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Musica

Micheal Jackson: avrebbe 63 anni il Re del Pop3 minuti di lettura

Se c’è una canzone da dedicargli oggi, questa è proprio Happy Birthday to you, già perché Michael Jackson avrebbe compiuto sessantatré anni mentre dodici sono trascorsi da quando un arresto cardiaco lo ha portato via. Icona della musica pop, di umili origini ma di grande talento, il suo nome ancora brilla nel firmamento della musica internazionale.

Semplicemente Michael

Una volta dichiarò: «Alcuni uomini hanno le loro Ferrari, i loro aerei, i loro elicotteri, nelle quali trovano la loro felicità. La mia felicità consiste nel dare e nel condividere e avere semplicemente del divertimento innocente». Parole che fanno capire come il successo non avesse mai cambiato quel ragazzo dell’Indiana senza grilli per la testa ma con un sogno, diventare cantante. La musica è stata parte del corredo genetico della sua famiglia; la madre, il padre, i fratelli suonavano e cantavano, pertanto, trasmettergli una tale passione era scontato.

Ad accrescerne la fama c’è stata sicuramente la sua abilità di ballerino, una perfetta sincronia tra voce e movimento hanno reso i suoi brani ancor più indimenticabili, insomma, arte allo stato puro. Nel corso della sua carriera, Michael Jackson ha dovuto sopportare le tante polemiche sul colore della pelle che, da nera, è poi diventata chiara facendo ipotizzare un rifiuto delle sue origini afroamericane anche forse per ingraziarsi un pubblico molto sensibile al tema. In effetti, il razzismo è molto presente negli Stati Uniti la cui popolazione è storicamente variegata ma divisa con, purtroppo, una schiacciante maggioranza di persone contrarie al diverso.

Nel tempo si è scoperto che la causa dell’irreversibile schiarimento era la vitiligine, malattia della pelle, che gli ha fatto perdere la pigmentazione compromettendone il colore originario con un cambiamento radicale cui si è associato anche l’aspetto esteriore.

Un cuore d’oro chiamato Michael

Tante le canzoni di successo ma, proprio per il suo carattere benefico, vale la pena di ricordare “We Are the World”, singolo uscito nel 1985 su iniziativa di Michael Jackson e Lionel Richie che lo scrivono chiamando a raccolta 45 artisti, tutti uniti per un nobile intento, una raccolta fondi per combattere la carestia in Etiopia. La prima esibizione avviene nello stesso anno con un incasso notevole e il progetto USA For Africa raggiunge il suo scopo.

Pace e fratellanza, unione tra popoli, immedesimazione nell’altro da sé, nel più debole, in colui che perde la vita per fame o per le guerre. In definitiva, la solidarietà senza la quale nulla è possibile perché è l’umanità tutta ad averne bisogno. Non si può aspettare che qualcuno provveda a cambiare le cose, ognuno può sempre fare qualcosa per l’altro, poco o tanto che sia, l’importante è fare e, passo dopo passo, tutta l’umanità starà meglio. Il valore di questa canzone risuona alto a distanza di anni perché il messaggio è forte e attuale dacché ci troviamo a parlare di persone in fuga dalle terre di origine che affrontano viaggi in condizioni tutt’altro che facili nella speranza di una vita migliore altrove.

A volte, in realtà sempre, anche la musica insegna.

                              

Laureata in Lettere Moderne (I livello), si è avvicinata al mondo della comunicazione frequentando un corso di formazione avanzata in Digital editor, incentrato principalmente sulla creazione di contenuti scritti o multimediali. Ascolta musica e legge di tutto