
Venezia sbarca a Novara con la mostra “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”5 minuti di lettura
Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, la cui fondazione è stata tradizionalmente fissata al 25 marzo dell’anno 421, Mets Percorsi d’arte, la Fondazione Castello e il Comune di Novara propongono dal 30 ottobre 2021 al 13 marzo 2022 la mostra Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, curata da Elisabetta Chiodini.
Settanta opere divise in otto sale nella splendida cornice del Castello Visconteo di Novara per raccontare il mito della città lagunare.
Partendo dal grande Hayez attraverso una ricca selezione delle opere più importanti – e spesso mai viste perché provenienti da prestigiose collezioni private – dei più noti artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento come, tra gli altri, Ippolito Caffi, Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito.
Scorci veneziani e vedute intime, paesaggi incantevoli, ritratti e scene familiari di grande suggestione in un percorso che racconta Venezia e l’evolversi della pittura italiana dalla metà alla fine dell’Ottocento, verso i fermenti che caratterizzeranno i primi del Novecento.
Il percorso espositivo
La prima sala è dedicata alla pittura di storia, considerato il “genere” più nobile della pittura, vi troviamo quattro importanti lavori di Francesco Hayez, tra cui la splendida Venere che scherza con due colombe (1830), Ritratto di gentildonna (1835) e l’imponente (anche per il titolo) Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano (1857).
Nella seconda sala sono esposti quegli autori, veneziani e non, che più di altri hanno contribuito alla trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio: tra questi Ippolito Caffi con due splendide vedute veneziane: Festa notturna a San Pietro di Castello (1841 circa) e Venezia. Palazzo Ducale (1858). Insieme a lui anche Giuseppe Canella, Federico Moja e Domenico Bresolin, quest’ultimo tra i primissimi a interessarsi anche di fotografia e già nel 1854 indicato tra i soci dell’Accademia come “pittore paesista e fotografo”.

La terza sala è dedicata ad uno dei più valenti e amati paesaggisti veneti, Guglielmo Ciardi, del quale sono esposte dodici opere che, come in una sorta di piccola esposizione monografica, partendo dagli anni sessanta dell’Ottocento
documentano l’evoluzione della sua pittura fino ai primi anni novanta. Sua la magnifica Veduta della laguna veneziana (1882), immagine della mostra e altre splendide tele come il bellissimo olio Mercato a Badoere (1873 circa).
Nelle sale a seguire troviamo incantevoli opere che hanno per tema la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia dedicate alla “pittura del vero”: come Il bagno (1884) di Giacomo Favretto, Alle Zattere (1888) di Pietro Fragiacomo, Mattino della domenica (1893 circa) e La signorina Pegolo (1881) di Luigi Nono, Girotondo (1886) di Ettore Tito.
Sul mondo del lavoro scorrono altre opere vivaci e ricche di dettagli con protagonisti contadini, lavandaie, raccoglitrici di riso, venditori di animali, sagre e mercati. Tra questi La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (1878) e Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato (1882-1883) di Giacomo Favretto; il malinconico paesaggio Verso sera presso Polcenigo (Friuli) (1873) di Luigi Nono; Lavandaie sul Garda (1888) e Raggi di sole (1892) di Ettore Tito.

E per chiudere questa triplice sezione di vita quotidiana alcune tele dedicate agli idilli amorosi, un soggetto a metà strada tra il genere e il vero molto amato e frequentato dai pittori del secondo Ottocento: al bellissimo Idillio (1884) di Luigi Nono, si aggiungono tele con indimenticabili figure di giovani fidanzati e sposi di Favretto, Tito, e di Alessandro Milesi con un altro Idillio (1882 circa) e Corteggiamento al mercato (1887 circa).
La settima sala è interamente dedicata a Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Oltre alle redazioni del 1881 e del 1883, grandi tele condotte ad olio, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri (1886).
L’ottava e ultima sala della mostra è invece dedicata alle opere realizzate dai medesimi artisti tra la fine degli anni novanta dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Tele di ampio respiro che riflettono il rinnovamento e il cambiamento di gusto dal confronto con i numerosi pittori stranieri che partecipavano alle Biennali Internazionali d’Arte. Spiccano Il Bucintoro (1902-1903 circa) di Guglielmo Ciardi: Visione antica (1901) di Cesare Laurenti, Luglio (1894) e Biancheria al vento (1901 circa) di Ettore Tito.
Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale: info e biglietti
Novara, Castello Visconteo Sforzesco, piazza Martiri della Libertà, 3
Orari: dal martedì alla domenica 10 – 19. Lunedì chiuso
Biglietti:
- Intero € 12
- Ridotto € 10 (Visitatori dai 20 ai 26 anni e over 65, gruppi composti da almeno 10 persone, soci TCI Touring Club e FAI, soci di “Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta”, giornalisti con tesserino ODG con bollino dell’anno in corso non accreditati dall’ufficio stampa, soci di altri enti convenzionati muniti di tessera, insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Promozione famiglia: accompagnatori, massimo 2, di ragazzi dai 6 ai 19 anni. Promozione cupola: visitatori della Cupola di San Gaudenzio)
- Ridotto Ragazzi € 6 (ragazzi dai 6 ai 19 anni)
- Gratuito (minori di 6 anni, disabili muniti di certificazione, guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento, giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa, Insegnanti accompagnatori di scolaresche composte da almeno 9 studenti, soci di “Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta” e “Abbonamento Musei Formula Extra”)

