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Hustle: recensione del film con Adam Sandler
Cinema

Hustle: la recensione del nuovo film Netflix con Adam Sandler3 minuti di lettura

Hustle: il nuovo film Netflix diretto da Jeremiah Zagar, con la collaborazione di uno dei migliori cestisti al mondo, LeBron James, e che vede come protagonista Adam Sandler nei panni di scout di giocatori di basket per l’NBA.

È la seconda volta, dopo Diamanti grezzi, che vediamo l’attore in un film drammatico, in cui si affronta il sacrificio di costruire un sogno e quello che si è disposti a rinunciare pur di realizzarlo. Non mancano, però, l’humor e le battute irriverenti tipiche di Sandler, su cui ha costruito tutta la sua carriera d’attore.

Il film è infatti un’esplosione di drammaticità e una giusta dose di humor che gli permette di non risultare mai noioso.

Adam Sandler nei panni di “Sugarman”.

Come già detto, il protagonista è Stanley “Sugarman”, ex talentuoso giocatore che ha dovuto rinunciare alla sua carriera per colpa di un grave incidente stradale.

Ora fa scouting per scovare i migliori giocatori che potrebbero entrare nell’NBA e questo lo fa catapultare in Spagna, in un quartiere povero, dove le partite di basket vengono giocate a soldi.

Ed è proprio qui che nota il talentuosissimo Bo Cruz. Un ragazzo di due metri con il sogno della pallacanestro. Stanley lo porta con sé, tenendolo sotto la sua ala e credendo in lui più di quanto il ragazzo faccia con se stesso.

Abbiamo, dunque, due obiettivi diversi: Bo vuole diventare giocatore dell’NBA, Stanley vuole dimostrare a se stesso di essere uno dei migliori scout in circolazione. Ma durante il film, questi due obiettivi – che non vengono mai a scemare – riescono a coltivare un legame profondo tra i due protagonisti.

I due arriveranno a non farlo solo più per “se stessi”: l’uno sarà la forza all’altro.

Da sinistra: Bo Cruz e stanley
Da sinistra: Bo Cruz e Stanley

Il tuo sogno è ciò per cui vieni al mondo.

Hustle insegna come la vita sia così generosa con chi ha l’ossessione di un sogno che lo porta a non riuscire a vedersi fare altro. Proprio questa ossessione fa realizzare cose magiche, che non pensavi potessero succedere a te.

“L’ossessione vince sul talento”

Bo Cruz gioca da una vita per riuscire ad arrotondare il misero stipendio che porta a casa per mantenere sua madre e la preziosa figlia.

Quando incontra Stanley, però, è realmente convinto che finalmente la sua vita e quella delle persone che ama cambierà. Ed è proprio quello che succede, ma prima di arrivare alla meta che sognava, dovrà fare i conti con il nemico più forte: se stesso.

Grazie a Stanley riuscirà a controllare l’aggressività che per troppo tempo gli ha fatto commettere scelte sbagliate e che ha segnato un po’ la sua persona. Il film riesce a convincere lo spettatore che, non importa quanto tu possa partire dal basso, se sei ossessionato dal tuo sogno, allora il tuo sogno si realizzerà.

Ci fa credere che tutto può essere possibile con costanza e devozione, che non importa se in passato hai commesso errori. Perché spesso ciò che ci definisce non è quello che eravamo nel passato, ma quello che siamo riusciti a diventare nel presente. Il presente è il tempo migliore da cui ripartire.

Con Hustle si ha il piacere di assistere a partire di basket con alcune vere stelle dell’NBA, come, appunto, Bo Cruz – nella realtà Juan Hernangòmez – e Anthony Edwards che nel film è il rivale di Bo, intento a provocarlo per metterlo in cattiva luce e non fargli guadagnare il posto che merita.

Laureata in Comunicazione e Media. Scrive ovunque, perché non riesce a farne a meno. Si sogna sceneggiatrice e i suoi film preferiti sono quelli con Christian Bale