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Arte

Sacro Bosco di Bomarzo incontra l’arte contemporanea con la mostra Capsula del Tempo3 minuti di lettura

Per la prima volta, l’arte contemporanea entra negli spazi onirici del giardino Sacro Bosco di Bomarzo (VT), grazie alla mostra Capsula del Tempo, a cura di Serena Achilli, con le sculture di Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia.

Dal 16 luglio al 23 ottobre 2022 – nella cornice di uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, al fianco di case storte e bocche fuori misura, metamorfosi di corpi e animali – sarà possibile ammirare le creazioni contemporanee di due scultori che, sin dagli anni ’90, hanno fatto dell’arte la propria ragione di vita, tra ricerca e contaminazione. Entrambi romani, Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia, con le loro sculture, ripropongono lo spaesamento che ogni visitatore può avvertire e subire nel Sacro Bosco di Bomarzo, attraversando così un ponte temporale che si riconnette direttamente a questo luogo.

La mostra nasce dall’iniziativa congiunta tra il Sacro Bosco e l’Associazione Culturale ‘Arte e Benessere’ di Bomarzo, ed anticipa un denso programma di eventi per il cinquecentenario della nascita di Vicino Orsini che ricorrerà nel 2023.

Arte contemporanea e misticismo nel Sacro Bosco di Bomarzo

Opera di Tommaso Cascella. Foto di Alessandro Calderoni via HF4

È il 1552 quando Vicino Orsini inventa il suo Sacro Bosco “Sol per sfogare il core” dando inizio alla costruzione di uno dei luoghi più enigmatici del Rinascimento. Nel piccolo feudo di Bomarzo, Orsini crea un giardino surreale, straordinario e disorientante, un labirinto ermeneutico.

In epoca contemporanea Salvador Dalì per primo, poi Marcel Duchamp, André Breton, Willem de Kooning, Niki de Saint Phalle e molti altri personaggi dell’arte e della cultura visitano e rimangono affascinati dal mondo di Vicino, che dagli anni ’50 del secolo scorso è divenuto di proprietà e poi recuperato dalla famiglia Bettini. Un luogo che fa dell’arte il proprio strumento ma anche l’unico fine. 

Cascella e Scarmiglia, per le loro forme arcaiche, usano il ferro e il cemento per datare il nostro tempo tecnologico e precario. In una conversazione a due riprendono il fantastico e l’alchemico del Parco, inglobando tutto in un gioco di forma e luce intenso e fluido, in assoluta relazione e armonia con lo spazio. 

Opera di Sandro Scarmiglia. Foto di Alessandro Calderoni via HF4

È in questa dimensione che entrerà il visitatore di Capsula del Tempo. E qui ci si auspica che possa ritrovarsi immerso, camminando attraverso quest’arte misterica e senza tempo, e in contatto con altre dimensioni.

Un dialogo fra misteri, fra arti plastiche, in comunicazione tra loro lungo la linea del tempo e – al tempo stesso – con la stessa dimensione creativa a cui l’arte attinge da sempre, traendone fonte e ispirazione. È proprio in questa sfera di creazione e mistero che si incontrano, un universo parallelo e fantastico sospeso nello spazio e nel tempo al quale attinge l’arte e il nostro inconscio.

Laureata in Arti, Patrimoni e Mercati nel 2019, scrive di arte, cinema e lifestyle da diversi anni per diverse testate online, tra cui Milano Weekend, Artslife e Trend Online. Nel 2021 fonda Art Shapes per dare voce a chiunque voglia esplorare tutte le forme dell'arte