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Jersey Girl: la storia di un padre
Cinema

Jersey Girl: la storia di un padre. Recensione del film con Ben Affleck3 minuti di lettura

Nel film del 2004 Jersey Girl, per la regia di  Kevin Smith, Ben Affleck veste i panni di Ollie Trinkie: un uomo con una vita perfetta e una moglie bellissima. Vivono nella Grande Mela, la città che Ollie, originario del New Jersey, ha sempre sognato. Qui fa il lavoro dei suoi sogni: è capoufficio stampa della divisione musicale, e non potrebbe desiderare altro.

E come se la vita non fosse stata ancora tanto generosa con lui e sua moglie – Jennifer Lopez – fa loro un altro regalo: una bellissima bambina. I neo-genitori continuano a condurre la loro vita felice a New York fino a quando non arriva il momento del parto.

Ma qualcosa va storto: Gertie riesce a partorire in tempo prima di aver un improvviso aunerisma cerebrale. Quel giorno, la vita di Ollie cambia per sempre.

Da sinistra: Gertie e Ollie
Da sinistra: Gertie e Ollie

Da New York in New Jersey

Ollie prende sua figlia appena nata e si trasferisce di nuovo nella sua città Natale: il New Jersey.

D’altronde, a New York ha perso tutto: il suo lavoro, sua moglie e le sue speranze di condurre una vita felice.

Ma la vita ha sempre qualcosa da insegnarti, soprattutto quando credi di aver perso tutto. Quello che all’inizio è uno pseudo-papà che a malapena si prende cura della propria bambina, presto capirà che Gertie, così la chiama in onore della madre, è venuta al mondo per insegnargli a fare il padre.

Così si rimbocca le maniche e fa il possibile per essere la figura paterna sua figlia ha bisogno. Col tempo, però, le cose cominciano ad andargli un po’ strette: vuole tornare a New York e crescere la sua bambina lì, tornando alla sua vita e respirando la magia che lo avvolgeva gli anni in cui c’era ancora sua moglie.

Ma quando torna a New York scopre di non riuscire a ritrovare quello che aveva un tempo. Forse perché, in fondo, in New Jersey, le persone che lo circondano non sono così male, soprattutto quando conosce la cassiera Maya, che riesce a tirare fuori quei sentimenti che Ollie ha cercato di custodire dentro di sé dalla scomparsa di sua moglie.

Da sinistra: Ollie e Maya
Da sinistra: Ollie e Maya

La magia si trova nelle persone, non nei luoghi

Jersey Girl, un film di Kevin Smith. Una storia che parla di morte, ma anche di rinascita, con sottofondo la musica di Bruce Springsteen e i Flatwood Mac.

Ollie è l’esemplare di uomo che ha tutto, ma anche l’esempio di come questo “tutto” non esisterà mai. Perché per quanto ci si provi a trovare il proprio equilibrio, si cade impercettibilmente da una parte all’altra.

La vita dà e toglie. Poi ridà. Sempre. Ollie lo sperimenta sulla pelle, prima con la morte di sua moglie, poi con la nascita della sua bambina, una creatura preziosa a cui non vorrebbe mai fare del male.

Eppure, succede. La delude. Lo fa nel momento stesso in cui sente che, anche se ha lei, c’è comunque qualcosa che gli manca. Questa mancanza la sente per il suo lavoro e la sua preziosa città.

Sempre in movimento, si dà da fare per riottenere la vita che aveva prima, capendo solo alla fine che la vita di una volta non esiste più. È un capitolo chiuso. Ora sono la sua bambina e le persone accanto a lui, in New Jersey, la sua nuova vita. E con un sorriso, si lascia New York alle spalle per tornare dalle persone che ama.

Laureata in Comunicazione e Media. Scrive ovunque, perché non riesce a farne a meno. Si sogna sceneggiatrice e i suoi film preferiti sono quelli con Christian Bale