
“In Love With the World” di Anicka Yi al Tate Modern3 minuti di lettura
Cosa succederebbe se smettessimo di pensare alla tecnologia come a un qualcosa che può esistere esclusivamente al nostro servizio e accettassimo l’idea che, un giorno, potrebbe coesistere col genere umano, senza avere bisogno delle nostre “cure”? Questa è la domanda a cui Anicka Yi ha cercato di dare una risposta con In Love with the World, la sua installazione al Tate Modern di Londra, commissionata da Hyundai.
Un’esposizione d’avanguardia
Bankside, Londra. A pochi passi dalla stazione di Blackfriars, con vista su Millennium Bridge, si trova il Tate Modern, il museo d’arte moderna più visitato al mondo. Quest’inverno, dal 12 ottobre 2021 al 6 febbraio 2022, i suoi visitatori riceveranno un’accoglienza che difficilmente dimenticheranno.

Una visione onirica attende gli affamati d’arte che entrano da Turbine Hall: enormi figure simili a polipi o meduse fluttuano nel grande ambiente d’ingresso del museo. Sono imponenti, trasparenti e silenziosi. Si muovono per tutto lo spazio, prendendo e perdendo quota, senza mai avvicinarsi troppo. Facendo ondeggiare i tentacoli, nuotano in un mare invisibile, fatto d’aria. Sembra quasi una danza. Un’esecuzione perfetta, sinuosa.
Sono gli “aerobi” creati da Anicka Yi e dal suo team di ingegneri. Da sempre interessata al rapporto tra biologia e tecnologia, con questa esposizione d’avanguardia, l’artista ci invita a riflettere sul ruolo che svolgiamo nell’enorme ecosistema che abitiamo e di cui facciamo parte:
“La maggior parte dell’IA funziona come una mente senza corpo, ma gli organismi viventi sono in grado di imparare così tanto del mondo attraverso i sensi. La conoscenza che deriva dall’essere un corpo nel mondo, dal rapportarsi con altre creature e ambienti, questa conoscenza si chiama intelligenza fisica. E se l’IA potesse imparare attraverso i sensi? Le macchine riuscirebbero a sviluppare le loro proprie esperienze del mondo? Potrebbero diventare indipendenti dagli esseri umani? Sarebbero in grado di scambiare informazioni con piante, animali e microrganismi?”
Anicka Yi
Accoglienza
La reazione del pubblico all’opera di Yi non ha necessita d’interpretazioni. Dal primo all’ultimo piano dell’edificio, con il volto sollevato o con lo sguardo fisso davanti a sé, decine di persone rimangono ferme a osservare queste forme familiari e al tempo stesso aliene. Sono tutti increduli, alla ricerca di un filo, di un trucco, di qualcosa che spieghi l’apparentemente inspiegabile.

Senza nulla chiedere, senza nulla dare, queste “creature” semplicemente esistono, indipendentemente da noi, che siamo gli spettatori. Trattandosi di un’esposizione diversa dall’arte statica, come un quadro o una scultura, anche il tipo di fruizione cambia, e l’osservatore si ritrova trasportato in una dimensione diversa. Può interagire con lo spazio, anzi, ne sente il bisogno: cerca di cambiare punto d’osservazione, per capire meglio l’opera e forse anche se stesso.
Con In Love with the World, siamo invitati a riflettere sulla possibilità di un futuro in cui la tecnologia potrà esistere non solo per facilitare le nostre vite, ma esisterà e basta, in sé e per sé. Proprio come la natura. Una possibilità tanto terribile quanto liberatoria.

