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Cinema,  News

House of Gucci: scintillante, eccessivo, vuoto5 minuti di lettura

Dal 15 dicembre 2021, dopo una lunga attesa, House of Gucci è finalmente disponibile al cinema. Diretto da Ridley Scott, il film ha fatto parlare molto di sé, per la storia scottante che racconta e il cast stellare: Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino e non solo. Nonostante le altissime aspettative e alcuni elementi d’impatto, non si può certo definire un capolavoro. Piuttosto, un dramma lento e brillante. Scintillante, a tratti eccessivo, pesante e vuoto. Procediamo con la recensione.  

House of Gucci: realtà vs. illusione filmica

House of Gucci racconta la storia d’amore fra Patrizia Reggiani, interpretata magistralmente da Lady Gaga, e Maurizio Gucci (Adam Driver), erede della rinomata casa di moda. Un amore intenso, eccentrico e drammatico, destinato a restare impresso nelle pagine di cronaca nera del mondo. La narrazione si basa sul libro The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed di Sara Gay Forden.

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Lady Gaga e Adam Driver in villa

È importante sottolineare che gli eventi rappresentati non sono del tutto fedeli alla storia vera, come ha dichiarato Dariusz Wolski, il direttore della fotografia. Più di un resoconto fedele, il film è stato costruito come “una tragedia kitch, divertente e drammatica, una sorta di soap opera di fascia alta.”Prevedibilmente, i membri della famiglia Gucci non sono rimasti contenti di questa scelta. In un’intervista rilasciata su ANSA hanno definito la narrazione “tutt’altro che accurata”. I Gucci non hanno neanche apprezzato il fatto di non essere stati minimamente consultati dai produttori prima dell’inizio delle riprese.

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Patrizia e Maurizio arrivano ad una festa

House of Gucci è, dunque, teatro di una lotta. I duellanti: realtà vs. illusione filmica. Rappresentata con toni eccessivamente pseudo-mafiosi, l’immagine della famiglia Gucci sarebbe stata ulteriormente lesa dall’indulgenza che il film concede alla Reggiani, dipinta come una vittima. Anche quest’ultima, rilasciata dal carcere di San Vittore nel 2014 dopo aver scontato 17 anni di condanna, si è dichiarata sdegnata questa manipolazione dei fatti. E lei di manipolazione se ne intende.

Lady Gaga salva House of Gucci

Solitamente, quando il mondo del cinema e della musica collimano, con cantanti che tentano la via della recitazione e viceversa, ci si trova di fronte a una situazione 50-50. O un grande successo, o poco più di un esperimento imbarazzante e da dimenticare rapidamente. Lo ricorderanno i coraggiosi che hanno dato una chance a Cenerentola di Prime Video.

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Patrizia Reggiani vs. Patrizia Reggiani (Lady Gaga)

La performance di Lady Gaga in House of Gucci appartiene decisamente alla prima categoria. La sua interpretazione di Patrizia Reggiani è semplicemente sublime, perfettamente riuscita: makeup e hairstyling, movenze e gestualità. Anche il suo accento convince quasi sempre, sebbene alle volte ricordi più l’Europa dell’est che l’Italia. In un’intervista a Variety, Gaga si è aperta sul versante della salute mentale, dichiarando di aver avuto bisogno di rivolgersi a un’infermiera psichiatrica per gestire meglio l’intensità del personaggio.

Conclusioni

Fin da principio, House of Gucci aveva tutte le carte in regola per diventare un gran bel film. Il trionfo assoluto presso pubblico e critica era praticamente garantito: uno scandalo basato su eventi reali, un dramma coinvolgente, un punto di vista interno a un tipo di vita che molti possono solo sognare.

E, per dare a Cesare quel che è di Cesare, gli elementi riusciti non mancano. La fotografia è ben eseguita e convincente, e non c’è da sorprendersi. Merito di Dariusz Wolski (Pirati dei Caraibi, Sweeney Todd, Alice in Wonderland), che dal 2012 collabora spesso con Ridley Scott. Scenografia e i costumi sono davvero mozzafiato, iconici e incantevoli. Un vero toccasana per gli occhi.

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Una delle prime immagini rilasciate di “House of Gucci”

Eppure, qualcosa non torna – più di qualcosa, invero. In generale, il film sembra fermarsi ad un livello superficiale, sfavillante senz’altro, ma pur sempre superficiale. Nonostante svariate possibilità, si rifiuta o forse non riesce a esplorare a fondo le profondità psicologiche dei personaggi. Tranne Gaga, tutti restano un po’ troppo ingessati, finti, trasmettendo a chi guarda una sensazione di confusione e incompletezza. L’interpretazione di Jared Leto, poi, è semplicemente eccessiva, al limite del fastidioso.

Difficile dirlo in modo velato. House of Gucci è un film lungo, lento – troppo lento – e anche un po’ vuoto. Per due ore e quaranta minuti si ha la sensazione che in sala proiezione qualcuno abbia per sbaglio impostato la velocità a 0.5x. Il tempo non passa mai. Superata la seconda ora, finalmente, qualcosa inizia a muoversi ma è troppo poco e troppo tardi.

Per concludere, House of Gucci è un film pieno di talento. È innegabile. E infatti, per non sfornare un capolavoro con delle basi così promettenti, deve essercene stato tantissimo, di talento.

Laureato in Filologia moderna e vincitore del Premio Overthinker 2022. Cambio identità troppo spesso per pretendere di fissarla in una biografia. Nel tempo libero scrivo di cinema su Art Shapes.