
Monaco: sull’orlo della guerra. La recensione del film originale Netflix4 minuti di lettura
È stato distribuito da Netflix il 7 gennaio del 2022 l’attesissimo film storico sulla conferenza di Monaco del 1938, Monaco: sull’orlo della guerra. Diretto da Christian Schwochow, la pellicola si basa sul romanzo “Monaco” di Rober Harris e racconta una delle vicende storiche di fondamentale importanza per l’Europa di quell’epoca.

Jannis Niewöhner (sinistra) e George MacKay (destra)
Germania 1938
Hitler (Ulrich Matthes) decide di conquistare i territori della Repubblica Ceca, ma grazie all’intervento di Mussolini, suo alleato, il Führer acconsente ad incontrare i capi di Stato di Francia ed Inghilterra in una conferenza a Monaco evitando così di occupare i territori impropriamente.
Lo scopo di questo incontro sarà evitare il più possibile una seconda guerra mondiale e convenire su un trattato che possa tutelare gli altri paesi a discapito della regione dei Sudeti, le quli verranno cedute senza troppi indugi all’impero nazista.
I protagonisti di questa vicenda sono due ex amici che lavorano per governi in opposizione e diventano loro malgrado spie allo scopo di svelare il vero piano segreto di Hitler. Infatti, Paul von Hartmann (Jannis Niewöhner) entra in possesso di un fascicolo appartenente al Ministero delle politiche estere, il quale contiene tutta la verità sugli obbiettivi del Cancelliere e desidera condividere queste informazioni con il Primo ministro britannico, Neville Chamberlain (Jeremy Irons). Per fare ciò dovrà fidarsi del suo amico di vecchia data Hugh Legat (George MacKay), segretario del capo di stato Inglese, con il quale non ha più rapporti da diversi anni a causa di ideali politici discordanti.

Jeremy Irons (centro) e Ulrich Matthes (destra)
Monaco: sull’orlo della guerra, un film che trasmette emozioni forti
Il susseguirsi di sequenze incalzanti, ma anche di flash back utili a comprendere meglio il rapporto tra i protagonisti rende bene l’idea dello stato di ansia, paura e incertezza in cui versava l’Europa, in quegli anni. Soprattutto la Germania, ancor prima di raggiungere l’apice del potere, è minata dall’interno da partigiani contrari agli ideali di un unico uomo, pronti a tutto pur di fermarlo.
Un film di spionaggio realistico, che vuole riportare i fatti per far luce su un nodo fondamentale della storia. Racconta come il Führer abbia preso piede nel cuore dei tedeschi, nonostante le cose ignobili che abbia fatto e come il resto del continente sia rimasto fermo ad osservare per poter studiare al meglio un piano per evitare il più possibile uno scontro effettivo. La ricostruzione delle personalità dei politici di spicco dell’epoca è molto accurata e specifica. La realtà dei fatti è che, sarà solo grazie alla scaltrezza del Primo Ministro Inglese, se questo accordo ha permesso a diversi paesi del continente di prepararsi ad un inevitabile conflitto posticipando, di fatto, la seconda grande guerra.

I personaggi
Un rapporto particolare lega i protagonisti. Inizialmente sono un trio di amici, inseparabili compagni di università, ma gli ideali politici presto li divideranno. Da un lato il giovane inglese che prende sempre decisioni ponderate e riflette mettendo il bene comune dinnanzi a tutto. Dall’altro un giovane sostenitore di Hitler che considera secondari tutti gli effetti nefasti di una politica antisemita. Poiché il Führer ha riportato la Germania in auge e tutti i tedeschi sono nuovamente fieri di esserlo.
Il personaggio di Lenya (Liv Lisa Fries), fidanzata dell’epoca di Paul von Hartmann, non comparirà molto durante il film, ma sarà di fondamentale importanza. Solo dopo molto tempo i due amici si incontreranno, scoprendo di essere più simili di quanto pensino. Una serie di eventi li porterà a prendere decisioni importanti per il loro futuro, ma anche per i rispettivi paesi.

