
Amedeo Modigliani e Nudo Sdraiato, da opera scandalosa a dipinto dei record6 minuti di lettura
È una gelida alba di gennaio a Parigi, la neve brilla sotto i primi raggi del sole, che a fatica si fanno strada dietro un cielo metallico. In una camerata dell’Ospedale della Carità, dove i parigini più poveri vengono a sperare in una (rara) guarigione, c’è un letto attorniato di persone, tanto da non distinguere la magra figura che tra le lenzuola sudicie sta esalando l’ultimo respiro. La tubercolosi lo ha consumato, alimentata dal freddo implacabile che le travi marce della soffitta di Montmartre dove abitava non sono riuscite a fermare.
Eppure quel giovane artista italiano, emigrato a Parigi in cerca di fama e fortuna e approdato alla miseria della vita bohémienne, diventerà uno dei pittori più famosi al mondo e le sue opere verranno battute all’asta per milioni di dollari. Ai primi raggi del sole del 24 gennaio 1920 muore Amedeo Modigliani.
Nudo Sdraiato e scandaloso
Modigliani è forse l’emblema dell’artista maledetto: alcolizzato e dedito alle droghe, vendette poche opere in vita, tutte a prezzi troppo bassi per permettergli una vita agiata. La sua arte era troppo proiettata in avanti per essere compresa dai contemporanei e la fortuna arriverà solamente molti anni dopo la sua morte in disgrazia, seguendo il copione che già anni addietro fu di Vincent Van Gogh.
A decretare l’ingresso di Amedeo Modigliani nell’Olimpo dei grandi artisti fu la vendita all’asta di Nudo Sdraiato, una delle tele raffiguranti sensuali nudi femminili, realizzate tra il 1916 e il 1917. Nel 2015 il dipinto venne battuto da Christie’s a New York in un’asta di soli 9 minuti alla cifra record di 170.405.000 di dollari, rendendola la decima opera d’arte più cara al mondo. Niente male per un 35enne talmente povero da non potersi pagare nemmeno il funerale!
A godere dello splendido nudo il magnate cinese Liu Yiqian, self made man e collezionista d’arte, che lo “strappò” alla Collezione Mattioli, dove era presente da 66 anni. Per concludere la transazione, l’affarista cinese pagò il dipinto in un’unica tranche con la sua American Express.

Nudo Sdraiato fece il suo debutto pubblico nel dicembre 1917, durante la prima mostra monografica dedicata a Modigliani all’interno della Galérie Berthe Weill di Parigi, gestita dall’omonima mercante d’arte e scopritrice di talenti. Il dipinto, in coppia con Grande Nudo Disteso, realizzato nello stesso anno, venne provocatoriamente esposto in vetrina. Non ci volle molto perché la polizia, allertata da qualche passante bigotto, intervenisse per chiudere la mostra per “indecenza” e far nascondere le due opere.
Eppure l’arte è da sempre colma di sensuali giovani donne nude, offerte allo sguardo dello spettatore con più o meno consapevolezza erotica. Cosa rende questa tela diversa dalle altre?
Analisi del dipinto

L’opera è di modeste dimensioni, circa 60 x 92 cm. La modella non poteva che essere lei, la sua “noix de coco”, Jeanne Hébuterne, il grande e tragico amore di Modigliani che all’indomani della sua morte si gettò dal quinto piano, incinta di nove mesi del secondo figlio.
La donna, conosciuta dal pittore pochi mesi prima all”Académie Colarossi di Parigi, è abbandonata su una superficie rossa indefinita, forse un divano, su cui poggiano alcuni cuscini colorati. Il corpo nudo emerge dal fondo in piena luce, contornato da linee nette e spesse. Le forme sono tornite da leggere sfumature, che accentuano la sensualità della donna.
La posa, con le braccia dietro la testa ad accentuare la forma dei seni e la sinuosità dei fianchi, è un omaggio alla Maja Desnuda di Goya (1800 circa), tra i nudi più sensuali del XIX secolo. Il corpo non è però ripreso per intero come nell’opera del Prado, ma tagliato con gusto fotografico, per risaltare maggiormente il tronco, il pube e il viso.

Quest’ultimo rispecchia tutto il gusto di Modigliani per la scultura africana: il naso e le labbra sono marcati da una spessa linea, così come le sopracciglia e l’ovale perfetto del volto. Gli occhi sono totalmente dipinti di nero, come gli spazi vuoti di una maschera. Questo particolare è divenuto negli anni firma e leggenda dell’artista livornese.
Perché non ci sono le pupille? Secondo la tradizione ebraica, nella quale il pittore era cresciuto, gli occhi sono lo specchio rivelatore dell’anima, la forma più intima per esprimere il nostro io. Per questo motivo egli non dipingeva in modo completo gli occhi dei suoi soggetti, a meno di non avere con loro uno stretto legame affettivo. La stessa Jeanne è qui ritratta agli inizi del loro rapporto, ma nei vari ritratti che Modigliani le dedicherà apparirà sempre più spesso con i profondi occhi scuri ben definiti.

A sconvolgere il pubblico parigino non è tanto il nudo in sé, o la vuota sensualità degli occhi della modella, quanto un dettaglio: i peli. Nonostante la volontà di stilizzare le forme del corpo tramite l’uso della linea, trasformando il soggetto quasi in un idolo pagano, Modigliani aggiunge all’opera i peli delle ascelle e, soprattutto, del pube. Solitamente i nudi accademici, di carattere storico o mitologico, non presentavano peluria, considerata troppo “realistica”, e quindi assimilabile alla pornografia.
Pur essendo del 1917, in piena epoca delle Avanguardie, del Cubismo e dell’ormai tramontato Futurismo, Nudo Sdraiato è riuscito a infiammare ancora gli animi di una Parigi che si credeva abituata alla sfrontata sensualità di una donna sicura di sé, che offre allo spettatore la sua bellezza irraggiungibile.
Quasi cento anni dopo quel dipinto è riuscito a far entrare il suo autore nel novero dei record, diventando quasi un simbolo della sua opera. Quel giovane livornese spiantato, morto con i polmoni in fiamme e le tasche bucate all’ospedale dei poveri, oggi è tra gli artisti più pagati e amati di ogni epoca. Se solo potesse saperlo…

