Art Shapes
mostra-Yayoi Kusama-manchester-min
Arte

You, Me and the Balloons, una nuova mostra per la regina dei pois Yayoi Kusama4 minuti di lettura

Sono già disponibili, mesi prima dell’apertura, i biglietti per la nuova mostra di Yayoi Kusama a Manchester, come di solito accade solo per i grandi concerti o per gli eventi sportivi da non perdere.

Reduce da un sold out alla Tate Modern di Londra, l’artista giapponese sarà protagonista di una nuova esposizione che riunirà opere già viste e altre nuove, gonfiabili e colossali. Sarà un viaggio tra le sue creazioni più psichedeliche e ambientali: creature tentacolari, organismi biomorfi, spettacolari paesaggi fatti di pois – i suoi tradizionali polka dots – e distese di sfere.

Una nuova Factory

L’apertura della mostra a giugno 2023, sarà solamente uno dei tanti eventi previsti per l’apertura del nuovo centro culturale ed espositivo Factory International. I tredicimila metri quadrati di spazio pubblico progettato dallo studio OMA, saranno gestiti dal Manchester International Festival, una manifestazione artistica attiva in città dal 2007.

Per ottobre è prevista Free Your Mind, con il coinvolgimento di Danny Boyle e Es Devlin, un evento ispirato a The Matrix. La programmazione che seguirà è stata definita una delle più ambiziose e avventurose d’Europa, consacrando la nuova Factory come luogo di riferimento per le arti visive e performative, che coinvolgerà artisti, coreografi, scrittori e compositori.

Progetto per la realizzazione di Factory International. Curtesy: OMA.

Yayoi Kusama

Per quei pochi che ancora non la conoscono e per coloro che conoscono solo la superficie pop-immersiva della sua produzione, vale la pena spendere un approfondimento, così da figurarsi i motivi di questo successo globale.

Nata nella piccola prefettura di Nagano, in Giappone, nel lontano 1929, Kusama ha sempre esposto sé stessa e il suo modo di vedere il mondo, conquistandosi un posto tra le artiste più quotate, richieste e prolifiche nella storia dell’arte. Il tempo, i cambiamenti sociali e il progresso tecnologico non hanno reso il suo lavoro meno contemporaneo, anzi ne hanno allargato i confini.

Prima di essere una celebrità, è stata una donna emigrata; la sua storia è costellata di sacrifici e momenti di fragilità psicologica, ma anche di relazioni importanti come quelle con Geogia O’Keefe, Lucio Fontana, Andy Warhol, Claes Oldenburg. La sua arte è stata influenzata, ma ha influenzato a sua volta lo sviluppo di diverse correnti artistiche tra cui il minimalismo, la pop art, la performance e persino l’arte installativa, come dimostrano anche le ricerche più recenti.

Il trasferimento dal Giappone rurale alla metropoli newyorkese avviene nel 1958, l’ambiente con cui deve confrontarsi è quello delle gallerie d’arte che iniziano a confidare nell’espressionismo astratto di Pollock.

Lei, donna orientale in un mondo patriarcale e bianco, si dimostra fin da subito determinata, forte del suo amore incondizionato e salvifico per l’arte.

Un’arte inesauribile

Il corpus dei suoi lavori va oltre luci e specchi: comprende disegni, dipinti, sculture, ambienti, persino romanzi e poesie che in Italia rimangono tutt’oggi inesplorati, fotografie. L’universo che viene rappresentato è sempre emanazione delle sue paure, delle sue allucinazioni, nel tentativo costante di esorcizzarle.

Yayoi Kusama, Walking in my mind, The Hayward Gallery, 2014.
Courtesy: Yayoi Kusama

La sua forza mediatica è rimasta intatta; dagli anni 2000 ha ottenuto un successo globale, è stata la prima donna a rappresentare il Giappone alla Biennale di Venezia (1993); ha conquistato le aste, si è affermata con mostre personali e retrospettive che hanno registrato milioni di visitatori.

Oggi a 93 anni, dall’ospedale psichiatrico di Sewa, dimostra che il tempo non ha modificato la sua voglia di creare, e questo, come lei stessa dichiara, l’ha salvata. La riconoscibilità che la contraddistingue, che riguarda la sua persona quanto la sua opera, è legata alla sua unicità, quella che lei stessa vuole comunicare al mondo quando sostiene:

ho fatto tutto da sola […] È tutto Kusama”.

Ed esprime ancora la sua volontà di emergere, ai margini del mondo.

Laureata magistrale in Storia dell'Arte, crede fortemente nella cultura come motore del quotidiano. Ama il cinema fin dai suoi albori, la musica in ogni sua forma, la fotografia, la conoscenza. Scrive soprattutto di Arte, quella cosa capace di parlare dell'essere umano nella sua complessità.