
Manet o Monet? Questo è il dilemma7 minuti di lettura
Colazione sull’erba, Impressione, levar del sole, Olympia, Le ninfee… Si tratta certamente di opere famosissime che a tutti almeno una volta è capitato di vedere, magari nei libri di scuola o in qualche documentario in TV, o ancora, per i più fortunati, all’interno di un museo.
Forse non tutti ne ricordano il titolo e hanno ancora più difficoltà a ricordare il nome del loro autore. E la confusione cresce se pensiamo che questi dipinti siano riconducibili a due artisti francesi nati ad appena 8 anni di distanza l’uno dall’altro, e i cui cognomi, per qualche gioco del destino, si differenziano solo per una vocale.

Stiamo parlando di Édouard Manet e Claude Monet, due figure di spicco del panorama culturale del XIX secolo. Entrambi figli della società parigina, trasformarono il corso della storia dell’arte prendendo le distanze dagli schemi tradizionali. Cerchiamo di conoscerli meglio e di capire come riuscire a distinguere le loro opere.
Realismo Vs Impressionismo
Dobbiamo ammaliare la verità, darle l’apparenza della follia.
É. Manet
Manet fu prima di tutto un pittore realista. Insieme a Courbet e Millet, dipinse crude e realistiche scene di vita quotidiana che ritraevano soggetti ordinari. Per i realisti l’arte voleva essere una forma di ribellione verso i dettami del Salon di Parigi e la sua enfasi su scene romantiche, idealizzate e mitologiche. Manet scelse soggetti a volte provocatori, presi dalla vita moderna, che spaziavano da sparatorie a scene di guerra a donne lavoratrici.
Ciò gli costò l’esclusione da diverse gallerie, che si rifiutarono di esporre le sue opere poiché considerate troppo spinte. Nonostante la sua produzione artistica non fu cospicua, complice anche la sua morte prematura all’età di 51 anni, acquisì una certa fama tra i suoi contemporanei, divenendo fonte d’ispirazione per gli stessi e per i posteri.

L’arte di Monet appare molto diversa da quella dei realisti. Ispiratosi alla Scuola Barbizon – corrente paesaggista del Realismo –, Monet era solito dipingere en plein air, all’esterno, impiegando una serie distinta di pennellate leggere che gli consentivano di catturare l’effetto fugace della luce e dell’acqua – non a caso viene anche definito “il pittore della luce”, della quale cercava di cogliere ogni sfumatura.
Con tocchi di pennello rapidi e brevi, era in grado di dissolvere forme solide in uno scintillio di luce e colore. Gli storici dell’arte sono concordi nel considerare il suo Impressione, levar del sole il primo dipinto impressionista.

Manet dedicava ore alla realizzazione di un singolo ritratto, ed era solito richiamare più volte i propri modelli nel suo studio per farli posare per lui. Monet, al contrario, lavorava molto più velocemente e i suoi dipinti tendevano a prendere forma per mezzo delle miscele di colori che si fondevano l’uno con l’altro; le opere di Manet, invece, mostrano dei contorni più netti. Inoltre, la palette di Manet prevedeva tonalità scure e un ampio uso del colore nero, mentre Monet preferiva toni più chiari e tenui, rifiutando l’uso del nero per la carica simbolica negativa che lo accompagnava.

Manet il ritrattista
Il talento del Signor Manet è fatto di semplicità e di esattezza. Senza dubbio, davanti alla natura incredibile di alcuni dei suoi colleghi si sarà deciso ad interrogare la realtà, solo con sé stesso: avrà rifiutato tutta la perizia acquisita, tutta l’antica esperienza, avrà voluto prendere l’arte dall’inizio, cioè dall’osservazione esatta degli oggetti. Si è dunque messo coraggiosamente di fronte a un soggetto, ha visto questo soggetto per larghe macchie, per opposizioni vigorose, e ha dipinto ogni cosa così come la vedeva.
É. Zola
Manet dipinse un’ampia gamma di soggetti nell’arco della sua vita, ma le sue opere di maggior successo si concentravano sulla rappresentazione della società parigina dell’epoca in scene di vita quotidiana. Alcuni dei suoi dipinti più famosi ritraggono giovani donne lavoratrici, che spesso ci guardano con aria sicura e sguardo diretto – un chiaro rimando alla crescente indipendenza che andavano acquisendo nella Parigi di fine XIX secolo. Ne è un perfetto esempio Il bar delle Folies-Bergère, dove una giovane è intenta nel suo lavoro al bancone del bar del famoso cabaret parigino.

Monet il paesaggista
Monet, al contrario, prediligeva i paesaggi, e occupò la maggior parte della sua vita a dipingere elementi naturali, catturandoli in diversi momenti del giorno e dell’anno. Dipinse perfino lo stesso soggetto più volte, proprio per coglierne i mutamenti dati dalle condizioni di luce di volta in volta differenti.

I pionieri del Japonisme
Sia Manet che Monet subirono l’influenza delle stampe giapponesi, sebbene in maniera diversa. Ognuno infatti integrò idee differenti dall’arte nipponica nelle proprie opere e insieme divennero i pionieri del Japonisme che stava prendendo piede in Europa.
Manet era particolarmente interessato alle forme piane e scure dei maestri dell’ukiyo-e, un genere di stampe xilografiche, e in alcune opere inserì proprio degli espliciti riferimenti al Giappone, come dimostra il suo Ritratto di Émile Zola, in cui sono chiaramente identificabili un paravento giapponese sulla sinistra e una stampa del pittore Utagawa Kuniaki appesa alla parete.

Monet, invece, fece propri i motivi floreali giapponesi e i colori brillanti, mentre il suo giardino con laghetto di Giverny era un’ode alla flora, fauna e architettura nipponici.

E ora provate voi… Quale di queste opere appartiene a Monet e quale a Manet?

Fun fact: Sapevate che Manet sognava di diventare un marinaio? Forse dobbiamo ringraziare il fatto che non sia riuscito nell’intento, altrimenti non ci avrebbe regalato tutti i suoi preziosi dipinti!
Soluzione dell’indovinello: 1° dipinto “Argenteuil”, Manet/2° dipinto “Primavera”, Monet.

