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Cinema

Due parole su “La meravigliosa storia di Henry Sugar”3 minuti di lettura

Tutti abbiamo i nostri miti, i nostri eroi di gioventù, i nostri scrittori del cuore. Tutti abbiamo storie che ci hanno fatto sognare. Per molti di noi quei miti sono i fantastici racconti dello scrittore Roald Dahl, ricchi di magia e assurdità che, per un bambino, hanno sempre senso. Ecco perché siamo qui oggi per dire due parole un nuovo film targato Netflix, La meravigliosa storia di Henry Sugar, tratto da un racconto dello scrittore britannico.

La storia in breve

La meravigliosa storia di Henry Sugar è un film del 2023, tratto da una novella di Roald Dahl, scritto e diretto da Wes Anderson. Si tratta di un film breve, dalla singolare durata di 39 minuti. Ma non sarà l’unica cosa strana che troverete in questo prodotto.

Il regista ha faticato non poco per regalare al mondo un film dalla notevole qualità e potenza creativa. Troverete infatti un cast stellare: primo fra tutti, Benedict Cumberbatch, vincitore del premio BAFTA 2019 come miglior attore protagonista. Ma non solo, tra i volti noti abbiamo anche Dev Patel, Ben Kingsley e Ralph Fiennes

Non è semplice dare una panoramica chiara de La meravigliosa storia di Henry Sugar: l’interno film è come il sogno di una mente geniale, cartoonesca e, a tratti, volutamente confusa. 

Il racconto ci viene presentato in un ambiente artificiale dai colori pastello – filo rosso di tutto il film – che ricorda una scenografia teatrale della vecchia Hollywood, con cartonati mobili e, sullo sfondo, oggetti di varia natura, evidentemente finti. 

A darci il benvenuto nel suo mondo onirico è lo stesso Roald Dahl, interpretato da Ralph Fiennes, che introdurrà la figura del protagonista, il giocatore d’azzardo Henry Sugar (Benedict Cumberbatch). Quest’ultimo, avido e imbroglione, tenterà il colpo della vita: imparerà una tecnica che gli consentirà di vedere benissimo pur tenendo gli occhi chiusi. Ovviamente a scopo di lucro.

Henry Sugar di Wes Anderson

Le mille domande dello spettatore

La meravigliosa storia di Henry Sugar lascia nello spettatore moltissime domande. Prima tra tutte: “che cosa ho appena visto?”. L’impressione generale è quella del sogno di un film, più che di un racconto cinematografico canonico. Strano, complicato e colorato.

La narrazione risulta faticosa da seguire, con una struttura a scatole cinesi da una parte, che ci proietta in una storia nella storia, e le comparsate randomiche di Ralph Fiennes dall’altra, che interpreta più di un personaggio. Una messa in scena complessa e innaturale non aiuta lo spettatore a immedesimarsi nei protagonisti e lo costringe a domandarsi cosa abbiano davvero da raccontare questi personaggi. 

Anche la recitazione risente di questo stile onirico: gli interpreti, nel tentativo di restare fedeli alla poetica del racconto in prosa e del sogno, ci presentano personaggi monotoni, quasi delle macchiette. 

Perché guardare questo film, dunque? Di sicuro non è un prodotto per tutti e non è di certo stato girato a scopo di intrattenimento. Si tratta più che altro dell’espressione artistica della mente creativa e fuori dagli schemi di Wes Anderson, un tratto che ha in comune con Roald Dahl e che lo scrittore britannico apprezzerebbe di certo. 

Con una laurea magistrale in lingue e letterature straniere, mi considero creativa, determinata e curiosa. Coltivando la passione per la divulgazione e per le lingue che ho studiato, inglese e spagnolo, sono diventata docente. Oggi, alla ricerca di nuove e stimolanti sfide, amo scrivere di cultura, arte e intrattenimento. Con un passato nella giocoleria infuocata, nel tempo libero pratico tiro con l'arco.