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Cinema

Margini è la rivincita del punk di provincia4 minuti di lettura

Quando si nomina il punk, la prima città a venire in mente non è certo Grosseto. Eppure è qui che Niccolò Falsetti ambienta il suo Margini, un film che mette sotto i riflettori la categoria forse più bistrattata d’Italia: quella delle band di provincia. Niente retorica strappalacrime o parabole di redenzione però: stiamo pur sempre parlando di punk!

Il film ha aperto la 37° Settimana Internazionale della Critica, rassegna parallela al Festival del Cinema di Venezia e uscirà nelle sale giovedì 8 settembre 2022.

Vivere ai Margini

Chiunque di noi ha vissuto in prima persona, o indirettamente, il mondo delle band di provincia. Che si tratti di rock, metal, grunge o punk, tutti abbiamo familiarità con le sale prove microscopiche e mal areate, dove tra nuvole di fumo e puzza di sudore si pensava di scrivere la storia della musica.

La gran parte delle volte però si usciva da quelle salette, pagate a peso d’oro a qualche figlio di papà della zona o al parente di un parente, per salire su palchi improbabili, a farsi guardare con sospetto dagli anziani alle fiere di paese o da ragazzini ubriachi nei bar. Questo è Margini, un’immagine talmente forte e reale di quel mondo scalcagnato da riuscire a catturare l’empatia di ogni musicista (e non) seduto in sala.

Siamo nel 2008, in una Grosseto arida e sonnolenta. In questo ambiente molto poco stimolante si muovono i Wait for Nothing, una band punk composta da Michele (Francesco Turbanti), Edoardo (Emanuele Linfatti) e Iacopo (Matteo Creatini).

I tre scelgono di dare una svolta a una carriera musicale inesistente con un’idea folle: portare a Grosseto i Defense, famoso gruppo punk hardcore in tour in Europa, per aprire il loro concerto. Incredibile a dirsi, ma la band accetta. Questo porta i tre amici ad avere tra le mani qualcosa di estremamente più grande di loro, che rischia di esplodergli in faccia da un momento all’altro. Ma quando fai musica, la musica è tutto, tanto da mettere a repentaglio il resto, dalle relazioni alla famiglia, fino allo stesso rapporto con i membri del gruppo.

Michele, Edoardo e Iacopo scalpitano ai margini di tutto, in una provincia dove si svuotano le casse del comune per la festa del patrono e dove non c’è spazio per i giovani, specialmente per chi fa quella “musica un po’ rumorosa” e si deve accontentare di trovare la propria dimensione in una saletta per feste del circolo Arci locale.

Sentirsi parte di qualcosa

Margini ricorda quei momenti in cui, seduti intorno a un tavolo di plastica di un bar di periferia, ci si racconta delle avventure vissute insieme: di quella volta che abbiamo suonato alla Festa dell’Unità davanti a quattro persone, di quando siamo finiti in questura, o di quando abbiamo portato i Defence a Grosseto.

La sensazione è quella di rivedere le cazzate fatte tra amici, durante un’età in cui si era già adulti ma senza volerlo davvero. In Margini non ci sono percorsi di redenzione. Ognuno resta fedele a sé stesso, punk nell’anima e nelle azioni impulsive che lo porteranno a fare i conti con la vita che si sta cercando di non guardare negli occhi.

I tre protagonisti: Michele (Francesco Turbanti), Edoardo (Emanuele Linfatti) e Iacopo (Matteo Creatini)

Fate caso a una cosa, rimarcata anche dallo stesso regista durante la presentazione del film a Venezia: la musica non è mai extradiegetica, come dicono quelli bravi. Cioè, non è mai fuori dalla scena, ma arriva sempre dalla chiavetta USB dell’auto, dalla pessima acustica della sala prove o dalle cuffiette indossate dai protagonisti. Questo per rimarcare come la musica non sia solo accompagnamento, ma parte integrante della narrazione e della personalità di Michele, Edoardo e Iacopo. Tutta musica al 100% punk ovviamente, perché con il giusto contesto anche Massimo Ranieri può diventare una star dell’hardcore.

Traccia bonus

Durante il fim i protagonisti si affideranno a un giovane romano emergente (al tempo della produzione, circa 10 anni fa, emergente per davvero) per disegnare la locandina del concerto dei Defense. Un artista molto vicino alla scena punk di periferia, per l’esattezza quella di Rebibbia. Avete capito di chi stiamo parlando, vero?

Laureata in Arti, Patrimoni e Mercati nel 2019, scrive di arte, cinema e lifestyle da diversi anni per diverse testate online, tra cui Milano Weekend, Artslife e Trend Online. Nel 2021 fonda Art Shapes per dare voce a chiunque voglia esplorare tutte le forme dell'arte