
Maurizio Cattelan, dopo 10 anni di nuovo in mostra a Milano7 minuti di lettura
Nasceva oggi, nel 1960, Maurizio Cattelan, artista che ha fatto della provocazione il suo segno distintivo.
Vi ricorderete, forse, di Comedian, ultima di una serie di opere che hanno suscitato scalpore. Si tratta della ormai celeberrima banana attaccata al muro con del nastro adesivo. L’opera era stata presentata ad Art Basel Miami – una delle più importanti fiere d’arte internazionali – nel 2019. In quell’occasione la partecipazione di Cattelan era estremamente attesa, visto che l’artista non presentava nuovi lavori a una fiera da ben 15 anni.

In occasione del suo compleanno vi parliamo della sua ultima mostra all’Hangar Bicocca, che segna il suo ritorno a Milano dopo 10 anni.
Breath, Ghosts, Blind: Cattelan di nuovo in mostra
La mostra, curata da Vicente Todolì e Roberta Tenconi, è stata immaginata per adattarsi agli spazi dell’Hangar Bicocca e concepita come una drammaturgia in tre atti.
Tre sono infatti le opere esposte, ognuna delle quali occupa una diversa parte dell’Hangar – Piazza, Navate e Cubo.
Malgrado il numero esiguo di opere presenti, i richiami e i rimandi ad altri lavori dell’artista sono numerosissimi. Soprattutto per un visitatore che già conosce Cattelan, il percorso espositivo riesce a veicolare diverse tematiche e peculiarità tipiche del suo percorso artistico.
Le tre opere rappresentano varie fasi di un simbolico ciclo della vita, dalla nascita alla morte. In uno spazio espositivo buio e silenzioso, anche lo spettatore diventa parte della narrazione proposta dall’artista. Il modo in cui il visitatore si muove e si relazione con le opere, infatti, aggiunge un senso e un significato ulteriore a queste ultime.
Appena entrati, in un Hangar mai stato così vuoto e buio, ci accoglie Breath, prima delle creazioni esposte. Per terra, sotto un fascio di luce, vediamo due figure, un uomo e un cane, distese e apparentemente addormentate o prive di sensi.

La scultura è realizzata con marmo bianco di Carrara, un materiale nobile, spesso associato all’arte classica e rinascimentale, che contribuisce a conferire un senso di sacralità. Anche la fruizione silenziosa, raccolta e intimistica aumenta questa sensazione.
Nulla sappiamo dei soggetti raffigurati. La vicinanza tra i due e la posizione fetale dell’uomo sembrano suggerire una certa familiarità, ma non ci è dato sapere se questa situazione rispecchi un legame preesistente o sia frutto di un incontro casuale.
Ghosts, una nuova versione di un’opera storica
Procedendo nella Navata si incontra Ghosts, la seconda opera esposta. Per vederla, però, si deve alzare lo sguardo verso l’alto. Migliaia di piccioni in tassidermia, in gruppi più o meno numerosi, sono sistemati lungo tutta la struttura, dispersi tra i pilastri e gli interstizi.

Il visitatore procede osservando gli animali, spettatore ma allo stesso tempo osservato. Cattelan gioca sul concetto di ribaltamento: portando in uno spazio chiuso volatili che normalmente si trovano nei paesaggi urbani, l’artista crea un senso di straniamento e irrequietudine. Passeggiando lungo la Navata si ha davvero la sensazione di essere osservati e seguiti dallo sguardi dei piccioni, finendo per sentirsi intrusi.
La figura del piccione rimanda al suo ruolo di messaggero, alla trasmissione di informazione e messaggi, ma anche all’immagine di folla indistinta. In questo modo il visitatore viene messo di fronte alla propria individualità.
Il medesimo concetto di ribaltamento si ritrova anche nelle precedenti versioni dell’opera: la prima presentata durante la 47esima Biennale di Venezia, con il titolo di Tourists, e la seconda in occasione della 54esima Biennale nel 2011, con il titolo di Others.
E’ interessante soffermarsi sui titoli dati da Cattelan alle diverse versioni. In Tourists c’è un richiamo diretto alla figura umana, i turisti che invadono Venezia ogni anno; in Others il fulcro si sposta sulla collettività e viene indagato il rapporto tra identità e alterità.
Ghosts, invece, suggerisce un legame con la spettralità, con un mondo invisibile e ultraterreno, preannunciando il tema che sarà centrale nell’ultima opera esposta all’Hangar Bicocca.

Blind, una riflessione sulla morte
Blind, opera presentata al pubblico qui per la prima volta, si intravede già dalla Navata e si rivela gradualmente, per poi stagliarsi in tutta la sua altezza nel Cubo, spazio finale dell’Hangar. Si tratta di un enorme monolite in resina di colore nero, che all’estremità si interseca con la sagoma di un aeroplano.

Il rimando è all’attentato dell’11 settembre. Tuttavia, l’opera non è solo una riflessione su questo evento storico, ma anche un’indagine sul tema della morte in generale.
Davanti a quest’opera è impossibile non sentirsi sopraffatti, le sue dimensioni, il tema trattato, la posizione dello spettatore, costretto ad ammirarla dal basso, generano un senso di fragilità e vulnerabilità.
Sono le stesse sensazioni che si provano davanti a cattedrali, moschee o altri imponenti edifici religiosi. Questa suggestione sembra essere confermata anche dalla forma dell’opere che, se vista dall’alto, richiama la sagoma di una croce.

Dove vedere Cattelan a Milano: L.O.V.E in Piazza Affari
Se ancora non siete sazi dell’arte di Cattelan vi segnaliamo altri due luoghi a Milano dove poter ammirare altrettante opere dell’artista padovano.
Il primo è Piazza Affari dove si trova L.O.V.E (acronimo di «libertà, odio, vendetta, eternità»). L’opera, comunemente conosciuta come Il Dito, è una grande statua in marmo bianco di Carrara raffigurante una mano che fa il gesto del dito medio. Realizzata nel 2010, essa si erge davanti a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana.
Il gesto irriverente e sfrontato si contrappone sia alla monumentalità e al materiale raffinato della scultura stessa, sia al palazzo retrostante, un edificio costruito secondo i dettami dell’architettura del ventennio e che oggi ospita il mondo della finanza.
Quale sia l’obiettivo critico di quest’opera non è mai stato rivelato chiaramente da Cattelan, che come spesso fa lascia il significato dei propri lavori avvolto nell’ambiguità.

Un nuovo progetto alla Piscina Cozzi
Recentissima è invece l’ultima installazione di Cattelan. Si tratta di BE WATER, un murales site-specific realizzato da Toiletpaper – progetto editoriale di Cattelan e del fotografo Pierpaolo Ferrari – presso la piscina comunale Cozzi e inaugurato durante la design Week appena conclusa.


