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Arte,  News

Hokusai, maestro dell’ukiyo-e. In mostra 103 disegni inediti appena scoperti10 minuti di lettura

Il British Museum a Londra dedica una nuova mostra al maestro dell’ukiyo-e Katsushika Hokusai, esponendo per la prima volta 103 inediti disegni.

Ve ne parliamo in occasione del compleanno del grande artista giapponese.

Una carriera alla ricerca della perfezione

Nato a Edo (la moderna Tokyo) nel 1760, con il nome di Tokitarō, Hokusai si avvicina al mondo dell’arte fin da piccolissimo. A soli 14 anni inizia a lavorare presso un intagliatore di matrici tipografiche. A 18 diventa allievo di Katsukawa Shunshō, uno degli artisti ukiyo-e più importanti del tempo. In seguito, abbandona la scuola e sviluppa uno stile personale, attingendo dal repertorio di altre scuole.

Famoso soprattutto per le sue stampe ukiyo-e, Hokusai resta attivo anche nel campo della pittura e della grafica. La sua carriera dura più di 60 anni (muore a Edo nel 1849). In questo lasso di tempo produce migliaia di opere diverse, facendosi conoscere e diventando famoso già in vita. Raffigura i soggetti più disparati: ritratti di beltà, guerrieri, lottatori di sumo, attori, fiori e animali, paesaggi, scene erotiche.

Ciononostante, Hokusai pare non essere mai veramente soddisfatto dei risultati ottenuti. La sua carriera artistica si caratterizza per una continua ricerca di perfezione, miglioramento tecnico, precisione e meticolosità dello stile.

Sin dall’età di sei anni ho amato copiare la forma delle cose, e dai cinquant’anni pubblico spesso disegni, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria.

Hokusai, postfazione di Cento vedute del Monte Fuji, 1835

Hokusai, uomo eccentrico

A questa precisione e serietà si contrappone il lato più eccentrico del suo carattere: la passione per il gioco d’azzardo – che gli causa non pochi problemi economici –, ma soprattutto le sue imprese artistiche estrose, originali e bizzarre.

Due episodi, particolarmente celebri, sono emblema del suo estro. Il primo è la realizzazione di un enorme Darma (figura centrale nel Buddhismo zen), dipinto su grandi fogli con una scopa intrisa di inchiostro. Opera controbilanciata dal secondo episodio, che vede Hokusai dipingere alcuni uccelli su un chicco di riso.

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Hokusai mentre dipinge l’enorme Darma – scena del film “Miss Hokusai”

Il Grande Libro illustrato di Tutto

La mostra al British Museum Hokusai. The Great Picture Book of Everything espone per la prima volta 103 disegni inediti, della dimensione di una cartolina.

Il museo ha acquisito le opere lo scorso anno, dopo che se ne erano perse le tracce per oltre 70 anni. Esse, infatti, in origine erano state acquistate dal collezionista e gioielliere Henri Vever e poi battute all’asta nel 1948. Da quel momento non si sono più avute notizie.

Hokusai realizza questi disegni per produrre le illustrazioni dell’enciclopedia Il Grande Libro illustrato di Tutto (da qui il titolo della mostra), in realtà mai pubblicata.

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Frontespizio con la scritta “India, Cina”. © The Trustees of the British Museum

Non è chiaro il motivo per cui l’editore abbia rinunciato alla pubblicazione, ma è solo grazie a questa circostanza che i disegni originali si sono potuti salvare.

Nella realizzazione di stampe giapponesi, infatti, i disegni originali andavano sempre perduti. Una volta che l’artista era soddisfatto del proprio lavoro, inviava il disegno all’incisore. Questi incollava il foglio su un blocco di legno e, con uno scalpello, rimuoveva le parti vuote per creare delle linee in rilievo che si accordavano perfettamente all’originale. In questo modo però il disegno veniva distrutto. Il blocco di legno così lavorata passava poi allo stampatore che procedeva a stendere l’inchiostro e stampare.

Il fatto che i disegni di Hokusai si siano salvati, quindi, è davvero un caso unico e straordinario, che permette di osservare e studiare la tecnica, il metodo esecutivo e le pennellate del maestro giapponese.

I disegni di Hokusai

Nella preziosa scatola di legno in cui sono custoditi i disegni è contenuto anche un frontespizio che riporta come data di realizzazione il nono mese (del calendario lunare) 1829. Resta il dubbio che questa indicazione sia stata inserita in seguito e la comparazione con altre opere di Hokusai suggerisce come possibile data un periodo tra il 1820 e il 1840.

Questa scoperta è particolarmente significativa dal momento che va a riempire un periodo della carriera di Hokusai che fino ad ora si pensava relativamente vuoto e poco prolifico, forse dovuto, in parte, a ristrettezze economiche e alla perdita della seconda moglie.

I disegni esposti al British rappresentano i soggetti più disparati: figure religiose, mitologiche, personaggi storici, animali, fiori, paesaggi e scene di vita quotidiana. Alcuni di essi sono rintracciabili in opere più conosciute, altri invece sono assolutamente inediti nella produzione di Hokusai.

