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Cinema

Laggiù qualcuno mi ama, l’omaggio di Martone al genio di Massimo Troisi3 minuti di lettura

Settant’anni fa nasceva a San Giorgio a Cremano una delle figure più importanti e rivoluzionarie del cinema italiano, Massimo Troisi. Per ricordare la sua figura umana e professionale il regista Mario Martone ha realizzato un documentario dal titolo Laggiù qualcuno mi ama, presentato alla 73esima Berlinale. Prodotto e distribuito da Medusa Film e Vision Distribution, uscirà solo al cinema dal 23 febbraio.

Il lavoro dell’autore de Il giovane favoloso è un viaggio umano e professionale attraverso le voci di chi lo ha amato, addetti ai lavori e non. Nessuna testimonianza dagli amici stretti, fatta eccezione per Anna Pavignano, storica collaboratrice di Troisi e autrice di tutti i suoi film da regista, salvo Non ci resta che piangere.

Anna Pavignano

La voce di una generazione

Il cinema di Troisi per me era bello perchè aveva la forma della vita“. Il film come la vita, che non è mai come la immaginiamo. Non è, appunto, un film. E Massimo Troisi l’ha interpretata così, con le sue pieghe tragiche, comiche, esistenziali, paradossali, lucide. Figlio degli infuocati anni settanta e di una Napoli post terremoto, Troisi ha dato voce a una generazione impaurita, dubbiosa, fragile ma con lo sguardo puntato sempre in avanti.

Troisi è stato spettatore di un cambiamento forte nella società a cavallo tra i ’70 e gli ’80 e, per usare le parole di Martone “stando sempre un passo indietro, con il suo atteggiamento fragile, discreto, elegante”. Troisi come un novello Antoine Doinel de I 400 colpi di Truffaut. Sempre secondo Martone, infatti, come il personaggio del capolavoro francese, Troisi aveva “l’istinto politico ribelle, l’abitudine alla schiena dritta, la scelta di non arrendersi al conformismo e di fare sempre, fino in fondo, quello che si è deciso di voler fare”.

Dalla parrocchia alle finte sedute psichiatriche

Insieme ad Anna Pavignano, Martone ricostruisce la parabola di Troisi. Dagli esordi nei teatri parrocchiali alle recite con il primo gruppo de La Smorfia, dagli esordi televisivi di Non Stop ai primi film campioni di incassi. Tra diari, foglietti sparsi e cassette con registrazioni di finte sedute psichiatriche, Troisi appare come il suo alter ego sul grande schermo. Un alter ego che, ripensandoci, in fin dei conti non c’è.

Paolo Sorrentino

Tra spezzoni dei suoi film, interviste televisive e voci fuori campo che leggono alcuni suoi versi, Martone raccoglie le testimonianze di chi lo ha amato da spettatore: da Paolo Sorrentino a Ficarra e Picone, da Francesco Piccolo a Goffredo Fofi, passando per il compianto Giuseppe Bertolucci fino ad arrivare a Michael Radford e Roberto Perpignani, rispettivamente regista e montatore del suo ultimo atto d’amore verso il cinema e, quindi, il suo pubblico, Il postino.

Laggiù qualcuno mi ama è un docufilm realizzato come atto d’amore verso la figura geniale di Massimo Troisi. La voce di una generazione che ha trasceso l’epoca e lo spazio per essere voce universale e atemporale. I tantissimi giovani presenti a Roma durante una proiezione all’aperto de Il postino ne sono un esempio.