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Arte,  Interviste

Pelle Viva: una mostra su crepe e scomodità a Milano. Intervista a Lucrezia Costa7 minuti di lettura

Pelle Viva è la prima mostra personale dell’artista emergente Lucrezia Costa (Roma, 1996), inaugurata venerdì 11 febbraio nello spazio culturale Depositomele a Milano.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

L’esposizione, a cura di Daniel Dolci, si compone di un percorso di quattro opere realizzate tra il 2021 e il 2022, tra cui un video-performance.

Il fil rouge del solo show e del percorso artistico che Lucrezia Costa ha finora realizzato, si sofferma sui concetti di “crepa” e di “scomodità”. Termini importanti che indagano la contemporaneità, l’emergere di ferite e di rinascite dell’essere umano, attraverso l’utilizzo di elementi naturali come la terra.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

L’artista cerca un dialogo diretto con l’animo del visitatore, cerca conforto e allo stesso tempo fornisce un’energia sensibile. Tra lei, i suoi lavori ed il pubblico instaura una relazione sensoriale: che sia visiva, tattile o uditiva. Vuole sollecitare una riflessione secondo cui è proprio dalle incrinature e dalle spaccature, dalle scomodità, che nascono momenti fertili e vivi, attraverso una catarsi.

La crepa è la sua – e la nostra – conditio sine qua non.

Le crepe sono spiragli di luce che si aprono sul mondo, fratture figlie di una violenza o di una rottura che si rivelano salvifiche, ferite che sono anche vie di accesso, le crepe sono sorgenti di forza interiore. Spesso e volentieri anche le persone sono crepe.

Daniel Dolci

Lucrezia Costa, Cradle for heavy souls, 2022

Le opere

Durante l’opening l’artista ha realizzato una performance: la lettura dei Passaggi Catartici rivolta ad una pietra, assimilabile ad un’anima pesante e bloccata a terra dalle sue forti radici, situata in una sorta di culla ricoperta di feltro, materiale che mantiene il calore. Con Cradle for heavy souls, si assiste metaforicamente alla trasformazione dell’oggetto pietra, e della sua dura pelle, in pelle umana, viva e sensibile.

Un video-performance ricopre un’intera parete dello spazio espositivo. Sono una crepa è l’esemplificazione del rapporto natura-interiorità. Una lunga ripresa testimonia il procedimento di crepatura vissuto direttamente sulla pelle dell’artista, la quale ha ricoperto il suo viso con l’argilla che seccandosi si fa viva. In sottofondo, il suono di una serie di ghiacciai che si sciolgono e si spaccano a causa del cambiamento climatico in atto.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

Sul lato opposto dello spazio, un white cube sui generis caratterizzato da librerie e mobili d’archivio su un lato, c’è Stare scomodi per essere. Una seduta, due poggiapiedi e due poggiamani, sculture in cemento e pietre riciclate, celebrano la scomodità ed invitano a provarla in prima persona, con lo scopo di attivare in noi quella sensazione di consapevolezza e di spirito d’attenzione, che spesso nella società di oggi è messa in secondo piano perché circondati da grandi e svariati comfort.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

Infine, una lastra di alluminio incisa ed incorniciata mostra il diciassettesimo passaggio catartico da Passaggi Catartici. Un flusso di parole e pensieri che diventano corpo e assumono un proprio peso specifico su un materiale che mostra i segni del passare del tempo e delle stratificazioni geologiche.

Lucrezia Costa, 17esimo passaggio catartico da “Passaggi catartici”, 2022

Abbiamo scambiato qualche parola con l’artista.

Quanto e come ha inciso il periodo di pandemia nel tuo percorso e nelle opere esposte a Depositomele?

Il periodo pandemico è stato fondamentale per la mia pratica e Stare scomodi per essere è proprio il manifesto dell’influenza che il Covid19 ha avuto su di me.

Stare sola tra quattro mura è stato estremamente positivo da un lato perché ha azzerato il rumore esterno e le interferenze tra me e me. Dall’altro lato però stare soli a lungo rischia di far perdere le misure con il reale e questo lavoro nasce come promemoria per ricordarsi che la scomodità fisica può essere un buon escamotage per non lasciare che i sensi e i sentimenti si sopiscano.

In una società che ci vuole tutti molto comodi e dormienti, stare scomodi è forse un modo per inaugurare una nuova visione del mondo.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

I tuoi lavori sembrano vivi, frutto di uno studio e di un dialogo sensibile con la terra e la natura in generale. È importante trasmettere questa sensazione tattile e sensoriale? In un’arte concettuale ma concreta come la tua, che tipo di relazione c’è tra queste due sfere apparentemente opposte?

Cerco di fare andare di pari passo concetto e concretezza. Sono i due poli della mia ricerca e cercare un equilibrio dinamico ma costante tra questi è l’obiettivo che mi pongo sempre quando penso a un lavoro.

Il concetto è fondamentale perché è ciò da cui parto, l’idea primitiva e grezza che poi prende forma grazie alla concretezza (spesso ruvida e a tratti naive) che mi contraddistingue.

Non mi interessa essere concettuale o pragmatica, mi interessa invece che la fusione di queste due tendenze risulti omogenea e onesta.

Pelle Viva, installation view a Depositomele. Foto di Lucrezia Costa

Hai già progetti per il futuro prossimo?

Da inizio gennaio sono in una residenza d’artista a Milano che si chiama Jardino Arte (via Privata Cascia 6) di Julia Rajacic. Ad aprile realizzeremo una mostra e una pubblicazione che sarà il risultato del mio lavoro alla residenza.

Lucrezia Costa. Foto di Matteo Cariddi

Lucrezia Costa si è laureata in fotografia alla LABA di Brescia e successivamente in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA di Milano. Ha esposto i suoi lavori sia in Italia (Mudec, Area Contesa, Base Milano) che all’estero (Shacklewell Lane, Londra, Joya:AiR in Andalusia, Spagna).

Depositomele è uno spazio culturale nato nel 2016 dall’esigenza pratica di conservare libri documenti d’archivio raccolti in una vita di lavoro e di passione per la Storia, la Francia, l’Architettura, l’Arte, la Grecia e la Musica. Ma anche dal desiderio di condividere l’otium con gli amici, organizzando degli incontri.

Laureata in Arti, Patrimoni e Mercati nel 2020, lavora tra musei en plein air e gallerie d'arte nell'ambito dell'organizzazione, curatela e comunicazione di mostre ed eventi d'arte. Scrive anche per Segnonline.