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The MAST Collection – A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology. La mostra a Bologna3 minuti di lettura

Fondazione MAST a Bologna apre le sue porte alla prima esposizione di opere della sua collezione: fra le quali album, video e immagini per un totale di 500 documenti di grandi fotografi italiani e internazionali. La mostra ha aperto il 10 febbraio e durerà fino al 22 maggio 2022 con ingresso gratuito.

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Sebastião Salgado – Pozzo petrolifero, Burhan, Kuwait

La Collezione della Fondazione MAST, ha creato uno spazio appositamente per quella fotografia che vuole dedicarsi unicamente all’industria del lavoro e alla sua evoluzione lungo il XIX e il XX secolo. Il processo di selezione valoriale è stato curato da Urs Stahel il quale ci ha accompagnato durante la conferenza stampa e la visita al museo.

The MAST Collection – A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology”, è la prima esposizione di opere selezionate dalla collezione della Fondazione a testimoniare lo sviluppo industriale dalla prima rivoluzione industriale fino all’era moderna.

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Thomas Demand – Space Simulator 2003

Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastião Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston. 

Un percorso nelle parole

La mostra segue un alfabeto, in modo tale da evidenziare dei termini chiave volti ad accompagnare il pubblico durante la mostra. Sono presenti 53 capitoli passando da A di Abandoned e Architecture arriva fino alla W di Waste and Wealth

Il grande tema che racchiude il percorso in capitoli sembra essere il concetto fra “vecchio e nuovo”. 

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Henri Cartier-Bresson – Gli ultimi giorni del Kuomintang (crollo del mercato) 1948-1949

Un treno in pezzi, e il pensiero che non fosse naturale per un uomo viaggiare a 30 km/h, una ferrovia moderna. L’agricoltura con l’aratro e gli impianti di erogazione odierni, ciminiere alte decine di metri e impianti per la riduzione di Co2. Le case degli operai a pochi metri dalla fabbrica, i bambini che giocano nel canale osservati da madri che prendono il sole ad un passo dai fumi industriali.

La fotografia stessa rappresenta l’incontro fra vecchio e nuovo, dall’albumina alle stampe digitali, i colori nettamente distinti fra il bianco e nero dei primi 900’ fino ai colorati impianti iper-tecnologici.

Il filo conduttore, oltre alle parole, sembrano essere le persone: lavoratori, migranti, dirigenti, disoccupati, famiglie, tutti insieme all’interno del processo industriale.

La fotografia è un ricordo di ciò che è l’industria e il modernismo.

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Galleria MAST – Bologna

Usando le parole di Urs Stahel “è figlia dell’industrializzazione e al tempo stesso ne rappresenta il documento visivo più incisivo, fondendo in sé memoria e commento”. 

La mostra “The MAST Collection – A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology” raccoglie la storia dell’industria e di quanto sia cambiato il rapporto fra uomo e lavoro, ma allo stesso tempo, di quanto il tempo faccia rimanere immutata la figura del lavoratore in alcune parti del mondo.

Laureato in Relazioni Internazionali, scrive da alcuni anni per testate specializzate in Cinema, Arte e Musica. Nel 2021 fonda Art Shapes, per dare voce a chiunque avesse voglia di raccontare la vita a modo suo.