Art Shapes
il-canto-del-cigno-locandina
Cinema

Il canto del cigno: una perla nel mare dei Golden Globe 20224 minuti di lettura

Nell’ultimo scorcio di 2021 Apple Studio produce e distribuisce sulla propria piattaforma streaming il suo nuovo film, Il canto del cigno (Swan Song). Il film di Benjamin Cleary con Mahershala Ali e Naomie Harris è da poco salito alle luci della ribalta con l’annuncio delle candidature dei Golden Globe 2022, tra le quali, è presente quella di Mahershala Ali come migliore attore in un film drammatico.

Il film di Cleary ruota intorno ai temi dell’intelligenza artificiale e della morte senza la presunzione di offrire in merito risposte definitive e rivoluzionarie. La vera rivoluzione qui consiste nella realizzazione dell’eleganza narrativa e visiva che incornicia la storia.

In un futuro prossimo che sa già un po’ di presente Mahershala Ali è Cameron Turner, un giovane ragazzo americano che conduce, come tanti altri, una vita da pendolare sul treno. È un disegnatore, un illustratore, un artista ma sembra annoiato dalla vita. Sembra avvertire la mancanza di qualcosa, di qualcuno. L’incontro sul treno con Poppy (Naomie Harris) avviene casualmente; i due giovani instaurano il primo contatto per mezzo di un buffo fraintendimento. Sarà l’inizio di una relazione destinata a cambiare il futuro di Cameron e a determinare ogni sua scelta.

L’Intelligenza artificiale e la morte: il confronto

cameron-jack
Cameron e Jack

Il canto del cigno inizia però raccontando la storia di un Cameron adulto, felicemente sposato e padre di Cory. Svolge un lavoro come grafico che detesta, mentre la moglie Poppy scrive canzoni e compone musica per bambini. I suoi flashback sul passato si presentano come squarci improvvisi sullo schermo; il ritorno alla mente del ricordo sembra far male a Cameron. Fa male anche allo spettatore. Si scopre in fretta il motivo.

Cameron è un malato oncologico terminale e i ricordi di vita balzano in superficie in modo violento, cosi come violenti sono gli attacchi epilettici che lo avvicinano alla morte. Il mondo di Cameron mette a disposizione delle risorse tecnologiche e mediche che potrebbero aiutarlo. La scelta di servirsene spetta soltanto a lui.

La comparsa sullo schermo di Glenn Close nelle vesti della dottoressa Scott suggerisce allo spettatore quali siano le mosse di Cameron. I contatti con la dottoressa sono iniziati da tempo e pare siano giunti al punto di svolta: Cameron ha sempre tenuto nascosto alla famiglia il suo reale stato di salute. Affidandosi alle mani della dottoressa Scott, egli accetta di abbracciare la morte per se stesso, ma di provare ad aggirarla per la sua famiglia. 

Il futuro prossimo in cui la vicenda si svolge infatti, offre la possibilità sperimentale di realizzare cloni artificiali di persone umane dotati di tutti gli elementi fisici e intellettivi tali da renderli perfettamente sostituibili agli umani. È l’inizio del confronto paradossale tra Cameron e il suo clone artificiale Jack. Quest’ultimo ha bisogno di tempo per ‘imparare’ ad essere Cameron, il quale deve trasmettergli tutto il suo contenuto memoriale ed emotivo.

Mahershala Ali verso il Golden Globe?

cameron-poppy
Cameron e la moglie Poppy

Il processo di trapasso tra i due è lungo, intenso ed estenuante e lo spettatore osserva un Mahershala Ali in odore di Golden Globe, immenso, monolitico e fragile al contempo. Elegante ed imponente come una sfinge, l’attore americano guida le redini di un film ben girato, a tratti lento ma originale e riflessivo. Intelligenza artificiale e morte sono temi qui che seguono il passo di un amore famigliare che ha dovuto affrontare serie difficoltà, traumi e lutti.

Il confronto tra Cameron ed il suo clone diventa quasi rituale: un percorso che si deve seguire per provare ad accettare la propria morte non solo per se stessi, ma soprattutto per i cari tanto amati. La morte è un evento che porta sempre via qualcosa, sia a coloro che se ne vanno sia a chi resta, ma ne Il canto del cigno ciò che rimane è frutto di una faticosa conquista destinata a durare in eterno.

Laureata in Italianistica all'Università di Bologna. Tra il suo dire e il fare ci sono di mezzo il cinema e la letteratura. Scrive di cinema su Art Shapes.