
Prada è cult: Hollywood in passerella2 minuti di lettura
Moda e cinema sono sempre stati legati ma ora parliamo di una vera e propria contaminazione. Grazie a Miuccia Prada gli attori non sfoggiano più le creazioni degli stilisti esclusivamente durante eventi o red carpet. La passerella diventa il palcoscenico e gli attori danno vita agli abiti come fanno con i personaggi che interpretano.
Prada, grande piccolo schermo
10 star di Hollywood tra cui Asa Butterfield (giovanissimo attore della serie Sex Education di Netflix), Jeff Goldblum, Adrien Brody, Tim Roth, William Dafoe, Gary Oldman e l’italiano Filippo Scotti (È stata la mano di Dio) hanno interpretato il tema della sfilata: Body of Work.
Il focus, quindi, è il lavoro. Ma non un lavoro qualunque, un lavoro che porta con sé un grande alone di mistero. Persone che pensiamo di conoscere grazie ai ruoli che hanno interpretato ma che, in realtà, non conosciamo affatto. Perché il lavoro dell’attore è quello di essere una maschera, con i suoi pro e i suoi contro, così come quello della moda è mascherare il corpo mandando un messaggio.

Il messaggio di Prada 2022-2023 è colorato ma austero. Cappotti rigorosamente sartoriali e blouson con ampie spalline, in grigio, nero e blu, sfilano assieme ad abiti da lavoro in tonalità fluorescenti di seta, pelle o cotone lussuoso.
Gli abiti da maschera diventano uniforma, un passaggio simbolico che racchiude l’essenza del periodo che stiamo vivendo.
Tutti gli aspetti della realtà possono essere eleganti e dignitosi
Così Miuccia Prada spiega la sua sfilata: “Attraverso questi capi, sottolineiamo che tutto ciò che un essere umano fa è importante“.
Ma qual è il ruolo dell’attore in questo mondo del lavoro in continua evoluzione? Il valore espressivo del costume contamina la realtà, gli attori si evolvono e da semplici corpi che prendono vita grazie ai personaggi interpretati, diventano essi stessi personaggi nella realtà.

Un costume non deve passare inosservato. Se un personaggio entra in scena e ne esce senza aver detto nulla, e senza che lo spettatore sia riuscito a capire qualcosa di lui, il costume ha fallito e il suo autore non ha assolto il suo compito.
Durante la sfilata la scenografia è umana, è fatta di umani simboli e sensazioni, ricordi ed emozioni. Non vediamo solo Gary Oldman, vediamo Winston Churchill, Jim Gordon, Sirius Black… Ciò che ci viene ricordato, però, è l’essenza umana della persona che, riportata alla realtà attraverso un vestito, finalmente è libera di interpretare se stessa.

