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Arte

Marina Abramović con Rhythm 0 svela la debolezza dell’uomo4 minuti di lettura

Artista Serba, nata a Belgrado nel 1946, Marina Abramović ha utilizzato il suo corpo come strumento di ricerca artistica e come mezzo espressivo. Senza aver mai paura di scandalizzare gli altri, ha lavorato il più delle volte in condizioni di sofferenza fisica e pressione psicologica, regalandoci così delle performance davvero intense.

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L’arte performativa di Marina Abramović

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“The artist is present”, performance al Moma di New York

La sua arte performativa ha spesso suscitato forti reazioni emotive, portando così parte del pubblico ad avere difficoltà nel riconoscerla come una vera artista.

Questo è il rischio che si corre quando si rende il proprio corpo l’unica opera d’arte più famosa, sottoponendolo anche al vero dolore fisico. Marina Abramović in questo modo punta dritto alle nostre anime.

Quella dell’Abramović è un’arte che non può lasciare le persone indifferenti, è un’arte infatti dove lo spettatore non può evitare di essere coinvolto emotivamente.

Non tutti però sono disposti a scomporsi: ed è proprio quando non si vuole uscire dalla propria confort zone che si rischia di formulare critiche negative.

Rhythm 0: la perfomance che scava nella psiche dello spettatore

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Gli oggetti di Rhythm 0

Nel 1974 Marina Abramović venne a Napoli presentando Rhythm 0, parte di una serie di esibizioni messe in scena per indagare la debolezza dell’uomo.

L’artista rimase in piedi per sei ore immobile, a completa disposizione del pubblico. Davanti a lei un tavolo con sopra più di 70 oggetti, la metà dei quali innocui, come fiori, vestiti, cibo… altri invece rappresentavano potenzialmente un pericolo, come per esempio lamette, catene e una pistola carica.

Infine, un foglio recitava così: “sul tavolo ci sono 72 elementi che potete usare liberamente su di me, io sono un oggetto, mi prendo la piena responsabilità su ciò che mi accade”.

Le risposte alla performance di Marina Abramović

Se nelle prime ore i presenti si limitarono a sfiorarla solamente, nelle successive, quando fu chiaro che l’artista non avrebbe reagito di fronte ad alcun intervento, molti di questi iniziarono a tagliarle i vestiti e a farle del male ferendola sul corpo.

La situazione degenerò quando le venne puntata la pistola alla testa, con le sue stesse dita appoggiate sul grilletto. Anche in quella circostanza, lei rimase comunque impassibile.

Fu solamente allora che venne difesa da una parte degli spettatori. Successivamente l’artista dichiarò che in quel momento aveva realmente temuto di morire.

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Marina Abramović in Rhythm 0

Quando, sei ore più tardi, la Abramović uscì dal suo ruolo di oggetto, le persone non si scusarono con lei anzi, si giustificarono dicendo di essere state legittimate dalla stessa artista, spogliandosi così di ogni responsabilità.

Questo lavoro ha svelato qualcosa di terribile riguardo l’umanità. Ha dimostrato che in circostanze favorevoli, le persone non esitano a farti del male. Ha mostrato quanto sia facile disumanizzare una persona che non si difende e quanto sia alta la probabilità che anche le persone più normali possano diventare tremendamente violente.

Marina Abramović

Ciò che colpisce, e che rende questo esperimento davvero agghiacciante, è la facilità con cui molti esseri umani riescano a dare libero sfogo all’aggressività senza più sentire la sofferenza dell’altro, e quanto questa violenza aumenti velocemente in una situazione in cui qualcuno risulta più debole.

Non è spaventoso pensare come, in determinate condizioni, qualsiasi essere umano, anche il più insospettabile, possa arrivare a compiere atti violenti ?

Una performance che fa riflettere

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Marina Abramović

Alla fine, viene quindi spontaneo chiedersi: Se la vittima rimane in silenzio, quanto tempo deve passare prima che qualcuno si prenda la responsabilità di intervenire? E i nostri valori, sono così fragili da essere influenzati da quello che fa la maggioranza?

Nella performance di Marina Abramović furono messi a disposizione sia strumenti di potenziale pericolo, sia strumenti del tutto inoffensivi.

In generale, per quanto a volte la pressione esercitata dalla maggioranza sia molto forte e capace di influenzare le nostre azioni, possiamo sempre scegliere una strada alternativa.

Purtroppo, sembra che sia più facile convincere gli uomini a comportarsi nel modo più impensabile e oltraggioso, piuttosto che convincerli a pensare e a giudicare veramente.

Hannah Arendt

Bene e male sono due facce della stessa medaglia e quello che accade nel mondo non è altro che la proiezione di ciò che abbiamo dentro.

Giorgia, dal greco "colei che coltiva la terra". Lavorando nel sociale esprimo al meglio ciò che è la mia persona, anche preparare terreni fertili e coltivare legami può essere considerata una forma d’arte.