Art Shapes
canzoni-regina-elisabetta-min
Musica,  News

Rock’n’roll Queen, quando il rock inglese le cantava a Elisabetta II5 minuti di lettura

Buckingham Palace, interno giorno, marzo 2005.

Bryan May: “Voglia scusarmi Maestà se tre anni fa ho suonato God save the Queen sul tetto del Palazzo

Regina Elisabetta: “Ah, eri tu?” (Voltandosi poi verso Jimmy Page) : “Anche lei è un…

Jimmy Page: “Sì, sono anche io un chitarrista

Regina Elisabetta (avvicinandosi a Eric Clapton): “È da molto che suona la chitarra?

Eric Clapton: “Beh, da quasi quarant’anni Maestà

Una scenetta che se non fosse vera sarebbe da puntata dei Simpson. Era il marzo del 2005 e la Regina Elisabetta incontrò una delegazione di musicisti rock inglesi all’interno di Buckingham Palace. Un siparietto che si è tramandato oralmente per diversi anni fin quando non è stato caricato su Youtube un video dell’incontro.  Ma se la Regina in quell’occasione non riconobbe delle leggende del rock non si può dire che il rock non abbia conosciuto Elisabetta II dedicandole canzoni, album, perfino il nome di una band.

Se si vuole abbinare la musica a una qualsivoglia monarchia verrebbe in mente la classica, ma il Regno di Elisabetta è andato di pari passo con la storia del rock’n’roll ispirando le varie forme d’arte e diventando negli anni una vera icona pop. Il genere ribelle per eccellenza in terra albionica non è mai stato tenero nei confronti della Regina: simbolo delle regole e dell’ordine costituito, la monarchia è stata più volte presa di mira dalle chitarre della Union Jack, anche se negli ultimi tre decenni molti artisti (Mick Jagger, Sting, Eric Clapton e altri) sono stati insigniti di titoli nobiliari. Si nasce incendiari e si cresce (e muore?) pompieri.

Ecco dunque alcune canzoni ispirate dalla figura di Elisabetta II

God Save the Queen – Sex Pistols

(da Never Mind the Bollocks, 1977)

Forse il brano più famoso dedicato alla Regina. Era il 27 maggio 1977 e la strafottente band capitanata da Johnny Rotten mete in commercio il suo secondo singolo sbeffeggiando il volto di Elisabetta in copertina. L’anti inno per eccellenza nella storia del rock inglese.

Dio salvi la Regina/e il regime fascista/Ti hanno reso un deficiente/una potenziale Bomba H”. Passano gli anni, cambiano le idee, si spengono i roghi giovanili: Alcune dichiarazioni rassicuranti di John Lydon (vero nome di Rotten) nei confronti di Sua Maestà e il R.I.P. dell’8 settembre sulla sua pagina ufficiale hanno decretato la pace.

Her Majesty – The Beatles

(da Abbey Road, 1969)

È il 1969, i Beatles sono Baronetti da quattro anni e stanno incidendo Abbey Road in mezzo a tensioni fortissime tra i componenti della band.

Mentre stanno registrando i brani John Lennon sta seriamente pensando di rinunciare al titolo nobiliare per protesta contro il sostegno della Gran Bretagna agli Usa per la guerra in Vietnam. Tra i vari brani registrati per il disco ce n’è uno di brevissima durata, in origine inserito in uno degli straordinari medley del disco.

Si chiama Her Majesty, alla chitarra e alla voce Paul McCartney.  “Sua Maestà è una ragazzina molto carina/ma non ha molto da dire […] “Vorrei dirle che la amo tanto/ma mi devo riempire di vino”.

Nel 2002 lo stesso McCartney la intonerà davanti alla monarca inglese in occasione del Giubileo d’Oro per i 50 anni di Regno. Notevole nello stesso anno una cover dei Chumbawamba.

The Queen is dead – The Smiths

(da The Queen is Dead, 1986)

Il titolo più citato, e non poteva essere altrimenti, l’8 settembre 2022. The Queen is dead è la title track del terzo album degli Smiths di Morrissey e Johnny Marr, vera e propria pietra miliare della musica anni ‘80 inglese, e non solo.

Il brano mette alla berlina la figura della monarchia, di Elisabetta II e del figlio Carlo, allora Principe di Galles, secondo Morrissey totalmente succube della madre. “La monarchia è quanto di più lontano dalla nozione di democrazia” dichiarò una volta il cantante inglese. Elisabetta come Maria Antonietta? “Mi spiace davvero ma sarebbe una cosa meravigliosa” canta Morrissey.

Elizabeth, my dear – The Stone Roses

(da The Stone Roses, 1989)

Un minuto e poco più per la storica band di Manchester. Una dolce melodia introduttiva che prende in prestito lo standard inglese Scarborough Fair e strofe taglienti come lame: “Non mi fermerò fino a quando non avrò perso il trono/Il mio scopo è vero/Il mio messaggio è chiaro/Solo tende per te/Elizabeth, mia cara”. Più chiaro di così.

This is a low – Blur

(da Parklife, 1994)

Forse il brani più surreale in cui appare la Regina. Non è una canzone interamente dedicata a lei. Damon Albarn e soci, infatti, immaginano un viaggio in Gran Bretagna partendo dalla Baia di Biscay passando per le dive del Dogger e del Tamigi, fino ad arrivare a Malin Head, la punta più settentrionale del Regno, in Irlanda del Nord, dove “la Regina è impazzita, sta saltando giù dall’estremità della Nazione”.