Art Shapes
jimi hendrix
Musica

Jimi Hendrix e musica gnawa: viaggio verso le origini4 minuti di lettura

Nell’immaginario collettivo la figura di Jimi Hendrix è necessariamente legata alle due performance forse più spettacolari della sua carriera e della musica degli anni ’60.
La prima apre la strada per il successo ancora non acclamato negli Stati Uniti della Jimi Hendrix Experience: il trio visionario formato da Hendrix, Mitchell e Redding aveva già scosso la scena rock londinese impressionando artisti come Eric Clapton, Jeff Beck, gli Who. Nel giugno del 1967 però il gruppo ebbe la propria consacrazione oltre oceano partecipando al Monterey International Pop Festival. Hendrix stregò il pubblico in quei 40 minuti di esibizione diventando un tutt’uno con la chitarra. Portò al limite estremo la tecnica dell’improvvisazione e della live selvaggia suonando con i denti, dietro la schiena, contro gli amplificatori, fino a dare simbolicamente fuoco all’iconica Stratocaster.

jimi hendrix monterey
Giugno, 1967: Jimi Hendrix brucia la sua chitarra sul palco del Monterey Pop Festival

Nel 1969 Hendrix divenne poi simbolo dello stesso festival di Woodstock; la mattina del 18 agosto l’artista sgretolò il tema dell’inno americano alludendo alla violenza della guerra in Vietnam. Attraverso il suono, gli effetti e la virtuosa tecnica, riprodusse con ferocia sonora bombardamenti e mitragliamenti. L’esibizione divenne quindi la bandiera del rifiuto della guerra e della contestazione giovanile del mondo occidentale.

L’artista errante

Seattle, Nashville, New York: Hendrix fin dagli albori della sua carriera vagò per tutti gli Stati Uniti, prima rincorrendo il mito della grande città, poi inserendosi nel giro di musicisti blues, rhythm and blues e soul. Il suo peregrinare ininterrotto si rifletté inoltre nei tour intrapresi con tantissime band come musicista di supporto o temporaneo, anche dopo l’approdo a New York.

hendrix e isley brothers
Jimi Hendrix e la Isley Brothers Band, 1964

Ma l’anima vagabonda di Hendrix in seguito lo condusse attraverso un viaggio lontano e profondo; un viaggio alla ricerca delle origini, le sue e quelle della musica afroamericana cui apparteneva.

Jimi Hendrix e la musica gnawa

Il Marocco per Jimi Hendrix rappresentò un paesaggio, un luogo, legato alla propria storia familiare e al tempo stesso una ricerca, mirata, approfondita, una metà destinata allo studio di una cultura musicale. Il villaggio di Diabat e la città di Essaouira diedero la possibilità ad Hendrix di venire a contatto con la radice più profonda della musica afroamericana. Il chitarrista poteva così prendere piena consapevolezza dei ritmi, degli intervalli, dell’improvvisazione originariamente autentici che diedero vita alle prime elaborazioni del blues e del soul.

hendrix diabat
Villaggio di Diabat, provincia di Essaouira

La musica cui Hendrix si avvicinò è la musica gnawa; si tratta di musica rituale dell’omonimo gruppo etnico, stabilitosi in Marocco quando Essaouira era porto d’imbarco per schiavi destinati alle colonie portoghesi. La minoranza etnica musulmana di discendenza subsahariana ha conservato la pratica di queste particolarissime sonorità. Originariamente la musica rituale gnawa era finalizzata a pratiche di guarigione; questo carattere è andato perduto ma rimane la sacralità che unisce la comunità e le peculiarità musicali e strumentali.

strumenti gnawa
Musicisti Gnawa
Particolarissimi gli strumenti utilizzati: il guenbri (un taburo-liuto), i qraqebs (idiofoni in ferro) e i t’bel (tamburi a membrana doppia)

Hendrix si avvicinò così a questi brani ipnotici, fondati sulla ripetizione perpetua della stessa frase e finalizzati a produrre proprio uno stato di trance sia nell’ascoltatore sia nei musicisti. Lo stesso stato di trance che il chitarrista sembrava vivere effettivamente sul palco. La produzione di Hendrix fu inoltre segnata dalla particolare e incessante poliritmia, caratterizzata da sincopi, dai bassi vibranti e dalle melodie pentatoniche ossessionanti.

Diplomata in conservatorio, laureata in lettere, amo le pagine consumate, le gallerie d'arte e le poltroncine dei teatri. Posso però garantire di essere anche una persona simpatica.