
Pablo Picasso: L’artista fanciullino5 minuti di lettura
Il 25 ottobre del 1881, nasceva a Malaga uno tra i più grandi artisti dell’arte del Novecento: Pablo Picasso, padre fondatore della corrente artistica del cubismo. La sua produzione risulta essere comunque molto vasta e ricca di diversi stili, facendo emergere un artista dalle tante sfaccettature.

Pablo Picasso e il suo innato talento
Figlio di un mediocre pittore e professore d’arte, Don José Ruiz Blasco, Picasso scoprì il mondo del disegno e della pittura sin dalla tenera età di sette anni. Si narra infatti, che la prima parola pronunciata dal piccolo Pablo non fu “mamma”, ma “piz”, che significa matita.
Il padre, riconosciuto in lui un grande ed innato talento, lo fece collaborare fin da subito ad alcuni dei suoi quadri, affidandogli la definizione di alcuni particolari.
Il piccolo Pablo confermò il pensiero di Don José riguardante la sua inclinazione per l’arte a tal punto che il padre decise di mettere da parte la pittura, nella speranza di trovare nel figlio la realizzazione delle sue ambizioni.

Il giovane Pablo tra scienza e religione
Del giovane Picasso artista conosciamo alcuni dipinti, tra i quali la famosa e grande tela “Scienza e carità”, realizzata da Pablo nel 1897 all’età di 16 anni. Essa viene considerata come una delle ultime opere d’arte di un Picasso dallo stile accademico tradizionale.
Mi ci sono voluti quattro anni per dipingere come Raffaello, ma una vita per dipingere come un bambino.
Pablo Picasso
All’interno di quest’opera, l’artista ci mostra la sofferenza della malattia: un medico e una suora accudiscono una signora dal volto stanco e preoccupato. Nonostante il tema trattato e la presenza di colori spenti e freddi, la rappresentazione risulta essere comunque rassicurante grazie alla cura del medico e della suora, che con il loro aiuto trasmettono fiducia nel futuro.
Emblematico è il ruolo di queste due figure che rappresentano il rapporto, spesso conflittuale, tra scienza e religione: può la scienza da sola far sopravvivere l’uomo? O è importante anche pregare e amare per salvarsi?
Il cubismo di Picasso
Noi però, siamo abituati ad un Picasso dall’arte astratta, ad un artista che rappresenta la realtà con forme immaginarie capace di rivoluzionare, insieme a George Braque, il metodo prospettivo, dimostrando che non è la prospettiva a dare senso alla figura umana.
Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole.
Pablo Picasso
Nei dipinti di questo periodo, lo spazio-tempo è deformato perché percepito come senza senso. Il soggetto è osservato e rappresentato da più punti di vista, lasciando così all’immaginazione la realtà nel suo insieme.
In Picasso, e nel cubismo, i soggetti sono irriconoscibili, inseriti nello spazio in maniera casuale, così com’è casuale il significato della vita. Le immagini visive non rappresentino la realtà, ma ne mostrano solamente una percezione parziale, spesso ingannevole.
Il mondo non ha senso, quindi perché dovrei dipingere immagini che ne hanno?
Pablo Picasso
Dopo il Cubismo, Picasso si lascia coinvolgere dal surrealismo, partecipando nel 1925 alla prima mostra di questa corrente artistica. Infine, dopo la guerra, l’artista si dedicherà anche alla ceramica e alla poesia, mentre in pittura alla ripresa di opere d’arte del passato.

Pablo Picasso: un uomo, mille volti
Ripercorrendo brevemente le fasi artistiche di questo geniale artista, la sensazione è quella di scoprire un nuovo Picasso in qualsiasi pezzo d’arte da lui creato: un uomo dalle mille sfaccettature, un artista poliedrico. Caratteristiche che lui stesso ripropone, come abbiamo visto, nel cubismo.
Del resto, la vita di un artista è come la vita di tutti noi, un’evoluzione continua di esperienze che ci inducono a cambiare, a sperimentarci in cose nuove per scoprire e scoprirci, svelando agli altri nuove e diverse parti di noi.
Il fanciullino di Pascoli e l’arte di saper immaginare
Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che cresce.
Pablo Picasso
Le parole di Picasso, mi richiamano alla mente “Il fanciullino” di Giovanni Pascoli: dentro ciascuno di noi c’è un fanciullino, ossia uno spirito puro, sensibile, capace di immaginare e di stupirsi davanti alle piccole cose, piangendo e ridendo senza un perché, proprio come un bambino.
Crescendo però, la voce del fanciullino viene coperta dalle troppe preoccupazioni. Solamente il poeta, per Pascoli, è un eterno fanciullino. E per Picasso?
Io tratto la pittura come tratto le cose. Dipingo una finestra come guardo da una finestra. Se questa finestra aperta non sta bene nel quadro, tiro una tenda e la chiudo, come farei nella mia stanza. Con la pittura si deve agire come nella vita: direttamente.
Pablo Picasso, L’arte astratta non esiste, in Scritti.