Sono stati ritracciati tre filoni principali a cui si possono ascrivere questi 103 piccoli tesori: India buddhista, antica Cina e mondo naturale.

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Due gatti con ibisco. © The Trustees of the British Museum

Un Giappone poco conosciuto

I disegni, oltre a possedere un inestimabile valore artistico, fanno emergere alcuni aspetti poco conosciuti del Giappone dell’epoca.

Dal 1639 fino al 1859, sotto il dominio dei Tokugawa, la nazione resta chiusa a qualsiasi contatto con l’esterno e si potrebbe pensare che, in una situazione del genere, l’interesse verso il continente sia nullo. Le opere di Hokusai, però, rivelano una situazione diversa.

Tra i disegni ritrovati ve ne sono alcuni che ritraggono uomini di diverse nazionalità, catturandone gli abiti – riprodotti nei minimi dettagli -, i tratti somatici, certi modi fare o espressioni.

Ne è un esempio il foglio su cui spiccano un uomo indiano, uno cinese, rappresentato in abiti tradizionali e le mani incrociate, e uno coreano ritratto con il tipico cappello.

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(Da destra) Uomo dall’India, Cina e Corea. © The Trustees of the British Museum

Questi tre paesi sono quelli che nell’arco della storia hanno influenzato maggiormente il Giappone, specialmente la Cina da cui sono stati presi a modello quasi tutti gli aspetti dell’organizzazione politica e sociale ma anche l’estetica, la letteratura e l’arte.

Tuttavia, l’interesse di Hokusai si spinge oltre fino ad arrivare a popolazione europee. Tra i disegni, infatti, ve ne è uno dedicato a un uomo portoghese.

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(Da destra) Uomo del Nord del Giappone, portoghese e taiwanese. © The Trustees of the British Museum

La raffigurazione di un elefante, invece, permette di ricostruire aspetti della storia giapponese, relazioni commerciali e dinamiche diplomatiche. Hokusai non ha mai avuto la possibilità di viaggiare in India per ammirare l’animale dal vivo. E’ molto probabile, però, che ne esistessero alcuni esemplari in Giappone, donati alla famiglia Tokugawa dalla Cina e dall’Olanda.

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India: due uomini si prendono cura di un grosso elefante. © The Trustees of the British Museum

L’immaginazione di Hokusai

Persino l’India, da cui pure proviene il Buddhismo che diventa ben presto una delle maggiori religioni in Giappone, era generalmente vista più come terra mitologica. Si conosceva la storia del Buddha storico e le sue vicende, ma il paese e la cultura indiana destava scarso interesse nei nobili nipponici.

Molti dei disegni ritrovati, in effetti, mostrano scene di leggende e racconti, raffigurano divinità e ne raccontano le loro imprese. Vi sono, però, alcuni disegni dedicati a scena di vita quotidiana.

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India: uomini che fuggono da una tempesta di sabbia. © The Trustees of the British Museum

Lo stesso avviene per una serie di disegni in cui Hokusai immagina l’origine della civiltà in Cina e in cui raffigura abitazioni, scene di agricoltura, coltivazione di riso, produzione di carta e alcolici. In queste opere si può ammirare tutta la maestria e l’immaginazione dell’artista. Vissuto in una nazione isolata e non avendo mai visto i luoghi che ritrae, riesce comunque a fornire un’immagine vivida e suggestiva.

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Cina: l’invenzione della carta, dell’editoria e dell’inchiostro. © The Trustees of the British Museum

Il ritrovamento dei disegni: una scoperta eccezionale

Il ritrovamento di questi disegni è davvero un’occasione eccezionale e senza precedenti di approfondire la nostra conoscenza dell’arte di Hokusai.

In alcuni di essi, ad esempio, compaiono scene con onde o flutti da cui si può studiare la tecnica utilizzata dal maestro per comporre anche una delle sue opere più famose La Grande Onda.

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Cina: un pesce gigante di buon auspicio campare davanti all’Imperatore. © The Trustees of the British Museum

O ancora, in alcuni dipinti è possibile osservare contemporaneamente diversi tipi e stili di pennellate (Hokusai aveva scritto un manuale sulle diverse tecniche di pittura e sul modo corretto di utilizzarle) oppure le soluzioni usate per creare prospettiva e profondità.

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(A sinistra) La dea Kannon cavalca un drago. (A destra) Il maestro taoista Zhou Sheng sale sulla luna con una scala di nuvole.
© The Trustees of the British Museum

La mostra è visitabile fino al 30 Gennaio 2022. Se non doveste riuscire a volare fino a Londra, sul sito del museo sono visibili tutti i disegni in alta definizione, così da poter ammirare la maestrie di Hokusai direttamente da casa.

Dopo la laurea in filosofia ho conseguito un master in Arts Management. Sono appassionata di arte, letteratura, teatro e culture non europee. Cerco sempre nuovi stimoli e avventure da intraprendere.