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Marc Chagall: un amore dipinto nel blu5 minuti di lettura

Lo sanno ormai tutti che l’amore è fluttuare in un cielo blu scuro e che la felicità non è felicità senza una capra che suona il violino.

Questa brillante citazione, pronunciata per la prima volta da Julia Roberts e Hugh Grant nel cult Notting Hill (1999), altro non è che un’attenta analisi su quanto dipinto da Marc Chagall (1887-1985) nell’opera La Mariée (La sposa, 1950). L’amore rappresentato è quello tra il pittore bielorusso e Bella Rosenfeld.

Nel dipinto lei, scomparsa da qualche anno, viene ritratta vestita da sposa, circondata dall’abbraccio forte ed eterno del marito e accompagnata da una capra, elemento ricorrente e caratteristico della tradizione ebraica e della produzione dell’artista.

Marc Chagall, La Mariée, olio su tela, 1950

Il destino di un incontro 

Marc Chagall ha ventitré anni quando, nel 1909, incontra Bella a San Pietroburgo per la prima volta. Lui “sguardo di una volpe negli occhi azzurro-cielo”, lei studentessa brillante di quattordici anni, in città grazie ad una borsa di studio.
Entrambi ebrei originari di Vitebsk, si innamorano a prima vista e pochi anni più tardi si sposano.
È di quell’anno il dipinto La coppia a tavola (1909), tra le prime opere in cui l’atmosfera di sogno e il velo di spiritualità si creano grazie all’utilizzo del prevalere dei toni del blu. Raffigurata con gli occhi chiusi e la mano sul cuore, Bella accetta il matrimonio come compimento del suo destino, alla presenza dei nonni. Davanti al lei Leon Bakst, il maestro di Chagall. Bakst stesso sa di assistere e benedire un’unione che influenzerà inevitabilmente la poetica e l’immaginario del suo allievo. 

Nella vita e nell’arte

Un legame così travolgente e autentico nella vita diviene ben presto un’alleanza e fusione nell’arte, sulla tela. Bella viene spesso raffigurata come una creatura leggera, sospesa nell’aria, quasi fosse suo il dono di trasportare ciò che la circonda in un’altra dimensione. Una musa che riesce perfettamente a incarnare l’idea di amore e di unione nelle pennellate vivaci di Chagall. Gli amanti in blu (1914) inaugura una serie di opere in cui la bellezza di vivere nella condivisione, sovrasta ogni brutalità, ogni insensatezza. I visi stretti l’uno all’altro, gli occhi socchiusi, compongono un ritratto di delicata intimità.

Gli anni successivi mentre la guerra imperversa lontano, l’artista si ritrae insieme a Bella tra le mura sicure della casa, come ne Il compleanno (1917). Il sentimento tra i due genera un moto innaturale che, in uno stato di estasi e leggerezza, lega le due anime e le fa volteggiare nella stanza. Coinvolti in una sorta di danza della gioia, gli innamorati si muovono in un tempo sospeso e distante dal mondo che va in rovina. 


Al contrario nel dipinto intitolato La passeggiata (1917-1918) è Bella che si libera in cielo, stretta per mano perchè non voli del tutto via; non un impedimento che limita, ma un ancoraggio che rassicura.
Nell’altra mano l’artista protegge un piccolo uccello, simbolo dell’amore vivo di entrambi verso la natura.

Sullo sfondo di questo amore, continuano rivoluzioni e conflitti che portano Chagall a trasferirsi e sempre più a viaggiare. Nel 1922, deluso dagli esiti della rivoluzione bolscevica, lascia definitivamente il suo Paese. Lo stesso farà quando i tedeschi conquisteranno la città di Parigi, durante la Seconda Guerra Mondiale. La coppia allora riuscirà a fuggire, lasciando la Francia per gli Stati Uniti.

Il ricordo

L’universo artistico di Chagall rimane costantemente popolato da creature e tradizioni dell’infanzia, dal fuoco dell’odio e della guerra, ma anche dal suo grande amore, che trova sempre un posto riservato e unico nella pienezza dei colori. La forza tratta dalla sua musa era tanta che l’artista, dopo la morte di lei avvenuta nel 1944, si concentrerà per un lungo periodo sul proprio dolore, lasciando spazio solo alle parole:

“Le cose comuni, le persone, i paesaggi, le feste ebraiche, i fiori – questo era il suo mondo, questi erano i suoi soggetti… Poi a un tratto, un rombo di tuono, le nuvole si aprirono alle sei di sera del 2 settembre 1944, quando Bella lasciò questo mondo. Tutto è divenuto tenebre”.

Poi ecco La notte verde, opera del 1952. Sono trascorsi otto anni, ma lei è ancora lì.
L’artista ha il volto rosso, come per aver speso troppe lacrime, mentre Bella torna al suo fianco, sulla terra, per consolarlo nel suo abito bianco da sposa, o da angelo. Nell’opera ci sono anche altre figure imprescindibili: l’ebreo errante, il bue, la città del cuore Vitebsk.

Marc Chagall, Bouquet con gli amanti, olio su tela, 1948

Come in Bouquet con gli amanti, dipinto qualche anno prima, prevale una profonda armonia di forme e colori, una dedizione perpetua. Tutto si fa dolce ricordo di ciò che sono stati Marc Chagall ed il suo grande amore, dipinto nel blu.

Laureata magistrale in Storia dell'Arte, crede fortemente nella cultura come motore del quotidiano. Ama il cinema fin dai suoi albori, la musica in ogni sua forma, la fotografia, la conoscenza. Scrive soprattutto di Arte, quella cosa capace di parlare dell'essere umano nella sua complessità.