
Cartier-Bresson in mostra al Mudec: le fotografie sulla Cina5 minuti di lettura
Mudec ospita nei suoi spazi la mostra Henri Cartier-Bresson, Cina 1948-49 / 1958 che riunisce due tra i più importanti reportage realizzati in momenti fondamentali per la storia del Paese.
Il percorso espositivo, curato da Michel Frizot e Ying-Lung Su, è realizzato in collaborazione con Fondation Henri Cartier-Bresson e aperto al pubblico fino al 3 luglio 2022.

L’istante decisivo e un nuovo stile di fotogiornalismo
Considerato il pioniere del fotogiornalismo, Henri Cartier-Bresson ha saputo catturare con la sua macchina accadimenti e fatti capitali nella storia mondiale.
Con i suoi lavori, egli ha dato avvio a un nuovo stile di fotografia giornalistica, meno legato alla riproduzione degli avvenimenti, più poetico e distaccato. Nelle sue foto, infatti, sono le persone le vere protagoniste. Attraverso i corpi e i volti il fotografo francese riesce a trasmettere l’importanza, gli effetti e le conseguenze reali dei fatti storici che documenta.

Con il tempo, sviluppa uno stile unico, capace di cogliere l’immediatezza e la potenza dell’“istante decisivo” (come lui stesso lo definiva). In questo senso, anche il sapiente uso della prospettiva e del bianco e nero contribuiscono a evidenziare maggiormente la forma e la sostanza della realtà
Nel 1947 insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour e William Vandivert fonda l’agenzia Magnum, destinata a diventare una delle più famose e rinomate.
Henri Cartier–Bresson e il primo soggiorno in Cina
Solamente un anno dopo, la rivista Life lo incarica di svolgere un reportage in Cina sugli “ultimi giorni di Pechino”. Il regime nazionalista, infatti, sta per essere completamente annientato dall’avanzata delle truppe maoiste.
Il soggiorno doveva durare solo qualche settimana, ma Cartier-Bresson è costretto a fermarsi per 10 mesi, sostando prevalentemente a Shanghai, Pechino e Nanchino.

Il fotografo approfitta di questo tempo per spostarsi liberamente e realizzare un dettagliato reportage, di immediato successo, che fa conoscere la situazione cinese in Europa e negli Stati Uniti. I suoi scatti, immediati e spesso rubati, rappresentano il modo di vivere e le tradizioni cinesi, ma anche i cambiamenti portati dal nuovo regime e le difficoltà in seguito alla guerra.
Lavoratori, bambini, monaci e soldati, tutti impegnati nelle proprie attività quotidiane. Parate e sfilate in onore di Mao o per protestare contro la crisi economica.

© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
Cina, 10 anni anni dopo
Henri Cartier-Bresson decide di tornare in Cina 10 anni dopo il suo primo reportage. Ad accoglierlo è però una situazione completamente diversa. Egli viene scortato durante i suoi viaggi da uomini del regime, che gli lasciano visitare solo alcuni luoghi selezionati. Non ha alcuna libertà di movimento, nonostante le connessioni con i comunisti in Francia, che comunque tutelano la sua posizione.

© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
Il fotografo riesce a vedere solo ciò che il regime decide di fargli vedere. Ciononostante, egli riesce a catturare e mostrare anche i lati negativi del nuovo governo. Le sue fotografie restituiscono l’uso massiccio della propaganda; lo sfruttamento dei lavoratori, costretti a lavorare per completare edifici e infrastrutture; le difficoltà economiche e il massiccio controllo militare di ogni azione e sfera pubblica.

Una mostra ricca e dettagliata
Il percorso espositivo realizzato nelle sale del Mudec riesce a restituire al visitatore un ampio e dettagliato panorama su quanto accaduto in Cina durante i soggiorni di Cartier-Bresson.
La mostra riunisce oltre 100 stampe originali, oltre che pubblicazioni, riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla Fonazione Henri Cartier-Bresson.
I testi che accompagnano le fotografie esposte ricostruiscono in modo particolareggiato i viaggi e gli spostamenti del fotografo e forniscono un chiaro quadro storico degli avvenimenti, in modo da rendere la mostra fruibile anche a chi non è particolarmente esperto e conoscitore di quanto raccontato da Cartier-Bresson.

