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Musica

Rino Gaetano: in memoria di un finissimo e amatissimo cantautore3 minuti di lettura

Da quando Rino Gaetano non c’è più, la musica italiana è più povera; la sua voce ruvida e unica, l’attenzione per gli ultimi e, soprattutto, l’ostilità dichiarata verso la classe politica senza distinzioni, lo rendevano speciale. Oggi avrebbe settantuno anni e manca davvero molto. Quante splendide canzoni avrebbe potuto ancora regalarci interpretandole con quel suo essere dissacrante e brillante al tempo stesso, tormentato e fantastico nel comporre testi.

Canzoni & canzoni

Parlare di “Gianna”, “Nuntereggae più”, “Ma il cielo è sempre più blu” sarebbe scontato dal momento che vengono ancora trasmesse dalle emittenti radiofoniche e cantate da milioni di italiani. Come già detto, il segreto di tanto successo risiede proprio nell’attenzione a svariati temi, da quelli più leggeri a quelli di un certo peso, accompagnati da un ritmo trascinante e, per certi versi, scanzonato, con l’aggiunta della sua splendida voce che caratterizza e impreziosisce le sue composizioni. Proprio quest’ultima ha reso magica l’interpretazione della canzone scritta da Riccardo Cocciante “A mano a mano” a cui ha regalato una notorietà inaspettata che, per altro, condivide lo stesso argomento della sua poco fortunata “Sfiorivano le viole”, entrambe di tema amoroso.

Donare parole a chi non ha voce

La solitudine è invece la protagonista del brano, poco noto, “Mio fratello è figlio unico”, interamente dedicato all’emarginazione. Fortissimo e significativo a partire proprio dal titolo che sottende l’impossibilità di creare rapporti con gli altri, l’incomprensione, l’incomunicabilità e, in una sola parola, la solitudine. L’ imprescindibile condizione umana è ravvisabile in questi versi:

Mio fratello è figlio unico
Perché è convinto che Chinaglia
 
Non può passare al Frosinone
Perché è convinto che nell’amaro benedettino
Non sta il segreto della felicità
Perché è convinto che anche chi non legge Freud
Può vivere cent’anni

Perché è convinto che esistono ancora
Gli sfruttati malpagati e frustrati

Mio fratello è figlio unico
Sfruttato, represso, calpestato, odiato
E ti amo Mariù

Così il protagonista viene definito, in modo incalzante e martellante, come sfruttato, represso, calpestato, odiato; e poi deriso, frustrato, picchiato e derubato; ancora declassato, sottomesso fino ad arrivare all’impensabile metafora del “disgregato“. L’accumulazione con ripetizione e minime variazione è un tratto caratterizzante i testi del grande cantautore: basta ricordare che si delinea come struttura fondante della celebre Ma il cielo è sempre più blu. Grazie a questo espediente la denuncia dell’autore si fa ancora più carica e significativa, le immagini diventano progressivamente più incisive ed efficaci sull’ascoltatore.

Interessante è inoltre notare come ricorra spesso il nome Mariù che alcuni identificano con Mario, probabile nome dell’ipotetico fratello, mentre per altri  è una rievocazione della celebre “Parlami d’amore Mariù”. In questo secondo caso la citazione, inserita nel corpo del testo, rimanda al sentimento amoroso, unica nota di positività di un’esistenza grigia e complessa; si declina come solo fattore che cura, allevia le ferite, salvifico per l’uomo immerso in un continuo dolore.

Rino Gaetano era genialità, creatività, talento. Doti strappate alla vita a soli trent’anni: troppo pochi per un grande artista e un grandissimo uomo.

Laureata in Lettere Moderne (I livello), si è avvicinata al mondo della comunicazione frequentando un corso di formazione avanzata in Digital editor, incentrato principalmente sulla creazione di contenuti scritti o multimediali. Ascolta musica e legge di tutto