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Keith Haring
Arte

Keith Haring: a Pisa in mostra il suo mondo grafico8 minuti di lettura

Il 16 febbraio 1990 l’artista statunitense Keith Haring, simbolo della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta, muore al Greenwich Village per complicanze legate all’AIDS.

Palazzo Blu a Pisa rende omaggio all’artista statunitense con la mostra “Keith Haring”, visitabile fino al 17 aprile 2022. La mostra è realizzata dalla Fondazione Pisa in collaborazione con MondoMostre e con la partecipazione della Nakamura Keith Haring Collection, e curata da Kaoru Yanase, Chief Curator della Nakamura Keith Haring Collection.

Pisa e Haring hanno un legame molto profondo. Proprio a Pisa si trova il murale “Tuttomondo“, dipinto da Keith Haring nel 1989. Questo murale è una delle ultime opere di Haring.

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Il murale “Tuttomondo” a Pisa

Le opere in mostra, oltre 170, provengono dalla Nakamura Keith Haring Colletion, collezione personale di Kazuo Nakamura.

Keith Haring è celebre per le sue opere d’arte dai colori vivaci. Gli omini stilizzati in movimento di Haring e le sue icone sono conosciuti da tutti.

Le opere trattano temi universali, come la pace, la speranza, la libertà e i sogni dell’umanità.

La maggior parte dei lavori è volutamente senza titolo, questo perché l’artista voleva lasciare allo spettatore libera interpretazione in quanto secondo lui “la realtà dell’arte inizia negli occhi di chi la guarda, attraverso l’immaginazione, l’invenzione e il confronto”.

La metropolitana di New York: “l’arte è per tutti”

Keith Haring nel 1978 si trasferisce a New York per studiare alle School of Visual Art, dove conoscerà, tra gli altri, Jean-Michel Basquiat. Proprio in questi anni, nel 1980, Haring scopre la metropolitana di New York e sulla carta nera opaca usata per coprire i pannelli pubblicitari vuoti inizia a disegnare con gesso bianco. Disegna bambini, televisori, persone e animali: tutto ciò esprimendo concetti universali come amore, guerra, morte e nascita.

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Disegna velocemente per evitare di essere beccato in flagrante dalle forte dell’ordine. Pochi tratti decisi e puliti.

Gli allestitori della mostra hanno riprodotto la metropolitana di New York, dove Haring ha compiuto i primi passi di artista. I manifesti in mostra sono stati staccati dalla metropolitana e in seguito acquisti dalla Keith Haring Foundation.

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Haring si dedicò a questa forma d’arte per cinque anni. Spesso capitava che qualche passente si fermasse e volesse interagire con il giovane artista ed egli ne gioiva, dato che proprio la convinzione che “l’arte è per tutti” lo spinse in primis a scendere in campo, o meglio a scendere nella metropolitana.

Haring fluoroscente: Fertility

Nel 1984 il gallerista Tony Shafrazi decide di dare spazio all’arte di Keith Haring. E’ così che l’artista allestisce la sua prima personale.

Per l’occasione Haring produce una serie di cinque opere realizzate con pittura fluorescente: Fertility. Tema di questa serie è la forza creatrice femminile. I corpi sono gravidi, danzanti e ricordano delle figuri tribali. Ma queste figure sono accompagnate da simboli che diverranno in seguito iconici: dischi volanti e radiant baby.

Il mondo dell’infanzia

Desideroso di produrre un’arte che fosse per tutti, Keith Haring ha lavorato molto con e per i bambini bambini di ogni età e provenienza, spinto dal fatto che secondo lui “i bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato”.

Haring organizzò laboratori artistici per il mondo dell’infanzia e libri illustrati. Uno dei più celebri è The Story of Red and Blue: 20 litografie dai disegni semplici, colorati in blu e rosso. La raccolta si conclude con un uovo viola: l’incontro e la fusione dei due colori. Questo libro illustrato oggi è utilizzato come silent-book nelle scuole e nei musei di tutto il mondo.

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Alcune litografie della serie “The Story of Red and Blue”

Keith Haring dalle mille forme: la serie Flowers

La serie Flowers fu ultimata da Haring nel 1990 e si tratta di cinque opere che toccano temi universali: sessualità, vita e morte. Qui i tratti non sono netti, i colori sgocciolano e l’aspetto è grezzo. Trentunenne e malato di AIDS, queste opere esprimono la sofferenza dell’artista che trova nel disegno l’unico mezzo ideale per esprimere i propri sentimenti.

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Alcune opere della serie “Flowers”

Le icone di Keith Haring

Gli ideogrammi di Haring toccano temi importanti per i giovani sia degli anni Ottanti che per quelli dei nostri tempi. Queste icone ormai celebri possono quasi essere visti come predecessori delle attuali emoticon. Tra le più conosciute vi sono quella del bambino radiante, il preferito di Haring, il cane che abbaia e il delfino, solo per citarne alcuni.

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Le icone di Keith Haring

Keith Haring e Andy Wahrol: Andy Mouse

Keith Haring considerava Topolino della Disney e Andy Wahrol, padre della Pop Art, due figure iconiche per la cultura americana. Haring ebbe modo di conoscere Wahrol presso la galleria di Tony Shafrazi e dopo poco tempo i due crearono un rapporto tanto da scoprire che entrambi erano affascinati dalla Disney e dalla figura di Topolino. Ed è così che nel 1986 Haring realizza la raccolta di quattro stampe serigrafiche Andy Mouse, datate e firmate da entrambi gli artisti, un tributo irriverente proprio a Wahrol.

I poster

A partire dal 1982 Haring eleva il poster allo status di vera e propria arte.

Tanti sono i temi che stanno a cuore ad Haring e che, attraverso i poster, porta all’attenzione del pubblico. Guerra, disarmo nucleare, uso di droghe, diritti LGBTQ, razzismo e molto altro.

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Ma non solo: Haring crea poster per pubblicizzare concerti, eventi musicali, esposizioni (anche le sue!). I poster sono adottati come mezzo per raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile.

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Poster realizzati per il Festival Jazz di Montreaux

Data la sua celebrità, grandi marchi voglio le sue immagini per pubblicizzare prodotti. Nonostante la vividezza e l’allegria delle illustrazioni, esse portano sempre con sé messaggi importanti.

Keith Haring non ha mai nascosto il suo orientamento sessuale e celebre è il poster da lui realizzato per la Giornata Nazionale del Coming Out, con cui, con semplicità disarmante, comunica un messaggio forte.

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Poster per il Coming Out Day

Il poster dell’equazioni è una chiara accusa all’indifferenza del governo americano nei confronti della diffusione dell’AIDS. Haring rielabora il concetto delle tre scimmiette “non vedo, non sento e non parlo” a modo suo, attraverso i suoi iconici omini.

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La musica: copertine e locandine di album

Appassionato di musica, Haring frequentava costantemente i club newyorkesi. Il senso del ritmo è visibile nelle sue figure. L’artista realizzò copertine e locandine per vari album, di vari generi musicali.

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Alcune copertine di album realizzate da Haring.

Una delle più famose è quella di album di David Bowie del 1983.

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La copertina per l’album di David Bowie

Laureata in Cinema, televisione e produzione multimediale con master in Traduzione multimediale. Ho studiato per tanti anni canto rinascimentale barocco. Lavoro principalmente nei settori della comunicazione, della grafica e della traduzione. Sono appassionata di cinema, serie tv, fumetti, lingue, letteratura e musica