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Cinema

The Lighthouse: un lungometraggio fotografico6 minuti di lettura

The Lighthouse è un film del 2019 che ha fatto molto parlare di sé. Da un lato abbiamo la scelta del bianco e nero, dall’altro l’aver messo a dura prova i due attori protagonisti del film durante le riprese. Il Faro è un lungometraggio fotografico che abbraccia l’arte contemporanea; un’arte che a volte facciamo finta di capire e che, senza spiegazione può rimanere fine a sé stessa. Il regista, Robert Eggers, fattosi conoscere grazie all’horror The Witch, ha deciso di optare per un film B/W. Una scelta che, come attesta la candidatura all’oscar per la miglior fotografia, è stata particolarmente apprezzata. Apprezzata molto anche l’interpretazione dei due attori protagonisti, Robert Pattinson e William Defoe.

Istruzioni per custodi del faro 1881

Ci troviamo verso la fine del XIX secolo, su una costa del New England sulle cui sponde sorge un faro. Proprio come in un sogno, in medias res, il giovane protagonista (interpretato da Robet Pattinson) approda sulla costa per lavorare come ‘secondo’ guardiano del faro. L’anziano custode, Thomas Wake (William James Defoe) si dimostra subito dispotico nei confronti del giovane. Lo sobbarca delle meno piacevoli mansioni e gli vieta categoricamente di avvicinarsi alla sorgente della luce del faro. Il protagonista, però, presto scopre che Wake ogni notte si reca in cima al faro e ‘fa l’amore’ con la luce.

La storia poi si fa sempre più freudiana. Wake è innamorato e ‘geloso’ della luce del faro, mentre il giovane, dopo un mese di permanenza sulla costa, inizia a fantasticare su una statuetta in avorio rappresentate una sirena. I due protagonisti, dopo un’improvviso attacco di maltempo che li isola ancor di più, decidono di darsi all’alcool (ultimo sollievo dei marinai). Le bevute, sempre più consistenti con il passare dei giorni, porteranno il protagonista a mettere in dubbio la natura della sua realtà.

Citazioni

The Lighthouse è un film silenzioso, cupo e metaforico che strizza l’occhio più volte agli amanti della letteratura marinaresca. La prima, più implicita, citazione è quella de La Ballata del Vecchio Marinaio di Coleridge. La ritroviamo nel momento in cui il guardiano del faro dice che uccidere uccelli marini porta sventura. Nella ballata, infatti, il marinaio uccidendo l’Albatro porta la sventura sulla nave condannando a morte i suoi compagni. La seconda citazione, meno implicita è quella del romanzo di Herman Melville, Moby Dick. Non parliamo solamente del momento in cui il giovane si riferisce al guardiano del faro chiamandolo ‘Capitano Achab‘. Anche la fisicità di quest’ultimo, avendo una gamba mancante, ci ricorda quella del capitano (che la perse in una lotta contro Moby Dick).

Lighthouse

Ovvio anche il riferimento a Proteo e Prometeo che, in questo caso, vengono immaginati in una lotta per il predominio del faro. Proteo (divinità del mare proveniente dall’Isola di Faro) che nell’Odissea viene descritto come «l’immortale vecchio del mare che non mente mai» sarebbe incarnato dal personaggio di Thomas Wake. Mentre Prometeo, colui che rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini, è rappresentato dal personaggio (dalla dubbia identità) interpretato da Robert Pattinson. La leggenda anticipa la fine del protagonista, le cui carni vengono mangiate da un uccello.

Non solo letteratura

Ma non solo letteratura. Per quanto l’estetica sia molto dickensiana, ritroviamo sia un po’ di Kubrick nella scena shininghiana dell’inseguimento con l’ascia, sia un po’ di Scorsese nell’iconografia del faro come fonte della verità. Questa verità però non è di tipo universale; è una verità su se stessi che alla fine viene sputata fuori come si fa con ‘un rospo’. La verità, proprio come in Shutter Island, alla fine viene fuori. Alla fine, il faro finisce per indicare una fine e non un inizio. Inoltre, come se non bastasse, più di una scena ci porta nel mondo dell’arte.

All’inizio del film vediamo una scena rappresentante due figure sulla scogliera con alle loro spalle un faro. Questa immagine è ispirata a un quadro (Watching the Breakers – 1931) del pittore Winslow Homer (Winslow è anche il ‘finto’ nome del personaggio interpretato da Pattinson). Il dipinto raffigura due donne che si affacciano dalla scogliera per ammirare il mare in tempesta.

Lighthouse

Un’altra scena che risulta immediatamente artistica è quella in cui il vecchio Wake raggiunge il giovane in fuga e lo cattura, fermandolo con la mano e illuminandolo con gli occhi come se fosse egli stesso il faro. Una scena che, di primo acchito, ricorda Saturno che divora i suoi figli, ma che in realtà si ispira a un altro quadro del 1931 intitolato Hypnosis di Sasha Schneider.

Il bianco e il nero

I due ‘non colori’ protagonisti del film hanno connotazioni contrastanti. All’inizio del film il bianco rappresenta la purezza, la salvezza della luce del faro in contrasto col nero del mare, che rappresenta il pericolo. La sirena e la luce rappresentano la fonte del desiderio, mentre l’oscurità del mare nasconde pericoli invisibili e quindi ancor più spaventosi.

Dalla seconda metà di The Lighthouse, fino al finale, il bianco inizia ad avere una connotazione negativa. L’eroe, col volto coperto di nero, affronta la fonte della luce e ne rimane accecato. Abbiamo, quindi una bianchezza che si avvicina più alla morte, al capodoglio che, diventato ossessione per il Capitano, finisce per ucciderlo.

La figura femminile

Le figure femminili sono pressoché inesistenti, a parte alcune brevi visioni di una sirena (per sua natura impenetrabile, come la luce del faro). L’oggetto del desiderio è proprio un oggetto. Da un lato abbiamo Wake, innamorato della luce del faro, dall’altro Winslow che è attratto da una statuetta. Si tratta di oggettofilia o di una metafora? Il significato non è chiaro. Se da un lato questi sentimenti mostrano l’acorporeità dell’amore, dall’altro ne sottolineano la follia, stimolata dall’alcolismo e dal venir meno della realtà.

L’assommoir

In definitiva troviamo il tema dell’alcolismo e del progressivo distacco dal reale, dal tempo e dallo spazio. Il faro si trasforma nell’Assommoir di Zola, dove gli operai si ammazzavano di alcool in mancanza di una prospettiva migliore. L’aspetto curioso è che la vicenda narrata si ispira a una storia veramente accaduta nel 1801. Due guardiani di un faro, entrambi di nome Thomas, rimasero intrappolati nella stazione a causa di una tempesta. In seguito alla morte di uno dei due, l’altro finì per impazzire. E, in un certo senso, questo è successo anche a Pattinson che ha ammesso di aver alzato il gomito parecchio durante le riprese di The Lighthouse.

A volte si colpiva duramente in faccia. Quando pioveva attraverso il tetto del cottage, Rob beveva l’acqua piovana. Tra una ripresa e l’altra, volte si infilava le dita in gola per vomitare, e cose del genere…

Robert Eggs