
Jeff Koons in mostra con “Shine” a Palazzo Strozzi6 minuti di lettura
Oggi il mondo dell’arte festeggia i 67 anni di Jeff Koons, uno dei più importanti protagonisti dell’arte contemporanea, attualmente in mostra a Palazzo Strozzi con Jeff Koons: Shine, a cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro.
Il concetto di shine (lucentezza) è utilizzato per leggere l’arte di Koons ed è inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire.
La mostra evidenzia l’aspetto ottimista di Koons attraverso la re-invenzione dell’idea di ready-made e la re-interpretazione di personaggi appartenenti alla cultura pop.
Il lavoro di Koons è intrinseco di una moltitudine di discipline, tra cui la filosofia, la storia dell’arte, la psicologia, il tutto in unione ad influenze pop, storiche e postmoderne. Tutto ciò con lo scopo di dimostrare che l’opera d’arte è la più ampia metafora della società.
Perché Shine?
Jeff Koons è celebre per l’utilizzo di materiali lucidi, riflettenti. Attraverso il riflesso, dimostra come l’arte sia un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Le superfici luminose attestano la presenza dello spettatore nello spazio.
Koons e l’acciaio inossidabile: Luxury and Degradation
Il 1986 è un anno fondamentale per Koons. Inizia a utilizzare l’acciaio inossidabile per le sue sculture della serie Luxury and Degradation. In questa serie l’alcol è usato come metafora per mostrare come l’inseguimento di immagini astratte di ricchezza e desiderio conducano alla disperazione. Di norma le superfici dei beni di lusso sono spesso riflettenti: l’acciaio inossidabile è un materiale industriale è Koons lo utilizza come medium artistico in associazione al lusso.
Jim Beam – J.B. Turner Train fa parte di questa serie e, seppur lussuosamente luccicante all’esterno, all’interno contiene un comune liquore. In questo modo Koons mostra come le apparenze possano essere ingannevoli.

Statuary
Sempre 1986 Koons da inizio alla serie Statuary. Si tratta di dieci sculture di stili diversi realizzate in acciaio inossidabile. Le opere sono differenti tra di loro ma l’uso dello stesso materiale elimina il divario tra scultura “alta” e oggetti decorativi: il busto di Luigi XIV è posto allo stesso di livello di un folletto del bosco.
Fanno parte di questa serie Louis XIV, Italia Woman e Mermaid Troll e Cape Codder Troll.


Di questa serie fa parte anche Rabbit, una delle opere più iconiche dell’arte del XX secolo. Quella in mostra a Palazzo Strozzi è la copia venduta all’asta a 91,1 milioni di dollari a maggio 2019 e l’opera usata nel manifesto della mostra.

Celebration
Koons inizia a a lavorare alla serie Celebration nel 1994. Il celebre Balloon Dog in mostra a Firenze è una delle cinque copie di una delle opere più note dell’artista. Per quest’opera Koons lavorò con una fonderia specializzata per la produzione e la rifinitura delle numerose parti in acciaio inossidabile dell’opera. Quest’opera esiste anche in altre 4 versioni, verniciate con colori brillanti: blu, magenta, giallo e arancione.

Le opere Donkey (1999) e Elephant (2003) testimoniano l’uso ricorrente in Koons di immagini pop e materiali d’uso comune, come lo specchio.

Popeye: i ready-made di Koons
Nel 2002 Koons si ispira al ready-made duchampiano con Dolphin. A differenza di Duchamp, Koons scegli oggetti nuovi, noti e appartenenti alla cultura pop e con rimandi alla storia dell’arte.
Con l’opera Hulk Koons paragona il celebre personaggio della Marvel ad una divinità orientale: riproduce in bronzo un giocattolo gonfiabile e lo unisce ad un vero strumento di ottone, le tube.

Lobster, un gonfiabile ready-made, fa riferimento alle opere surrealistiche di Salvador Dalì e anche i baffi dell’aragosta ricordano quelli del pittore.

Gazing Ball
Koons posiziona delle sfere riflettenti, o gazing ball, su delle sculture e sulle tele: queste sfere riflettenti permettono allo spettatore di avere una visuale a 360 gradi.
Le Gazing Ball Sculputres (2013-2014) sono prive di colore a parte le sfere blu riflettenti.

Antiquity
Le sculture Bluebird Painter e Metallic Venus fanno parte di questa serie. Le opere appartenenti a questa serie trattano i temi del sesso, dell’amore, della fertilità e della bellezza nell’arte. Ogni scultura ha una fioriera colma di varie fiori.

Per Metallic Venus Koons si è ispirato alla Venere callipigia, una copia romana attualmente conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

In mostra sono esposte anche due Veneri, le Balloon Venus, ispirate da due statuette femminili realizzate circa 26.000 anni fa e che rispecchiano i canoni della fertilità arcaica.

“Penso che quando esci dalla sala, ne esca anche l’arte. L’arte riguarda le tue possibilità come essere umano. Riguarda la tua eccitazione, il tuo potenziale e ciò che puoi diventare. Afferma la tua esistenza.”
Jeff Koons

