
Le donne e la fotografia: grandi artiste protagoniste della mostra alla Fondazione Matalon.5 minuti di lettura
Le donne e la fotografia, questo il titolo della mostra che la Fondazione Matalon di Milano dedica alle figure femminili che nel corso della storia hanno saputo dare un contributo innovativo all’arte fotografica.
Una grande esposizione di diverse artiste, curata da Maria Francesca Frosi e Dionisio Gavagnin, visitabile fino al prossimo 28 Novembre.
Donne che hanno cambiato la fotografia
I curatori hanno appositamente selezionato 90 fotografie di altrettante artiste, particolarmente adatte a far emergere le varie sfumature dello sguardo femminile in fotografia.
La mostra, però, non si limita solo a raccontare il punto di vista delle donne fotografe, la loro prospettiva e sguardo sul mondo. Al contrario, essa ripercorre anche l’evoluzione del genere fotografico dagli anni Venti del ‘900 fino ad arrivare ai giorni nostri.
In questo excursus temporale l’attenzione viene posta sui lavori delle artiste che hanno saputo inovare, dare un nuovo taglio e apportare cambiamenti al modo di intendere e fare fotografia, ai soggetti e alle tematiche ritratte.
Numerosi sono i nomi famosi esposti negli spazi della fondazione: Diane Arbus, Gerda Taro, Francesca Woodman, Tina Midotti (a cui il Mudec ha appena dedicato una mostra personale), fino ad arrivare alle più recenti Cindy Shermann, Marina Abramovic e Vanessa Beecroft.

Due nuclei tematici per indagare l’universo femminile
L’intero percorso espositivo si sviluppa intorno a due nuclei tematici: Ricerca d’identità ed Empatia. A loro volta essi sono ulteriormente divisi in quattro capitoli: “Ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali”, “Sul pezzo. Dentro l’attualità”, “Simpatie” e “Donne, costume e moda”
Una ricerca di identità attraverso l’arte, quella del primo nucleo, che è anche e soprattutto costruzione del sé, ripensamento e scardinamento del ruolo femminile tradizionalmente imposto.

Si ritrovano opere che documentano le lotte femministe per l’ottenimento di diritti fondamentale e la liberazione sessuale. Altre immagini, invece, volutamente provocatorie, mirano al ribaltamento dell’idea di femminile e mostrano il desiderio di autodeterminazione e realizzazione personale.

Particolarmente rappresentative di questo nucleo tematico è Erwartung (1976) di Valie Export. La fotografia è costruita come una di quelle immagini sacre rinascimentali con scene della nascita di Gesù o della Madonna. Anche qui in secondo piano è presente un gruppo di angeli in adorazione. In primo piano, però, è ritratta una donna con in grembo un’aspirapolvere.

L’immagine è quella della donna, angelo del focolare domestico, che si deve occupare della casa e della famiglia. Ed è in questo ruolo che essa acquista rispetto: solo se incarna le virtù mariane di obbedienza e purezza può essere considerata un essere umano.
Tuttavia, Valie Export con la sua opera vuole completamente ribaltare questo concetto. Il paragone con la Vergine è volutamente provocatorio e mira a mettere in luce il sessismo e maschilismo dell’epoca.
Simpatie ed empatie
L’altro nucleo tematico è dedicato a tutte quelle opere da cui emerge un particolare senso di empatia con i soggetti ritratti.
I temi sono gli stessi della fotografia documentaria ma l’occhio femminile che vede e seleziona è emozionato, commosso, e il soggetto emerge dall’immagine come avviluppato da un pathos particolare frutto di una pietas che sembra comprendere, proteggere, amare.
I curatori Frosi e Gavagnin

Le fotografie di questa sezione documentano spesso situazioni sociali difficili: guerre, violenza, crisi, migrazioni e povertà. Tematiche affrontate dalle artiste con particolare delicatezza e sensibilità, mettendo al centro della loro arte il punto di vista e le storie delle vittime.
Molteplici artiste, molteplici visioni
La selezione offerta è molto amplia, a volte forse troppo. Il rischio di perdere il filo conduttore delle sezioni esiste: lo spettatore potrebbe trovarsi sopraffatto dalle tante diverse visioni e dai molteplici sguardi esposti, finendo per avere la sensazione che alcune fotografie siano state selezionate solo perché appartenenti ad artiste donne, senza un più preciso motivo.
In generale, comunque, la mostra ha il grande pregio di voler ricostruire e far conoscere al pubblico le numerose artiste che hanno avuto un’influenza sull’arte fotografica, selezionando opere appartenente a un lungo arco temporale.

