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La rievocazione della battaglia di Palestro: una mostra a cielo aperto3 minuti di lettura

Vi è mai capitata l’occasione di viaggiare nel tempo e di vedere luoghi, persone, avvenimenti ormai perduti? Lo scorso maggio è stato possibile a Palestro, durante la rievocazione della battaglia che ha coinvolto il piccolo comune del nord Italia nel lontano 1859.

Le bandiere delle nazioni che si sono sfidate sul campo di battaglia, Austria, Francia e Italia, erano ben visibili, ondeggiando leggere al vento; il clima di festa, arricchito da bancarelle con prodotti storici e non, era palpabile.

La rievocazione della battaglia di Palestro è un appuntamento immancabile per tutti coloro che amano la storia e le emozioni di un tempo lontano ma ancora molto vivo, una vera e propria mostra a cielo aperto.

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Soldati e fucili

GLI SCHIERAMENTI

Chi sono stati i protagonisti di questo evento storico? Se al centro sportivo comunale si poteva ammirare l’accampamento austriaco, cavalli inclusi, alla cascina dove alloggiò nel 1859 il re Vittorio Emanuele II, si trovava il fronte franco-piemontese.

Qui il 1° reggimento Zouave e i cacciatori delle Alpi, interpretati dal Gruppo Storico Montichiari, si sono resi disponibili per raccontare a tutti i curiosi di passaggio della vita in accampamento e della bellezza dell’essere rievocatore.

Il reggimento, spiegano i rievocatori, era una legione straniera, composta principalmente da mercenari delle colonie: per questo motivo la divisa dei soldati seguiva la moda araba, con ampi pantaloni rossi e stivali in pelle. Per lo stesso motivo i soldati hanno seguito gli ordini in francese impartiti dal loro sergente.

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Soldati in battaglia

LE DONNE IN BATTAGLIA

Con sorpresa, a rievocare la battaglia di Palestro non c’erano solo soldati, ma anche donne in divisa e in abiti civili. Non sono in molti a saperlo, ma durante le guerre c’erano molti motivi che spingevano una donna a seguire i vari reggimenti.

Alcune giovani sceglievano di prendere attivamente parte alla battaglia in qualità di soldato, spinte da patriottismo o l’amore per un uomo: figure del genere non venivano incoraggiate dalle leggi e dall’opinione pubblica, ma piuttosto sopportate. Alcune di loro potevano rivelarsi ottime menti nella strategia militare, ottenendo ruoli di comando e prestigio.

Non c’erano solo le combattenti, naturalmente: spesso l’esercito era seguito dalle vivandiere, donne legate in qualche modo hai soldati che li seguivano e li aiutavano nella vita di tutti i giorni all’accampamento. Queste donne erano le stesse che, a battaglia conclusa, soccorrevano i feriti.

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Le donne in battaglia

LO SCOPO DIDATTICO

Partecipare ad un simile evento significa non solo mettersi in gioco attivamente, interpretando personaggi e situazioni che oggi si possono vedere solo in televisione nei drammi storici. Significa permettere ad adulti e bambini di toccare con mano la nostra storia, far scoprire loro quanto potente fosse il suono di un cannone o quanto impressionante fosse una carica di cavalleria.

Il Gruppo Storico Montichiari si è spesso trovato a dare lezioni di storia a bambini e ragazzi. Dopo una prima fase di diffidenza nei confronti di queste strane persone vestite da soldati d’altri tempi, i più giovani fanno sopratutto domande riguardanti la presenza delle donne nel campo e le varie armi.

“Quando sparate, lo fate per davvero?”, chiedono.

La risposta è sempre la stessa: si utilizza polvere nera e non ci sono mai veri proiettili che possono ferire. Ogni azione è studiata al dettaglio per essere d’impatto ma inoffensiva.

Palestro, con i suoi cavalli e i suoi fucili, i soldati e i cannoni, è una grande occasione per vivere la storia, un evento che stupisce e appassiona, un modo speciale per viaggiare nel tempo.

Con una laurea magistrale in lingue e letterature straniere, mi considero creativa, determinata e curiosa. Coltivando la passione per la divulgazione e per le lingue che ho studiato, inglese e spagnolo, sono diventata docente. Oggi, alla ricerca di nuove e stimolanti sfide, amo scrivere di cultura, arte e intrattenimento. Con un passato nella giocoleria infuocata, nel tempo libero pratico tiro con l'arco.