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Arte

Kazimir Malevič e il grado zero della pittura. Il Quadrato nero3 minuti di lettura

Il concetto di avanguardia ha assunto nel corso della storia dell’arte diversi significati portando all’arte un ventaglio di idee innovative che cambiarono il suo percorso. Kazimir Severinovič Malevič è sicuramente uno che con le avanguardie ci sapeva fare essendo uno dei primi esponenti di quelle russe. Ma al pittore russo dobbiamo principalmente l’ideazione ed esposizione del Suprematismo, corrente d’avanguardia che mette al centro la sensibilità dell’artista. Monumento simbolico di questo movimento artistico è sicuramente il Quadrato nero.

Il Suprematismo e la sensibilità artistica pura

Lo sviluppo del concetto di Suprematismo, e di tutto ciò che ne deriva, avviene quando Malevič è un pittore già affermato. Agli occhi dell’artista l’arte aveva bisogno di un cambio di paradigma netto, così come gli artisti dovevano sganciarsi da quei canoni estetici che costringevano i loro lavori all’interno di idee preconcette di arte e vita. 

La liberazione da queste “catene” permette all’artista non solo di evitare di chiudersi ma anche di poter lavorare seguendo una “sensibilità plastica pura“. In questo modo la semplice rappresentazione visuale di oggetti perde la sua utilità ed effetto lasciando libero spazio a forme e colori. Nelle opere suprematiste, infatti, vediamo utilizzate forme geometriche estremamente semplici come cerchi o quadrati e una gamma di colori abbastanza limitata. La costruzione non-oggettiva (che non rappresenta oggetti reali) era per Malevič la base dell’arte e il suo futuro.

Quadrato nero

Simbolo di questa nuova avanguardia è sicuramente il Quadrato nero che Malevič crea nel 1915 e presenta alla mostra Ultima mostra futurista «0.1». L’opera, in maniera molto fedele al titolo, consiste in un quadrato di colore nero al centro di una tela bianca. L’essenza suprematista è molto evidente in quest’opera e il quadro viene spesso definito come “il punto zero della pittura”. Ciò vale sia dal punto di vista concettuale suprematista, sia perché considerato l’inizio dell’arte suprematista. Conservato a Mosca, il quadro mostra oggi tutti i segni del tempo e di una cattiva conservazione da parte del regime sovietico.

Quadrato nero Malevich
Quadrato nero (1915), Kazimir Malevič. Galleria Tret’jakov, Mosca.

È un’opera che fece scalpore non solo per la visione estremamente radicale dell’arte e della vita di Malevič. Il giorno della presentazione il pittore russo scelse di esporlo appeso in un angolo alto della stanza, il posto dove solitamente, in Russia, venivano appese le icone religiose. Il ruolo delle icone nella cultura visuale russa è estremamente importante e una simile sostituzione causò ovviamente sconcerto. La negazione di qualsiasi forma o oggettiva rappresentazione si è ampliata fino a toccare le sfere religiose. Quelle “aperture” verso la spiritualità sono state sostituite e ora si aprono verso l’annullamento di tutto. 

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Ultima mostra futurista <0.1>. Al centro in alto si trova il Quadrato nero.

Malevič e la sua icona nichilista

L’opera di Malevič è uno schiaffo a qualsiasi rappresentazione o tentativo di rappresentazione oggettiva della realtà. La pittura, così come noi, deve tornare a vedere sé stessa come era veramente e per il pittore russo significava annullare tutto e, forse, da lì ripartire. La realtà della pittura non esiste in qualche mondo superiore nascosto oltre la tela e raggiungibile attraverso un’illusoria rappresentazione; essa è davanti noi, è quel quadrato nero. Altre opere successive sembrano addirittura approfondire il pensiero suprematista come Quadrato bianco su sfondo bianco. Il pensiero di Malevič, sebbene estremo e non visto di buon occhio, soprattutto dal successivo regime sovietico, conquistò in ogni caso numerosi seguaci.

Mi chiamo Marco Celi, laureato in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Milano ho da sempre avuto un forte interesse per l’arte e i musei in tutte le loro forme.