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dyens e mistero
Musica

Roland Dyens: il mistero tra ritmo e colore di “Songe Capricorne”6 minuti di lettura

Tra le composizioni del grande Maestro Roland Dyens, le pagine di Songe Capricorne non sempre vengono citate tra le più significative, ma il mistero musicale che le anima sa vibrare in tutta la sua potenza tra le mani degli interpreti.

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Roland Dyens è stato uno dei più grandi musicisti del nostro tempo. Artista, chitarrista interprete e arrangiatore, compositore, docente: la sua vita si è delineata tra sale da concerto e premi di prestigioso valore, che hanno riconosciuto il suo contributo monumentale allo sviluppo della musica per chitarra classica. La sua precoce vocazione, sostenuta da un ambiente familiare che viveva per la pittura, la scultura e il teatro, lo ha portato a formarsi con i più grandi Maestri del tempo, primo tra tutti Alberto Ponce – tra i suoi allievi si ricordano inoltre Ohana e Ruiz- Pipo.
Dyens fu un musicista poliedrico, con una naturale propensione all’improvvisazione e alla contaminazione tra generi anche “non classici”.

“Un musicista classico nelle mani, un musicista jazz nella testa”

Sia le composizioni scritte da Dyens, che la selezione del suo repertorio o la scelta degli arrangiamenti musicali, testimoniano uno stile flessibile ed eclettico. Dyens si riscopre nella tradizione colta e sedimentata segnata da Sor, Giuliani, Villa- Lobos e Ravel; allo stesso modo è profondamente legato alle canzoni popolari francesi e alle armonie del jazz; ancora, alcuni lavori profumano di musica araba e indiana.

J’ai un peu de gourmandise. Je suis gourmand. J’ai beaucoup d’appétit.

Intervista di Colin Cooper a Roland Dyens per Classical Guitar, numero di marzo 1995
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Per il chitarrista non esisteva una distinzione tra mondo colto e arte povera, ma riusciva a scivolare grazie al suo virtuosismo tra uno stile e l’altro senza soluzione di continuità. E pur nelle diverse forme, tra citazioni classiche, Homage, fantasie magiche e cadenze popolari, rimane indelebile l’impronta propria dell’autore. Così ogni interpretazione “apparteneva” a Dyens, piegata al tocco misterioso e perfettamente calcolato sullo strumento.

La “tavolozza” dell’artista

L’aspetto più importante nella ricerca espressiva del Maestro è senza dubbio il colore. Lui stesso ha più volte sottolineato le infinite potenzialità di uno strumento, così intimo e universale allo stesso tempo. Sia da interprete che da compositore, Dyens ha esplorato il mondo delle combinazioni timbriche della chitarra partendo dal tocco della corda vibrante: inclinazione, unghia e polpastrello, intensità, posizionamento lungo la cassa armonica. Il colore musicale, alla pari un pittore, diventa nelle sue composizioni il tramite necessario per riprodurre un’idea, una sensazione, carica emotiva e raffinatezze armoniche. Per questo i suoi brani sono costellati di indicazioni esecutive molto dettagliate: glissando, tremolo a corde incrociate, effetti, indicazioni melodiche e di articolazione del suono, fino a coprire ritmo e dinamica.

songe capricorne partitura
In foto, l’incipit di Songe Capricorne di R. Dyens, da cui si possono notare le abbondanti indicazioni di esecuzione presenti nelle partiture. Qui, in poche righe, si legge ad esempio “Libero come un’improvvisazione”, “poco metallico”, “dolcissimo”. “chiaro”, “ponticello”, “molto vibrato”, “poco crescendo”; questi suggerimenti poi sono accompagnati da una serie di segni grafici che chiarificano altre tecniche effettistiche della produzione del suono, come armonici, legati effettivi, melodici e con la mano sinistra, accordi arpeggiati, portamenti.

Il mistero musicale di Songe Capricorne

La prima particolarità che permea le pagine di Songe Capricorne riguarda la dimensione armonica del brano. L’interprete infatti trova subito come richiesta un’insolita scordatura della quinta corda in SI: questo determina per l’intero pezzo una coloritura armonica misteriosa e sognante. Il sapore onirico e l’evocazione della memoria sono inoltre date dal movimento sospeso dell’incipit, volutamente libero come un’improvvisazione; è correlato da legature, esecuzione di suoni armonici, giocato sul contrasto tra regolarità ritmica di quintine di trentaduesimi e corone che fermano il tempo musicale.

Songe Capricorne, interpretazione di E. Papandreou

Dyens tra evocazione e tecnica

La prima sezione di questo “sogno” è venata da un canto malinconico; escursioni verso gli acuti (caratterizzati da un leggerissimo e legatissimo crescendo dolce) vengono supportati da caldi bassi di sostegno e riproposte in forma di eco, fino ad approdare sull’Animando in un mondo quasi fiabesco. La liricità del tema riproposto confluisce in un gioco di luci, gocce di rugiada che esplodono delicatamente e anticipano la seconda sezione.

La partitura si anima in una pagina di virtuosa esecuzione con armonie misteriche, incalzanti ribattuti, accenti e realizzazioni di pattern ritmici simili ma continuamente spostati di un sedicesimo. La linea melodica viene poi proposta attraverso suoni armonici decisi che si rincorrono lungo la tastiera. Questi ribadiscono prepotentemente la loro natura nel dialogo con la linea del basso.

songe capricorne partitura
Attacco della seconda sezione del brano, caratterizzato dal sottofondo ritmico di sedicesimi realizzati sulla seconda sui quali si innestano sprazzi di colore dati da una serie tematica di suoni armonici.

Un lunghissimo arpeggio ondulatorio occupa la terza parte del brano. Si tratta del momento di maggior espressività nostalgica di Songe, realizzato grazie alla dimensione armonica e all’estrema liricità del canto. La melodia viene comunque inframezzata da veloci inasprimenti timbrici e dinamici che aprono gradualmente uno spiraglio verso la potenza sofferta delle prime righe dell’ultima pagina.

songe capricorne partitura
Primi pentagrammi dell’ultima pagina del brano

Dyens inserisce quindi un raccordo prima della ripresentazione del motivo iniziale dove si fa protagonista il registro basso dello strumento. L’atmosfera diventa momentaneamente cupa ed inquietante; risolve però in una levitazione sospesa e ritardante, per trovare pace nell’improvvisazione iniziale. Tre accordi rasserenati chiudono una delle più emozionanti composizioni per chitarra sola mai scritte.

Diplomata in conservatorio, laureata in lettere, amo le pagine consumate, le gallerie d'arte e le poltroncine dei teatri. Posso però garantire di essere anche una persona simpatica.