.

Quando si conoscono, infatti, Laura è in procinto di sposarsi e Alexander sembra aver trovato un equilibrio nel suo matrimonio, dopo un passato intenso e un’infanzia complicata dai quali a stento è riuscito a riemergere. E così, seppur travolti da una passione lacerante che esplode già dal primo sguardo, i due finiscono per rimanere in balìa di un destino fatto di decisioni non prese, di scelte mancate.

Promises ci fa riflettere sulle possibilità che la vita ci offre, sugli incontri fortuiti che potrebbero cambiare il corso della nostra esistenza, sulle strade infinite che potremmo intraprendere se solo ne avessimo il coraggio. Una storia che ci lascia con l’amaro in bocca al pensiero di tutti quei “Chissà come sarebbe stato…” che finiscono per logorarci fino a che, di fatto, di tempo per percorrere alcune strade non ce n’è più.

Una pellicola intrisa di esistenzialismo che ci fa ripercorrere le tappe della vita di un uomo tormentato e di un amore che non sboccia mai davvero, un amore mai realmente vissuto e forse, proprio per questo, senza fine.

Non siamo mai stati bravi a dirci quello che provavamo l’uno per l’altra. Ed è da questo che so che abbiamo provato molto.

Marta Immorlano

Quattro matrimoni e un funerale (1994)

Sì, lo so, qualcuno storcerà il naso per questa scelta in un articolo sui film antiromantici. Quattro matrimoni…praticamente il trionfo dell’amore, il suggello di un’unione. E con quel finale sotto la pioggia con lui e lei che si baciano…quanto zucchero, quanto amore.

Quattro matrimoni e un funerale, invece, è una commedia romantica molto atipica. La vita sentimentale del trentenne Charles (Hugh Grant) che non riesce a trovare una stabilità emotiva con le donne. Fa da spettatore ai matrimoni dei suoi amici (spesso da testimone) in cui ritrova le sue vecchie fidanzate, deluse dai suoi comportamenti, a loro dire, irresponsabili. In mezzo a uno di questi eventi incontra l’americana Carrie (Andie MacDowell) di cui si innamora. Passano una notte insieme ma lei ritorna oltreoceano.

La vita continua, altri matrimoni coinvolgeranno Charles tra cui quello della ritrovata Carrie, con lo scozzese Hamish. Durante il ricevimento, però, morirà per infarto l’amico comune Gareth. Il discorso funebre letto dal suo compagno Matthew in ricordo della loro relazione, fa sorgere a Charles delle riflessione sull’essere single, sul fatto che cercare il vero amore sia solo una perdita di tempo.

Passa quasi un anno e Charles è pronto a sposarsi con Henrietta, una delle sue ex. Al matrimonio verrà anche Carrie, fresca di divorzio da Hamish. Charles, una volta scoperto ciò, entra in confusione…è Carrie la donna che ha sempre amato, mentre Henrietta è solo un ripiego. In totale stordimento Charles sale sull’altare, ma alla richiesta del prete di possibili impedimenti alza la mano David, il fratello sordomuto di Charles. Fa capire a gesti che lo sposo è innamorato di un’altra donna. E Charles conferma. La frittata è fatta…

A casa con i suoi amici Charles riceve l’inaspettata visita di Carrie. Lì il ragazzo dichiarerà sotto la pioggia il suo amore per lei chiedendole di NON sposarlo.

…tu saresti d’accordo a non diventare mia moglie? […] vuoi?

Lo voglio

Diretto da Mike Newell e scritto da quel geniaccio di Richard Curtis, Quattro matrimoni e un funerale divenne, insieme a Pulp Fiction, il caso cinematografico dell’anno. Costato relativamente poco (3 milioni di sterline) ne incasserà 250, rendendo Hugh Grant una star mondiale.

Luigi Maffei

Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004)

How happy is the blameless vestal’s lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray’r accepted, and each wish resign’d.

Da questi versi di Alexander Pope dall’opera Eloisa to Abelard del 1717 ha origine il titolo di uno dei film più belli e struggenti degli anni Duemila. Tradotto in italiano con lo sconsiderato titolo Se mi lasci ti cancello, la pellicola diretta da Michel Gondry e scritta da quel genio visionario di Charlie Kaufman è tutt’altro che una commediola romantica.

Joel (un incredibile Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet) si conoscono su una spiaggia e si innamorano uno dell’altra, senza sapere che in passato il loro amore è già stato vissuto e dolorosamente è finito. Dopo due anni di relazione naufragati infatti Clementine si è rivolta alla Lacuna Inc., una clinica in cui è possibile eliminare dalla propria mente ricordi specifici. In questo caso della fallimentare relazione tra lei e Joel.

L’uomo, scoprendo ciò che la fidanzata ha fatto, sceglie di compiere anche lui la stessa procedura, cercando di dimenticarla. Il processo, nonostante alcuni impedimenti, va a buon fine e anche lui la dimentica. Nonostante ciò sente di dover andare su quella spiaggia, proprio il giorno di San Valentino, dove trova proprio Clementine. Entrambi ignorano chi sia l’altro.

Quando i due scoprono tramite delle cassette registrate dalla clinica che la loro relazione era fallita, scelgono comunque di riprovarci, pur sapendo che la fine della loro storia sarà inevitabile.

Il film si dipana in un’ucronia, in cui i ricordi umani possono essere manipolati per impedirci di soffrire, ma non di compiere più e più volte gli stessi errori. La nostra mente ci conduce dove più abbiamo sofferto, ma anche dove siamo stati felici, sfidando la logica e la razionalità in favore dei sentimenti.

Giacomo Curti

Gli articoli firmati dalla redazione di Art Shapes. Pezzi collettivi o firmati a più mani dai nostri autori.