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Arte

Hieronymus Bosch e la sua arte fatta di simboli e religione5 minuti di lettura

L’abilità di creare mondi misteriosi e di utilizzare simboli pieni di significato è sempre stata una capacità molto apprezzata nel mondo nell’arte. Non a caso interi movimenti artistici hanno fatto di questi temi la loro caratteristica principale. Ma persino all’interno di questo vasto gruppo sono pochi gli artisti in grado di creare mondi misteriosi e affascinanti come Hieronymus Bosch. Figure folli e distorte che nascondono significati e riferimenti costituiscono infatti l’elemento principale delle opere di questo particolare artista olandese. Nei suoi lavori trovano spazio panorami e personaggi di ispirazione religiosa che riescono a provocare un senso di mistero e fascino impareggiabili in chi li guarda.

I simboli e la cultura popolare

È difficile trovare un solo elemento che possa caratterizzare completamente questo artista olandese. Ciò perché, guardando alle sue opere, ci troviamo di fronte a un grande numero di simboli e oggetti, ognuno con un significato e un simbolismo preciso. Per capire al meglio questi riferimenti dobbiamo quindi considerare il tempo in cui Bosch visse. Un periodo storico molto particolare dove si stava vivendo un risveglio economico importante e in cui le persone si trovavano combattute tra il desiderio del piacere personale e il dovere morale e religioso. 

Bosch la nave dei folli
La nave dei folli, 1494, Hieronymus Bosch

In questo equilibrio particolare la cultura popolare emerge in maniera evidente nei lavori del pittore olandese. In opere come La nave dei folli si ha modo di vedere questa sua caratteristica peculiare. L’opera, facente parte di un trittico, vuole illustrare il lato grottesco di una vita sprecata in vizi. Questo genere di riflessione e di condanna dei peccati è uno dei temi fondamentali di Bosch. Nell’opera possiamo ammirare un gruppo di uomini intenti a mangiare, cantare e suonare senza freno. Notiamo anche un uomo che si arrampica sull’albero nel tentativo di raggiungere un pollo, una scena che rimanda al vizio capitale della gola. 

L’idea della nave dei folli è ripresa dall’artista olandese da una serie di tradizioni popolari del tempo. Poemi e sfilate di carnevale, infatti, esibivano già da parecchio tempo questa nave carica di personaggi folli. Celebre in questo senso è l’omonima opera satirica del poeta tedesco Sebastian Brandt

Bosch e la religione nel Giardino delle Delizie

Assieme alla tradizione popolare si può anche notare come la religione e le sue immagini siano l’altro grande tema del pittore olandese. Molti dei suoi lavori infatti, in particolare i trittici, hanno come tema dominante specifiche scene o eventi dei testi sacri. La sua opera più famosa, il Trittico del Giardino delle delizie è un ottimo esempio in questo senso. Soffermarci un momento su quest’opera può infatti aiutarci a capire al meglio l’influenza che la religione ha avuto sul pittore.

Costituito da tre pannelli differenti l’opera è considerata la più complessa e completa di tutta la produzione dell’artista. Le tre scene che compongono il trittico sembrano seguire un andamento da sinistra verso destra in modo che chi le guardi possa seguirne l’ordine cronologico e logico, ma questa interpretazione è ancora incerta e si tende a non darla per scontata.

Bosch giardino delle delizie
Trittico del giardino delle delizie,1480-1490. Hieronymus Bosch

Nel primo pannello a sinistra possiamo ammirare una rappresentazione del paradiso terrestre descritto dalle scritture. La figura di dio si pone al centro tra Adamo ed Eva. Sono presenti diversi animali ognuno con un significato differente e ben specifico. Il pannello centrale è invece un vasto panorama pieno di personaggi animali e piante di grandi dimensioni. È appunto il giardino delle delizie dal quale il trittico prende il nome. Bosch vuole mostrare una scena di completa smoderatezza e di sfrenata libertà sessuale. I diversi personaggi si rincorrono e si uniscono circondati da enormi frutti e animali tutti a simboleggiare questa sfrenata sessualità.

L’ultimo pannello è conosciuto come l’Inferno musicale ed una chiara rappresentazione dell’inferno. Il nome del dipinto deriva da una scelta molto particolare di Bosch. Nella parte bassa del pannello possiamo vedere numerosi strumenti musicali che però sono utilizzati come strumenti di tortura per punire i peccatori. Bosch dimostra ancora una volta molta fantasia nel dipingere i vari personaggi che sono tormentati e puniti nelle maniere più particolari.

Una doppia interpretazione

È evidente come i lavori di Bosch siano un concentrato di simbolismo e fantasia. Ma sono proprio queste caratteristiche che rendono le opere del pittore di difficile interpretazione. L’utilizzo di riferimenti religiosi lascia poi aperte diverse chiavi di lettura dei lavori del pittore olandese.

Una di queste interpretazioni considera il lavoro del pittore come fortemente influenzato dalle teorie eretiche del tempo. Le opere, quindi, possono essere lette come in contrasto con la dottrina religiosa tradizionale. Allo stesso modo dobbiamo però considerare l’educazione religiosa subita da Bosch. In questo senso i quadri possono essere considerati come una rappresentazione molto meno fantastica e coerente con lo spirito religioso del tempo. Le sue opere risultano infatti molto coerenti con sermoni e discorsi religiosi del tempo. Ciò rafforza l’idea che Bosch si sia impegnato nel rappresentare l’uomo peccatore nonché le conseguenze di una vita non rigorosa.

Rappresentazioni come La nave dei folli Il giardino delle delizie ci mostrano il lato grottesco di una vita vissuta nel vizio. E proprio per questo motivo le opere di Bosch assumo un ruolo educativo mostrando all’uomo le conseguenze a cui potrebbe andare incontro se si abbandonasse ad una vita peccaminosa.

Mi chiamo Marco Celi, laureato in Scienze filosofiche presso l’Università degli studi di Milano ho da sempre avuto un forte interesse per l’arte e i musei in tutte le loro forme.