
Prima del tuono, dopo il buio. La mostra di Leiko Ikemura alla Building Gallery5 minuti di lettura
Building Gallery a Milano dedica una mostra all’artista giapponese naturalizzata svizzera Leiko Ikemura.
Prima del tuono, dopo il buio, curata da Frank Boehm, è la prima personale in Italia di Ikemura. La mostra riunisce 50 opere realizzate dagli anni ’80 fino ad oggi. Un percorso espositivo che si sviluppa sui quattro piani della galleria, unendo lavori storici e più recenti, offrendo ai visitatori uno sguardo completo sul percorso artistico di Ikemura.
L’universo espressivo di Ikemura: colore e figure femminili
Artista poliedrica, nel corso della sua carriera Ikemura si è confrontata con diversi mezzi artistici e tecniche: disegno, acquerello, carboncino, pittura, fino ad arrivare alla scultura.
Inoltre, se i primi lavori erano per lo più figurativi, Ikemura giunge col tempo a realizzare opere più astratte e sviluppa un linguaggio complesso e altamente espressivo.
Fulcro della sua produzione e soggetto privilegiato è la figura umana e la sua posizione nel cosmo. Un ulteriore ruolo di rilievo spetta alla figura femminile, spesso rappresentata sganciata dalla realtà, libera da ambientazione o meglio in un’ambientazione che è più emotiva che fisica.

Le opere di Ikemura sono caratterizzate da colori intensi e tonalità vibranti che riescono, tuttavia, a creare atmosfere delicate e rarefatte. Le opere trasmettono un senso di lirismo e spiritualità pacifica e tranquilla. Viene spontaneo fruire le opere in modo intimo, restando stupiti e ammirati in silenzio davanti alle tele.
La mostra: Prima del tuono, dopo il buio
Il visitatore è accolto nella prima sala della Building Gallery dalle due grandi tele “Before Thunder” (2014-17) e “After Dark” (2014-17), che danno anche il nome alla mostra.

I due dipinti sono quasi una parentesi autonoma nella mostra, un prima e un dopo, simbolo della trasformazione continua e divenire costante a cui sono sottoposti sia gli uomini che la natura – tematica ricorrente nella produzione di Ikemura. Le figure in primo piano sono appena abbozzate, si fondono e confondono con il paesaggio sullo sfondo dai colori cupi, restituendo allo spettatore un’atmosfera rarefatta e onirica.
Accanto a queste tele spicca “Ohne Title” realizzate nel 1983 ed esposta per la prima volta dopo trent’anni. Qui Ikemura si affida ai tratti del pastello per creare un’opera dai colori vividi e brillanti. Un grande albero e una potente fiamma che ingloba una figura umana spiccano su uno sfondo blu. Di nuovo tornano l’uomo e la natura, la loro condizione effimera e cangiante. L’opera è ipnotica, rapisce lo sguardo, attira lo spettatore a sé e lo immobilizza in una contemplazione estetica che è anche spirituale.

Il percorso espositivo continua ai piani successive della galleria. In particolare, al secondo piano si possono ammirare alcuni disegni su carta realizzati durante un viaggio in Messico e alcuni carboncini.

Il terzo piano, invece, è dedicato ai lavori più recenti di Ikemura. Opere in cui ormai l’artista abbandona qualsiasi forma di figurativismo per rendere il colore protagonista assoluto e in cui l’intensità cromatica domina la tela.


Le sculture di Ikemura
Una menzione particolare meritano le sculture, realizzate con diversi materiali quali terracotta, bronzo e, di recente vetro.
In mostra è esposta, infatti, una scultura in vetro di Murano realizzata appositamente per l’occasione insieme alla vetreria artistica Berengo Studio di Venezia.

Le prime sculture che si incontrano sono “Sleeping Figure in Red” (1997-2012) e “Lying in Yellow Dress” (1997-2008). Opere in bronzo raffiguranti figure antropomorfe femminili, sdraiate a terra, a simboleggiare la fragilità e complessità dell’universo femminile.
Al piano superiore si incontrano una serie sculture, alcune in terracotta e altre in bronzo, che si stagliano su uno sfondo di color rosa tenue.

Sono figure non ben definite, a metà tra esseri umani e creature fantastiche, la cui ispirazione risiede tanto nella mitologia giapponese quanto nell’immaginario cristiano, che da sempre ha adornato le sue chiese con mostri dalle sembianze grottesche.


