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Arte

Luca Giordano, conosciuto anche come “Luca Fapresto”5 minuti di lettura

Come Ernst Gombrich ha affermato nel suo libro “Storia dell’Arte”, la Storia dell’Arte è una costante evoluzione di stili. La metamorfosi dell’esistente, riconvertito attraverso gli occhi di chi guarda, facendo sua l’immagine della realtà.

Gli artisti hanno sempre seguito questo principio, poiché non è possibile creare qualcosa di nuovo partendo dall’ignoto. E’ necessaria, invece, una base esistente su cui costruire per permettere il consolidamento di nuove idee. Ribera, Veronese, Rubens e Bernini sono alcuni degli artisti le cui creazioni servirono come pilastri nella composizione e nella personalità pittorica dell’artista napoletano Luca Giordano, conosciuto anche come “Luca Fapresto”. Oggi festeggerebbe il suo compleanno.

Un artista tra due terre

Luca Giordano nasce in un ambiente familiare modesto in cui comincia a distinguersi grazie al suo impegno e alla sua abilità nella pittura. La sua eredità e il suo gusto per l’arte vennero da suo padre, un pittore anonimo all’epoca ma amico del maestro di suo figlio, José de Ribera, conosciuto anche come lo Spagnoletto.

La sua formazione a Napoli fu molto fruttuosa, anche se finì con la morte del suo maestro nel 1654. Da allora Giordano viaggiò per l’Italia, principalmente a Roma, Firenze e Venezia. Questi viaggi gli hanno permesso di continuare il suo apprendistato, facendosi conoscere e, naturalmente, guadagnando nuovi clienti.

Giordano era un favorito della Chiesa Cattolica, ricevendo varie commissioni come L’Assunzione della Vergine in Santa Maria della Salute e lavorò anche per i Medici, ma il suo riconoscimento internazionale arrivò quando il re Carlo II di Spagna gli offrì la posizione di pittore di corte.

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Luca Giordano, Allegoria della restituzione di Messina alla Spagna, 1678

Durante questo periodo riceve un gran numero di commissioni di vario genere che riuscì a portare a termine grazie alla sua attiva bottega, dalla quale uscirono artisti che sarebbero diventati riconosciuti e famosi in tutta Europa. La sua incessante attività e lo stile napoletano di rinnovamento furono una motivazione importante per portare l’artista in Spagna, dove ottenne lavori su praticamente tutte le architetture reali.

Il suo soggiorno in Spagna terminò con la morte del re Carlo II nel 1702, quando Giordano decise di tornare in patria, dove lo attendevano innumerevoli commissioni, alcune delle quali non vedrà completate, e saranno i suoi discepoli a finire le opere seguendo gli schizzi lasciati dal maestro.

Luca Giordano: l’artista veloce

Luca Giordano è uno degli artisti italiani che ha lasciato la più grande eredità al patrimonio artistico grazie alla velocità con cui ha completato le sue opere. Questa fu la ragione del suo soprannome, “Luca Fapresto”, un nominativo che nascondeva un senso critico da parte degli ambienti artistici. La velocità con cui produceva le sue opere lo portò ad essere additato come un artista banale e superficiale, poiché non prestava attenzione a ciò a cui stava lavorando, ma semplicemente lo eseguiva fino a quando l’ordine era finito.

L’abilità e la bravura di Giordano nella pittura fu considerata da alcuni motivo di critica e disprezzo per il suo lavoro. Tuttavia, la fugacità con cui produsse le sue opere le dotò di un dinamismo unico. In effetti, le opere di Giordano sono riconosciute per il movimento che contengono, si potrebbe dire che sono quasi vive.

Inoltre, questa capacità di produrre opere in un breve periodo di tempo gli permise di osservare e studiare gli artisti che ammirava. Questo gli diede una grande versatilità per dipingere alla maniera di Rubens, Veronese e Pietro da Cortona, che fu anche il maestro di Giordano. Questa abilità fu anche fonte di ridicolo, poiché era considerato un artista che copiava ed era incapace di creare opere nel proprio stile.

In realtà, l’artista napoletano si è ispirato a ciascuno di loro, anche se è vero che ha copiato opere di grandi maestri, ma con la sola motivazione di imparare. È così che ha sviluppato il suo stile personale basato su artisti che gli hanno fornito diverse visioni della realtà. In questo modo Giordano creò il proprio passo evolutivo nella storia dell’arte italiana attraverso una personalità pittorica che comprendeva la pittura veneziana e romana, combinata con schemi compositivi derivati da Pietro de Cortona.

Luca Giordano, Apollo e Marsia, 1657

Giordano post mortem

A questo punto, sappiamo già che Luca Giordano ha ricevuto molti riconoscimenti durante la sua vita, e di tutti i colori. Ma cosa è successo dopo la sua morte? L’artista morì nel 1705, e in Spagna la sua opera cominciò ad essere disprezzata da artisti e critici, che la consideravano responsabile del declino dell’arte nel paese dopo l’eredità lasciata da artisti come Diego Velázquez e Esteban Murillo. Solo alla fine del XVIII secolo l’opera di Giordano fu nuovamente presa in considerazione sulla scena spagnola grazie alla figura di Francisco de Goya, tra gli altri.

E non è da meno la padronanza che gli ha permesso di lasciare dietro di sé un gran numero di opere di grande qualità in cui possiamo apprezzare la sua conoscenza dei volumi e delle prospettive, composizioni di grande contenuto decorativo e ricche gamme cromatiche. Opere che sarebbero state osservate e apprezzate da un gran numero di artisti neofiti che lo avrebbero preso come riferimento per la creazione dei propri stili e la conseguente evoluzione nella linea temporale dell’arte.

Storica dell'arte specializzata nel mercato dell'arte, due binomi su cui mi piace riflettere data la loro importante presenza nella società e la loro capacità di studiare mode e tendenze. Un punto di vista interessante da cui osservare la nostra evoluzione e il nostro bisogno di raccogliere oggetti.