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Cinema,  News

Infinite: il nuovo film di Mark Wahlberg su Prime Video3 minuti di lettura

Infinite (Infinite) di Antoine Fuqua è uno dei numerosi film che ha dovuto attendere più di due anni dalla fine delle riprese per essere distribuito e reso disponibile alla visione. Girato nell’autunno del 2019, il film americano con Mark Wahlberg, Chiwetel Ejiofor e Sophie Cookson ha fatto i conti con lo scoppio della pandemia di Covid-19, la quale, rallentandone il corso, lo ha spinto verso la distribuzione su piattaforma streaming.

La trama

Mark Wahlberg veste i panni Evan McCauley, un uomo di mezza età che non riesce a trovare un’occupazione stabile a causa dei suoi precedenti e del suo imprevedibile comportamento. Dall’adolescenza Evan soffre di schizofrenia, malattia che più volte gli ha impedito di mantenere l’autocontrollo e l’equilibrio psicofisico. Per inibire gli attacchi schizofrenici, Evan ha bisogno di farmaci molto costosi. Di qui ne consegue una tragica reazione a catena: la disoccupazione condanna Evan a subire l’emersione della schizofrenia in tutto il suo devastante potere.

La malattia imperante e la necessità di sostentamento spingono Evan ad affidarsi alla criminalità: inizia infatti a rispondere ad alcune richieste di un gruppo di criminali, in cambio delle quali egli riceve i preziosi farmaci. Il giorno in cui Evan consegna, su commissione, al capo della banda una spada giapponese, una katana, da lui stesso fabbricata, qualcosa cambia e le due storie del film inizio ad intrecciarsi.

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Sophie Cookson e Mark Wahlberg in una scena del film

Intanto nel passato…

Infinite però prende avvio in un tempo passato rispetto a quello presente di Evan; siamo nel 1985 e un giovane ragazzo di nome Heinrich Treadway (Dylan O’Brien) è alla guida di un’auto in corsa, in fuga dalla polizia e da un temibile nemico. Treadway è ferito ma non è solo; gli amici Abel e Leona sono al suo fianco alla guida di un’altra auto.

Lo spettatore ancora non è a conoscenza del collegamento logico tra la storia di Evan e quella precedente di Treadway. Tale legame rappresenta il vero nucleo tematico del film di Fuqua.

La katana è stata forgiata con una tecnica antichissima, appartenente ad un’epoca remota nel tempo e nello spazio. La costruzione dell’arma è il segnale del risveglio di qualcosa di nuovo che pone in allarme alcuni misteriosi individui. Come è possibile che un uomo dell’epoca moderna e appartenente alla cultura occidentale sia a conoscenza delle modalità di costruzione di un’arma propria della tradizione militare nipponica?

Si scopre così che Evan McCauley è il protagonista di un’incredibile serie di reincarnazioni che lo pone al centro dell’eterna, infinita, lotta tra il Bene e il Male.

Cosa è accaduto nel 1985?

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Evan e Bathurst a confronto

Il temibile nemico Bathurst (Chuwetel Ejiofor), dal quale Treadway fugge disperato, è alla ricerca dello strumento che gli consentirebbe di porre fina alla propria esistenza e a quella di tutti i suoi simili. Ma chi sono questi individui? Si chiamano Infiniti e vivono mescolati al resto della popolazione mondiale. Le vicende di Treadway e di Bathurst confluiranno in quelle di Evan, offrendo allo spettatore una nuova versione filmica dell’irripetibile lotta tra il Bene e il Male.

Conclusione

Infinite non è un film ‘nuovo’: il tema centrale dello scontro tra buoni e cattivi è affiancato da quello della salvezza dell’umanità ed entrambi non ricevono una suggestiva ‘infarinatura’. La successione degli eventi è lineare e piuttosto prevedibile, tuttavia riesce nell’intento di intrattenere lo spettatore. Dopo Shooter del 2008 Mark Wahlberg lavora ancora un volta al fianco del regista Fuqua, noto per la realizzazione di film d’azione movimentati e con attori famosi a livello internazionale.

Nonostante il vistoso ritardo con cui Infinite è stato distribuito, la visione in streaming su Prime Video riesce a valorizzarlo, mettendolo alla comoda disposizione dello spettatore.

Laureata in Italianistica all'Università di Bologna. Tra il suo dire e il fare ci sono di mezzo il cinema e la letteratura. Scrive di cinema su Art Shapes.