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Cinema,  News

Libero De Rienzo: Il nostro ricordo.3 minuti di lettura

Attore, regista e sceneggiatore, scomparso prematuramente in un giorno d’estate del 2021, oggi Libero De Rienzo avrebbe compiuto 44 anni.

A dispetto della giovane età, l’attore napoletano vanta una filmografia molto ricca che, tra cinema e televisione, lo ha fatto conoscere e apprezzare al pubblico, grande e piccolo, non solo per il suo talento, riconosciuto dalle candidature ai vari premi, ma, soprattutto, per la sua umanità che emergeva in ogni interpretazione. Caratteristica, questa, certamente innata ma non propria di tutti gli attori.

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Da sinistra, Libero De Rienzo in una scena di Smetto quando voglio

Tanti i ruoli ricoperti: è stato Bart in Santa Maradona Dante in A/R Andata più Ritorno, Salvatore in La Kryptonite nella borsa, Bartolomeo in Smetto quando voglio ed è stato Giancarlo Siani,nel film Fortapàsc, per la regìa di Marco Risi.

Fortapàsc, storia di un giornalista-giornalista.

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Libero De Rienzo nel ruolo di Giancarlo Siani in Fortapàsc

La pellicola narra la tragica storia di Giancarlo Siani, il giovane cronista barbaramente ucciso dalla malavita. Tale assassinio colpì profondamente l’opinione pubblica rimanendo impresso nella mente e nel cuore di un popolo.     

Giancarlo Siani era un giornalista che lavorava nella redazione del quotidiano IlMattino per il quale si occupava di cronaca nera. Siani iniziò a indagare sulle alleanze strette tra i clan della zona e quelli delle altre aree della Campania scoprendo una vasta rete di corruzione e connivenze che coinvolgevano anche politici del luogo, tutti mossi da svariati interessi: non ultimi quelli relativi alla ricostruzione del post terremoto, a capo dei quali si pose il boss Valentino Gionta, figura centrale del racconto.

Nel cuore di Fortapàsc

Proprio questa realtà svelata gli procurò dapprima le inimicizie della classe politica locale poi, quelle dei boss non poco infastiditi dalle rivelazioni dei suoi articoli che avevano inevitabili ripercussioni sulle alleanze. Inoltre, mise a nudo i traffici del sindaco di Torre Annunziata contribuendo al suo arresto seguito da una condanna a sette anni e mezzo di reclusione.

Il coraggio di un cronista

Che sia stato un giornalista di talento e intuito lo si capisce ben presto da quando ha iniziato a dare ‘fastidio’ poiché, come si suol dire, la penna riesce a essere molto più pericolosa e penetrante di un’arma, riuscendo, con la parola, a superare limiti e confini. E quindi, pochi giorni dopo il suo ventiseiesimo compleanno, preso di mira dalla malavita, viene ucciso in un quartiere del Vomero, poco distante da casa sua.

Come racconta il film, il suo eccessivo zelo e attivismo nel combattere il malaffare fu visto con preoccupazione anche dalla stessa redazione del giornale per cui lavorava.

Non è un mistero che in queste situazioni, ci si scopre sempre soli.

Inoltre, il titolo stesso del film riporta alla mente le ambientazioni tipicamente americane da Far West, giusto per fare capire quanto violento sia il contesto narrato.

Il punto di vista della critica

Spulciando in rete, tuttavia, si leggono recensioni da cui si capisce che il film è stato accolto tiepidamente dalla critica che, comunque, ne ha riconosciuto la potenza perché resta una storia che sconquassa, stritola, arriva dritta al cuore che, metaforicamente, si ferma insieme a quello del protagonista.

Laureata in Lettere Moderne (I livello), si è avvicinata al mondo della comunicazione frequentando un corso di formazione avanzata in Digital editor, incentrato principalmente sulla creazione di contenuti scritti o multimediali. Ascolta musica e legge di tutto