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Arte

L’arte di salvare il mare: il museo sottomarino che tutela l’ambiente3 minuti di lettura

Un museo sottomarino per combattere la pesca illegale a strascico: no, non è opera degli ambientalisti degli ultimi tempi, che sicuramente nel mentre erano impegnati a bloccare il traffico di qualche città. È la realtà che a largo di Talamone, in Toscana, oggi si può ammirare grazie all’iniziativa di Paolo Fanciulli. Un pescatore e un visionario. Attivo da anni nella lotta per la salvaguardia dei mari, tra il 2014 e il 2015 Fanciulli ha dato vita alla Casa dei Pesci, un’associazione che coniuga l’arte con la difesa dell’ambiente. E grazie alla sua intuizione, oggi nel mare della Maremma toscana giacciono splendide sculture di marmo a formare un vero e proprio museo sommerso.

Ma procediamo per gradi.

Che cos’è la pesca a strascico?

La pesca a strascico è una modalità di pesca che consiste nel trainare, dalla superficie, una rete di grosse dimensioni sul fondale marino. L’impatto ambientale che questo tipo di pesca provoca è immenso. Le reti, infatti, oltre ad asportare dal fondale pesci, crostacei e invertebrati, portano via con sé anche alghe, coralli e sostanze nutritive fondamentali per l’ecosistema marino. Ciò che resta dopo l’azione di queste reti è un ambiente devastato, in cui spesso le comunità biotiche originarie riescono a reimpiantarsi soltanto dopo molti anni. Inoltre, i pescherecci a strascico sono anche responsabili della distruzione della Poseidonia Oceanica, nota come Erba di Nettuno, una pianta marina essenziale per la sopravvivenza di molte specie ittiche e per l’assorbimento di anidride carbonica.

La pesca a strascico in Italia è illegale oltre le tre miglia nautiche dalla costa, ma purtroppo è anche redditizia. E come in ogni società accecata dalla cupidigia che si rispetti, anche in Italia il denaro ha spesso un appiglio maggiore della legge.

Ed è qui che entra in scena Paolo Fanciulli, “Il Pescatore”

Fanciulli pesca intorno a Talamone da quando è ragazzo. Una passione che si è intrecciata, nel tempo, con l’amore per il mare e il desiderio di tutelarlo. Negli anni Ottanta comincia la sua lotta contro la pesca a strascico, che si attualizza nel 2006 con l’installazione, sul fondale mediterraneo, di grossi blocchi di cemento mirati a ostacolare il passaggio delle reti. Ma questo non è bastato.

Con la collaborazione delle Cave di Carrara, Fanciulli e i suoi collaboratori sono riusciti a reperire alcuni blocchi di marmo da affidare a mani esperte, affinché venissero trasformati in vere e proprie opere d’arte. Numerosi artisti, tra cui Emily Young, Giorgio Butini e Massimo Catalani, hanno collaborato al progetto, dando vita a sculture mitologiche, sirene e divinità marine da depositare sul fondale.

Lo scorso giugno sono state calate in mare le ultime opere realizzate. Oltre a combattere la deturpazione delle acque, le sculture costituiscono un museo sottomarino unico nel suo genere, che può essere visitato non solo dal personale subacqueo, ma da chiunque lo desideri, tramite immersioni organizzate.

L’iniziativa ha effettivamente arrestato la pesca a strascico entro le tre miglia dalla costa di Talamone, ma il percorso verso uno sviluppo marino sostenibile è ancora molto lungo e tortuoso. Anche a costo di essere additata come boomer, antiquata o conservatrice, l’autrice dell’articolo si permette di esprimere una personale opinione: è da iniziative come quella di Paolo Fanciulli che dovremmo prendere spunto. Lui, per tutelare l’ambiente, l’arte la crea, non la imbratta.

Sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano. Collaboro con alcune testate giornalistiche online e cartacee, dove scrivo soprattutto di diritti, salute mentale e valorizzazione di cultura e istruzione, che ritengo fondamenta essenziali per la costituzione di una società salda e dotata di capacità critica.